Riina testimonial del «Nord» Il giornale di Vimercati: lui non ci vota di Raffaella Silipo

Mina testimonial del «Nord» sQ&6j Mina testimonial del «Nord» Il giornale di Vimercati: lui non ci vota LA TESTATA DEI LUMBARD O non vado sul Po, voto Berlusconi». C'è il volto non propria- I ■ mente celtico di Salvatore Riina sulla prima pagina de «Il Nord», neonato quotidiano leghista: un colpo al cerchio della secessione (per la discutibile serie «Meridione uguale mafia»), uno alla botte dell'inimicizia con l'ex alleato (e qui la serie è «Cavaliere, the dark side of Lombardia»). Poi, trionfale, il titolone di apertura: «Nasce Padania, il Palazzo trema». Ma «Il Nord» è titolo solo provvisorio, infatti Daniele Vimercati, probabile futuro direttore in attesa «di garanzie» (questo numero lo firma Luca Marclù), indice tra i lettori un referendum sul nome del quotidiano. «Fosse per loro - scrive nel fogliettone Sergio Saviane, attaccando i nemici storici - i terroni lo chiamerebbero "La primula del Po". La Pivetti "Il khomeinista" e Berlusconi "Il corriere delle rane"». Ricorda anche, Saviane, Gianni Brera, che poco prima di morire sognava di fondare «La voix du Nord» in cui, a onor del vero, avrebbe lasciato scrivere «tutti i terroni». Sedici pagine a cinque colonne, formato tabloid, tremila lire, editri- ce Alta Brianza srl, la linea politica del «Nord» la dà Vimercati, nell'articolo di fondo: «Sono i furbi di ogni genere che da anni prosperano alle spalle dello Stato assistenziale a non volere l'indipendenza della Padania - avverte -. Sono i dipendenti pubblici imboscati con la complicità dei partiti, i falsi invalidi, i forestali calabri che ricevono fondi statali senza aver mai pagato una lira al fisco, i cortigiani delle camere e quelli dei ministeri, nonché i mille pennivendoli sfaccendati della Rai di Roma e i funzionari corrotti». Per Vimercati a guidare questo «esercito di patriottici profittatori» c'è un «museo degli orrori composto da Silvio Pellico Scalfaro, Balanzone Prodi, Poliziotto Napolitano e Turacciolo De Mita». A favore invece dell'indipendenza del Nord ci sarebbe un'altra Italia, quella dei fessi. «Siamo noi che paghiamo tutto fino all'ultima lira e che vediamo sparire in tasse i nostri soldi con la benzina a duemila lire q i titoli che hanno perso il 30% in un anno». Per i fessi che lavorano «non può esserci niente di peggio di questo stato corrotto fondato sul sopruso, sulla raccomandazione, compro- messo con la mafia e lassista con gli extra comunitari clandestini. Questo lo devono capire i politici, al Nord la gente è stanca, vuole uno stato nuovo, una libertà nuova. Ci piacerebbe credere in un federalismo possibile, ma diciamo chiaro e tondo che è meglio romperlo, questo Stato, piuttosto che tenerlo così». Seguono a pagina dieci gli esteri, a pagina undici l'economia, a pagina dodici le cronache dal meridione. Nell'economia, naturalmente, si fa 0 calcolo di quanto ricco sarebbe il Nord se non avesse il Sud a traino. E negli esteri si esamina la nuova Europa, quella che vede «la crisi dello Stato-nazione e del sistema centralista». «Corsica e Bosnia, repubblica Ceca, Paesi baschi e Catalogna». L'evoluzione della forma statale, ammonisce «Il Nord», «può avere esiti diversi. Dai conflitti regionali al terorrismo locale. L'importante sono le risposte». Già, concorda il solito, beffardo, «Cuore», tutto sta nel capire quanto valgono le risposte di Bossi. Il settimanale satirico l'ha già deciso. E manda in edicola un numero monografico sui Carroccio, con tanto di «Allarme mascarpone - Bossi lancia l'offensiva finale contro il Sud» in copertina e libriccino in omaggio dedicata al senatur, un'antologia di vignette e corsivi acuminati dal titolo eloquente: «E se fosse un pirla?». Raffaella Silipo sQ&6j La prima pagina di «Cuore» e, a destra, la prima pagina del «Nord»

Luoghi citati: Bosnia, Catalogna, Corsica, Europa, Italia, Lombardia, Paesi, Roma