Pensando all'appuntamento di Maastricht da mantenere i titoli nella nostra valuta

Pensando all'appuntamento di Maastricht da mantenere i titoli nella nostra valuta Pensando all'appuntamento di Maastricht da mantenere i titoli nella nostra valuta del 27%». E, come si legge sui documenti bancari che lei mi acclude: sugl'interessi del CD di 80 milioni è stato applicato il 30% di ritenuta, mentre sul CD di 10 milioni è stato applicato il 12,50%, perché i suoi 4 mesi li ha «vissuti» tutti prima del 19 giugno, cioè quando vigeva il trattamento fiscale del 12,50%. A voler essere «pignoli» si può obiettare che per 10 giorni (dal 19 al 29 giugno), sul CD di 80 milioni si dovrebbe applicare, dopo l'ultima «precisazione», il 27%. Visto il breve periodo e la lieve differenza (dal 30 al 27%), forse non vai la pena di rilevarlo (se non l'ha già fatto la banca). Un cambio d'impieghi con ottimi risultati Mia figlia e io abbiamo sempre investito i nostri risparmi in pronti contro termine, che hanno raggiunto le cifre di 170 e 210 milioni. Ora la Banca ha insistito tanto per farci variare l'investimento e al 19/7/96 ci ha convinto a investi¬ re almeno una parte (120 e 170 milioni) nel fondo Vega. I rimanenti 50 e 40 milioni sono stati investiti sempre in p/t al 6,70% netto, scadenza 16/10/96. Gradirei sapere se è stata una buona scelta, avendo io bisogno di utilizzare parte del reddito per pagare 740 e lei. R. B. - Vaie (TO) La «filosofia» dell'investimento in p/t è una cosa (si tratta più di una gestione della liquidità), quella del fondo comune un'altra, che va giudicata a medio-lungo termine, cioè non in mesi, ma in anni. Da quesco punto di vista il Vega, che paga interessi semestrali, e ha reso il 5% negli ultimi 6 mesi, I' 11,4% nell'ultimo anno, il 24% negli ultimi 2 anni, è stato un ottimo investimento. Certo, nessuno può garantire, per i fondi come per tutti gl'investimenti «variabili», che ripeta in futuro le performance passate, ma, se lei e sua figlia temete i rischi, come sembra, con questa intensità, allora neppure i titoli di Stato possono farvi stare tranquil¬ le. Quanto al pagamento del 740 e delfici, ritengo che le cedole del fondo dovrebbero essere più che sufficienti. Vendo l'alloggio non l'usufrutto Sono una pensionata di 73 anni, con una pensione di 700 mila lire circa mensili. In seguito a infarto e relative cure, ho quasi estinto i pochi risparmi che avevo e ora, per le spese mediche, ho la necessità di nuove risorse finanziarie. Poiché sono proprietaria dell'alloggio ove abito, mi è stato suggerito di venderlo, per avere una rendita vitalizia, mantenendo l'usufrutto dell'alloggio stesso. Un alloggio simile al mio, nello stesso caseggiato, è stato posto in vendita a 180 milioni. D. S. - Torino Si può vendere la casa, mantenendo il diritto di abitarla (usufrutto) «vita naturai durante», ma ciò riduce il valore dell'alloggio. Penso che dovrebbe ricavarne (l'atto di vendita con usufrutto dovrà essere redatto da un notaio), da quanto mi dice, almeno 130 milioni, con i quali, rivolgendosi a una banca di prima importanza, potrà contrattare una rendita vitalizia tale da raddoppiare la sua pensione attuale.

Persone citate: D. S., Vega

Luoghi citati: Torino, Vaie