« Lira in sala d'attesa » Bundesbank: nell'Uem l'Italia entrerà dopo

« « Lira in sala d'attesa » Bundesbank: nell'Uem l'Italia entrerà dopo FRANCOFORTE. Difficilmente l'Italia farà parte del gruppo dei Paesi che sin dall'inizio parteciperanno alla fase finale dell'Unione monetaria (Uem). A due giorni di distanza dalle dichiarazioni di Karl Otto Poehl, ex presidente della Bundesbank, sull'opportunità di escludere la lira dai candidati per l'Euro, due autorevoli esponenti della Banca centrale tedesca hanno ribadito il concetto: apprezzamento per gli sforzi compiuti dall'Italia e per i risultati conseguiti, ma nello stesso tempo la convinzione che per la lira sia opportuno restare qualche tempo in «sala d'aspetto». Hans-Juergen Koebnick e Ernst Welteke, entrambi componenti del consiglio direttivo dell'istituto di emissione, hanno rilasciato in proposito dichiarazioni insolitamente esplicite, accomunando, come Poehl, il caso italiano a quello spagnolo. In termini di convergenza verso i criteri del trattato di Maastricht, ha detto Koebnick «l'Italia è sulla strada giusta, ma ancora non ci siamo». Ancora più esplicito il messaggio di Welteke: «Se guardo ai criteri di convergenza e alla performance di Italia e Spagna, in considerazione degli sforzi che stiamo facendo in Germania per metterci in regola, ho una grande difficoltà a spiegare come i due Paesi potrebbero entrare nell'unione monetaria». Più in generale, la Bundesbank sottolinea che per l'adesione all'Uem non sono graditi sconti per nessuno. Koebnick ha detto che sarebbe preferibile un rinvio piuttosto che mia falsa partenza: «L'Uem non può decollare senza rispettare i criteri di convergenza. In questo caso sarebbe preferibile un leggero ritardo». Il nocciolo duro dei partecipanti, ha continuato l'esponente della Bundesbank, sarà costituito da Francia, Germania e Benelux. A questi Paesi, grazie al successo degli sforzi compiuti nel risanamento dei conti pubblici, si aggiungerà l'Irlanda. Le reazioni degli economisti italiani alle uscite degli uomini di Bundesbank partono dall'invito a una maggiore prudenza espresso da Mario Baldassarre docente di politica economica a La Sapienza: «Basta con questo ping-pong tra Italia e Germania per cui di fatto è come se il nostro Paese tentasse di entrari; allo stadio senza pagare e i tedeschi volessero convincerci a pagare ma tenendoci fuori». E Fabrizio Onida, commissario straordinario dell'Ice, ha ricordato che «i numeri cui fanno riferimento i tedeschi sono ancora da esaminare nel '98, al momento giusto. Oggi sull'inflazione e sul deficit ci sono ampi margini per riportarsi verso i termini previsti. In ogni caso Maastricht supporrà una scelta politica basata sui criteri che i trattati prevedono».

Persone citate: Ernst Welteke, Fabrizio Onida, Karl Otto Poehl, Mario Baldassarre, Welteke