A Bologna E guerra sulle «stragi rosse» di R. Cri.
A Bologna A Bologna E' guerra sulle «stragi rosse» BOLOGNA. Alle polemiche e ai dibattiti su Fosse Ardeatine e Foibe, si aggiungono ora quelli sulle uccisioni avvenute all'indomani della Liberazione in Emilia Romagna. Dopo la pubblicazione sul quotidiano «Il Resto del Carlino» di una lista di 190 omicidi compiuti a Bologna dopo il 21 aprile '45, il procuratore Ennio Fortuna ha deciso di fare luce sullo scoop. A «passare» il materiale al giornale è stato il consigliere di An Massimiliano Mazzanti e sulla lista sarebbe ben visibile la dicitura «comando dei vigili urbani di Bologna». Il pm si è già fatto consegnare la lista dal giornale e ha sentito l'autore dell'articolo come persona informata sui fatti. Inoltre, è già stato ritrovato il registro generale del 1945. Molti dei nomi citati nel documento sarebbero stati rintracciati nel registro insieme ad altri a cui verranno estesi gli accertamenti. Le reazioni politiche non hanno tardato. Cdu, Fi, e Ccd hanno presentato in consiglio regionale un progetto di legge per promuovere una ricerca sulla violenza politica dal 1944 al '48. Immediata la risposta del Pds di Bologna e del Prc dell'Emilia Romagna. «Emerge sempre più nettamente che da parte di alcuni esponenti del polo - ha scritto in un comunicato Salvatore Carolina, della segreteria Pds - questo interesse sui fatti del dopoguerra non ha altro scopo che la promozione di una becera e scalcagnata propagandi politica. Non vi è nessuna volontà di affrontare in modo serio un periodo drammatico della vita dell'Italia». Gli ha fatto eco Leonardo Masella, segretario del Prc regionale: «E' davvero ridicolo che la magistratura indaghi su fatti del '45 dopo che non è stata capace o non ha voluto scoprire le responsabilità della strage alla stazione di Bologna. Il capoluogo e tutta la regione hanno avuto migliaia di donne, vecchi, bambini torturati e assassinati dai nazifascisti. Auspichiamo che il Pds emiliano si opponga a questo assalto alla Resistenza e che la giunta regionale respinga il vergognoso progetto di legge». Ma il magistrato sembra intenzionato a proseguire nelle sue indagini. La ricerca si sposterà dagli archivi degli uffici giudiziari a quelli delle parrocchie per ottenere informazioni sulle persone «morte in seguito a ferita da arma da fuoco». L'autorità giudiziaria dovrà poi verificare se i presunti autori degli omicidi non siano nel frattempo deceduti, se non siano già stati celebrati i processi, se l'amnistia (quella firmata il 22 giugno '46 da Palmiro Togliatti che copriva i reati compiuti entro il 31 luglio '45 per motivi politici e quelle successive) non abbia estinto i reati. Mazzanti ha affermato in una nota di non credere alla validità dei processi celebrati 50 anni dopo i fatti. «Però credo ai gesti simbolici, alle iniziative tese sinceramente a riconciliare gli italiani con la propria storia». Per questo ha proposto di intitolare una strada o una piazza «alle vittime dell'odio comunista», [r. cri.]
Persone citate: Ennio Fortuna, Leonardo Masella, Massimiliano Mazzanti, Mazzanti, Palmiro Togliatti, Salvatore Carolina
Luoghi citati: Bologna, Emilia Romagna, Italia
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