«Liberi, non padani» Undici fermi ad Aosta di E. M.

«Liberi, non padani» Undici fermi ad Aosta «Liberi, non padani» Undici fermi ad Aosta VALGRISENCHE. Arrestati nel giorno di Bossi, della Padania. Arrestati mentre si preparano a gridare l'indipendenza della Valle d'Aosta, a scriverla con la vernice in mezzo a un paesino di montagna, a illuminarla con petardi. Quasi un paradosso per dodici francesi del «Groupe Francité» che inseguono l'idea di un Commonwealth francofono. Il blitz notturno è finito contro uno schieramento di carabinieri e con l'accusa di concorso in associazione eversiva. Il reato più grave, l'eversione, è per Rodolphe Crevelle, 41 anni, l'ideologo di questo movimento che ha deciso di cominciare dalla Valle d'Aosta la sua lotta per l'indipendenza. «Perché è la via più facile e perché in Valle c'è uno spirito indipendentista», spiega, che ai valdostani vuol dire: «Dovete dichiararvi estranei alla Padania». Cinque squadre di suoi fedelissimi, 50 persone, dovevano discendere su Valgrisenche, 1600 metri, Comune incassato in fondo a una vallata aspra, al confine con la Francia. Ai giornalisti avevano annunciato una conferenza stampa in un luogo da precisare du rante la notte di sabato. E così è stato: il «rendez-vous» era per le 2,25 a La Salle, 20 chilometri oltre Aosta, verso Courmayeur. Poi il balletto delle strade senza un perché come in un gioco di spie, giri a vuoto, verso una meta mai definita. Così come hanno sempre fatto nei loro altri quattro blitz in Valle. Da La Salle a Valgrisenche, ma qui poco dopo sono giunte le auto di polizia e carabinieri. I militari avevano impegnato uomini di tre compagnie, 60 mezzi. E hanno compiuto il fermo prima che la manifestazione avvenisse. «Dovevano convergere in paese - spiega Crevelle - tre gruppi. Due gli striscioni, il nostro verde con la scritta "Groupe Francité" e il messaggio su un grande telo blu "Zone liberée du Val d'Aoste"». [e. m.]

Persone citate: Bossi