UNA ROSSANA SCARLAT PER MELANIA BLACK di Stefano Bartezzaghi
UNA ROSSANA SCARLAT PER MELANIA RLACK UNA ROSSANA SCARLAT PER MELANIA RLACK SELLeri hicomincia dove finisce BertrAND RusSELL. Non è da tutti: io dovrei inventare un AlceSTE EscoBAR. I casi di Enrico Cirone e Alberto Bertola sono notevoli perché il nome è anagramma del cognome. Tempo fa avevamo trovato qualche aitro esempio: un ignoto Giovanni Voganini, un critico jazz Giancarlo Roncaglia. Poi ho letto L'identità inventata, lo studio di Giulia Di Bello sui nomi e i cognomi dei trovatelli fiorentini dell'Ottocento (Centro Editoriale Toscano, Firenze, 1993). Molti i procedimenti di gioco usati dagli istituti, e si trovano qui e là anche gli anagrammi: Isabella Bellasai, Benigno Nebogni, Celina Naceli, Cirino Notici. Se ci provate, vedete che non è facile trovare molti nomi e cognomi, e quando dico «molti» intendo «molti»: lo Spedale degli Innocenti di Firenze, nel 1876, ha tenuto una media di più di cinque trovatelli ogni giorno. Occorre inventare dei sistemi di produzione automatica e infatti, con un buon anticipo su Marius Marenco e anche su «baco del calo del malo», ecco le rotazioni vocaliche: si inventa im cognome con la A per un bambino, al bambino successivo si sostituisce la A con la E, e così via: Addi, Eddi, Iddi, Oddi, Uddi; Atti, Etti, Itti, Otti, Utti; Aschi, Eschi, Ischi, Oschi, Uschi. Un'altra cosa che ho imparato dal libro di Giulia Di Bello è che i cognomi moralistici e beffardi (come Cascati, Disgraziati, Malaccorti, Succiamondi, Travagli, Scopai) normahnente venivano inventati dai parroci, al preciso scopo di additare il trovatello come frutto del peccato. Almeno altrettanta crudeltà ci sarà voluta, in un orfanotrofio piemontese, per battezzare un trovatello: Amore (nome) Fallito (cognome). Prima o poi bisognerebbe inaugurare un catalogo di nomi e cognomi fatto secondo i nostri soliti criteri. Ho messo in un libro alcu- FfWFRICK FOKSVTH ? ICONA LÀ VIGNETTA DI MARAMOTTI ni esempi della mia collezione, come la sindacalista Pia Lai (antipodo palindromo), il famoso prete Isehcram Marchesi (palindromo), eccetera. Poi però ho incontrato altri casi (come la Gisella Gallesi, che è un antipodo e una conoscente della signora Tocalli da Orbassano): fatalmente la tipologia si compbca. Lo si vede con il gioco del cambio. Se ne conoscono parecchi esempi, come Fabio Fazio, o come tutti i cambi di lettera finale: Dosso Dossi, Marino Marini, eccetera. Fra questi cambi, ora aggiungo Lya Lys, attrice scovata da Gianni Barbieri (Arpuilles, AO) fra i protagonisti di L'àge d'or, di Luis Bunuel. Sempre un cambio di consonante, ma in un senso diverso, si ha con il violinista Boris Pecker, menzionato nelle note all'edizione italiana di Leoni e Ombre, di Christopher Isherwood (traduzione di Chiara Vatteroni, Fazi editore, Roma). In Boris Pecker il cambio non va più da nome a cognome, ma da nome-e-cognome a nome-e-cognome, e mi sembra una differenza cospicua. Un caso analogo è quello di Simone Weil (scrittrice, 1909-1943) e Simone Veil (politica, 1927). Restando attorno a quello stesso catalogo, Luca Sedìgito (Parma) mi ricorda il palindromo costituito dal generale cambogiano Lon Noi, mentre Marco Morello (Castiglione TO) si è appuntato dalle ultime Olimpiadi un buon pallanuotista greco: Atanasious Papatanasious; e una buona fiorettista romena: Rossana Scarlat. Rossana / Scarlat è una tautologia, una vendetta per la Scarlet o Rossella che dice «Domani è un altro giorno». Dato che Melania viene da melos, nero, Morello si chiede giustamente se esisterà o meno qualche Melania Black, o Noiret.o Morello: ma questo dovrebbe dircelo lui. Stefano Bartezzaghi
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