Scalfaro: io conto su 50 milioni di italiani di Renato Rizzo

«In democrazia, se si infrange il codice penale, la risposta spetta alla magistratura» «In democrazia, se si infrange il codice penale, la risposta spetta alla magistratura» Scalfaro; io conto su 50 milioni di italiani «Se Bossi si dimostrerà un fuorilegge sarà trattato come qualsiasi imputato» BARI DAL NOSTRO INVIATO Un istrione, egoista e rozzo. Di più: un possibile fuorilegge che rischia, inseguendo i sogni d'una Padania separata, di incappare nelle leggi dell'Italia unita. Ma se così sarà, nessuno sconto: Umberto Bossi verrà trattato come qualsiasi imputato. Basta con il valorizzarne l'immagine opponendo ai fendenti di spada il merletto delle disquisizioni ideologiche; basta con il banalizzare certe prove tecniche di rivoluzione quasi fossero tollerabili goliardate. Nei confronti di chi, qualunque nome porti e qualunque vessillo sventoli, infranga «il codice penale», la risposta spetta alla magistratura e, nel caso si riscontri un reato, dovrà essere dura ed esemplare perché «una democrazia non può aver paura di ricorrere alle proprie leggi». Oscar Luigi Scalfaro, custode della Costituzione e primo magistrato della Repubblica, sceglie Bari e la sessantesima edizione della Fiera del Levante per strappare il mantello a questo re in cerca di un regno e presentarlo come lo vede: nudo nella sua roboante grossolanità. Parole dirette, pronunciate con voce ferma mentre un freddo sorriso gli contrae le labbra sottili. Ma questo riferimento all'eguaglianza di tutti al cospetto della legge è invito ai giudici affinché blocchino le iniziative della Lega rivisitando, articoli alla mano, i comportamenti di Bossi e dei suoi? Il Presidente rintuzza, prima ancora chi nascano, eventuali accuse di interferenza: «No, il mio non è un appello a! codice penale... Che pena sarebbe se la democrazia avesse bisogno, per vivere, di questo. Ma, se avesse timore di usare il codice, non sarebbe degna di continuare a vivere». Ricorda le grida di «viva l'Italia unita» lanciate al suo arrivo, il Capo dello Stato: «Forse sarebbero suonate vuote e retoriche se non ci fossero, in queste ore, manifestazioni nelle quali capacità istrioniche si mescolano ad accenti di egoismo». La gente di qui scruta con rabbia e timore l'evento che si consuma mille chilometri e Nord di queste parole. E Scalfaro aggiunge: «Quando salutate in me il garante dell'unità fate una cosa costituzionalmente corretta, ma il garante di fatto, nella realtà, è l'intero popolo italiano. Ed io mi sento tranquillo di questa garanzia». Anche perché, se la democrazia si misura in cifre, «oltre 50 milioni di abitanti non possono essere turbati da una manifestazione che ne mette insieme alcune migliaia, fors'anche un milione». E poi in questa Italia che ha vissuto e superato «altri momenti patologici» c'è il governo «che vigila con attenzione e pacatezza affinché la sicurezza della gente venga garantita anche nelle manifestazioni più ardite». Chi sono i soldati di quest'esercito che punta a Nord-Est? Scalfaro nota che sulle loro bandiere non c'è nessuna nobiltà di «minoranza etnica» perseguitata, eppure avanzano rivendicazioni che, comunque, meritano attenzione. Senza, però, lasciarsi contagiare «da stati emotivi e da fissazioni isteriche», come quelli che, ad esempio, irretiscono certi giornalisti e certi politici «i quali scrivono e parlano solo di questo tema». Brutta malattia essere amplificatori consci o inconsci dei Senatur: per guarire servirebbero «le cure di uno psicologo, se non di uno psichiatra». Un analista il quale spieghi che «per difendere la patria occorre tranquillità ed attenzione, mentre è controproducente fare propaganda a non finire a chi, in modo rozzo, sostiene idee diverse». Meglio dosare le parole, come ha fatto lui che, ora, spiega il suo atteggiamento in questi mesi nei confronti della Lega; il Presidente regala una lezione di strategia che parte da lontano e compendia quasi mezzo secolo di democristianità: le parole sono tanto più importanti quanto più grandi sono i silenzi da cui emergono. «Non credo' che un Capo di Stato debba, due volte al dì, come una medicina, ripetere le stesse cose. Se una persona responsabile afferma un principio, nel momento in cui lo ribadisce già lo ren¬ de più debole. Se, poi, lo dice tre o quattro volte l'annulla del tutto». L'inflazione verbale potrà, magari, accontentare quei «gridatori che vorrebbero una dichiarazione al giorno». Ma rischia di alimentare la loro malafede facendoli etichettare, ad esempio, certi riferimenti volutamente obliqui a Silvio Pellico o a Maroncelli, martiri dell'unità italiana, come «affermazioni patriottarde». Renato Rizzo Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ieri alla Fiera del Levante di Bari

Persone citate: Bossi, Maroncelli, Oscar Luigi Scalfaro, Scalfaro, Senza, Silvio Pellico, Umberto Bossi

Luoghi citati: Bari, Italia