Con Pellico e altri fantasmi

Con Pellico e altri fantasmi LA LETTERA DI O.d.B. Con Pellico e altri fantasmi CARO Bracalini, le sono molto grato per questo sfogo che mi conforta contro lo stridere avvertito in certi appelli patriottici sgradevolmente di circostanza o declamati senza fede e neppure comprensione come in un rito superstizioso per allontanare la sospettata bufera. Pronunciano nomi che molti hanno dimenticato, altri che non hanno mai saputo, altri ricordati secondo i capricci della memoria, per allontanare l'incombere fluviale di Bossi. Lei dice bene, caro Bracalini: «Le sbigottite platee nostrane che non saprebbero collocarli non dico con approssimazione di un decennio, ma nemmeno nel giusto secolo. E che dire del povero Silvio Pellico, assurto a notorietà non per essere stato bibliotecario diligente della marchesa di Barolo, ma Con Pe afant ellico tri asmi per opera di un mediocre e melenso libretto diventato arma formidabile di propaganda in mano dei più facinorosi, scritto non nei Piombi di Venezia, come sembra credere il presidente Scalfaro, forse più addentro alle vite dei santi, ma nel boemo Spielberg, mai onorato da una visita turistica di italiani all'estero né da una delegazione ufficiale debitrice almeno di un affranto ricordo e di un reverente omaggio postumo. Ma si sa che allora cattolici e sinistra internazionalista erano piuttosto inclini a demolire il mito borghese del Risorgimento e nei meeting di CI si faceva a gara, auspice il pensiero del filosofo crociato Augusto Del Noce, a insegnare ai futuri difensori della fede e della pace che Mazzini era un terrorista e Garibaldi un avventuriero a capo di una banda di manigoldi. Oggi che il Campidoglio è nuovamente minacciato dai barbari e le oche non danno affidamento si rispolvera il vecchio armamentario tornato buono in una impennata di afflato tricolore per esorcizzare, con sottofondo di Mameli, l'avventurismo secessionista del Bossi che, come l'accozzaglia garibaldina del '60, si appresta a sbarcare sul Po senza la benedizione del Clero...». Oreste del Buono Caro OdB, purtroppo le citazioni del nostro Risorgimento, negletto e poco vantato fino a ieri da quanti ne tentano un tardivo recupero antilega, dimostrano l'estraneità e il distacco, anche in termini di corretta vulgata, oltre che del nostro più recente passato (basta un chi era Badoglio? per mettere in crisi intere scolaresche), con la vita e la morte dei Maroncelli e martiri di Belfiore e compagnia bella, oggi rievocati come in seduta spiritica da officianti un po' scettici che vogliono provarle tutte a uso delle sbigottite platee nostrane... Romano Bracalini, giornalista Rai-Milano

Luoghi citati: Barolo, Belfiore, Milano, Venezia