Asti, truffa sui fondi del dopo alluvione Nuova bufera su Ducruet In cella il socio italiano di Sergio Miravalle

Asti, truffa sui fondi del dopo alluvione Asti, truffa sui fondi del dopo alluvione Nuova bufera su Ducruet In celia il socio italiano Gestiscono insieme una società edile Daniel si rifugia nel deserto marocchino ASTI. Dopo la «bufera rosa» che ha investito quest'estate il Principato di Monaco con il tradimento, in diretta o quasi, di Daniel Ducruet, sul capo del marito della principessa Stéphanie si addensa una pericolosa tempesta giudiziaria. A trascinare il focoso Ducruet nell'aula di un tribunale italiano non saranno le sue spiatissime esibizioni extraconiugali, ma gli affari con un commerciante astigiano, suo socio, arrestato ieri con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, L'inchiesta che ha portato in carcere Franco Chiarolanza, 49 anni, è partita dai finanziamenti da lui ottenuti dopo la disastrosa alluvione del novembre 1994 che sconvolse il Piemonte. Chiarolanza è titolare del «Center boutique», un lussuoso negozio di abbigliamento nel centro di Asti. La zona fu completamente allagata e Chiarolanza, denunciando la perdita di migliaia di capi firmati, dichiarò un danno di almeno 3 miliardi. Presentando perizie e fatture ottenne dal Mediocredito, grazie alla legge a favore degli alluvionati, duecento milioni a fondo perduto e oltre due miliardi e mezzo a tasso agevolato (3 per cento e con i primi due anni a tasso zero). Ma i soldi, secondo gli accertamenti degli uomini della Guardia di Finanza, guidata dal tenente colonello Claudio Peciccia e della Digos, sono finiti sotto forma di prestito alla «Armando Tom spa», una impresa edile milanese rilevata nel febbraio del 1995 dallo stesso Chiarolanza, con i fratelli Daniel e Alain Ducruet nel ruolo di presidente e consigliere di amministrazione. I legami tra Chiarolanza e i fratelli «imparentatisi» con i Grimaldi, risalgono a qualche tempo prima. Chiarolanza, che viaggia in Ferrari, ha ima boutique e vasti interessi immobiliari anche a Montecarlo, oltre che negozi a Sansicario e Portofino. Con i Ducruet, grazie ad un vorticoso giro di società, arriva a controllare la Torri di Milano, che ha ima sede di rappresentanza anche a Monaco e ottime referenze romane. La ditta è talmente ben introdotta da vedersi affidare dal Ministero dei Lavori Pubblici (prima dell'avvento di Di Pietro), tramite la Edil.Pro del gruppo Italstat, la costruzione di varie opere tra cui la nuova caserma del comando carabinieri, guarda caso, proprio di Asti. Il cantiere parte nel settembre dell'anno scorso, ma dopo pochi mesi il flusso di denaro si arresta, i dipendenti della Torri lamentano ritardi nel pagamento dei salari, i fornitori protestano. Il cantiere chiude, così come si ferma il lavoro appaltato, sempre alla Torri, all'ospedale di Acqui Tenne. Le falle pare siano tamponate con nuovi finanziamenti e prestiti bancari. Tra i soldi freschi e a basso costo, sono arrivati anche i milioni che Chiarolanza ha ottenuto dallo Stato come alluvionato, grazie ad una autodenuncia che secondo il procuratore di Asti, Sebastiano Sorbello, appare clamorosamente «gonfiata» rispetto al danno realmente subito. Tutti gli atti che si riferiscono alla Toni e ai suoi soci eccellenti sono stati trasmessi da Asti alla procura di Milano che dovrà indagare negli intricati bilanci della società. Intanto Chiarolanza è in carcere. Il figlio Davis indagato e la cognata Ermanna Passone agli arresti domiciliari. E Ducruet? Attualmente si è rifugiato nel deserto marocchino. Ma per lui, passate le caldi passioni estive",, si profila un brutto autunno. Oltre ai guai giudiziari, potrebbe vedersi vietato per sempre l'ingresso nel Principato, che ha così gravemente offeso. Sergio Miravalle Franco Chiarolanza, socio di Ducruet, arrestato ad Asti