«Che giornata! Finalmente abbiam trovato il nostro Graal»

«Che giornata! Finalmente abbiam trovato il nostro Graal» «Che giornata! Finalmente abbiam trovato il nostro Graal» T»TT* POCHI MA «SCELTI» E CRISSOLO alle 17 e 15, il Baffo di Barolo, la guardia verde senza nome («con i giornalisti è vietato parlare» mormora dietro i mustacchi all'Uniberta), fece finalmente un passo indietro dopo nove ore: sulla pietra sacra della sorgente del Po a Pian del Re, lambita dalle acque sante, posava il piede Umberto da Cassano Magnago. La lunga attesa, dalle otto dei mattino immobile sul posto, era stata premiata. «Fuori l'ampolla» ordinava intanto con gli occhi Remo Baudino da Saluzzo («onesto lavoratore dipendente e di più non vi dico»), gran maestro di cerimonia. E si facevano avanti Ilaria e Marisa da Cuneo, sui vent'anni o poco più, bionde e ben truccate, anche loro in posizione da tempo: una delle due apriva l'astuccio, tipo confezione di Natale (ovviamente in verde), ed ecco la famosa ampolla di Murano. «Sembra la grappa Nonino» sussurrava commosso in terza fila una camicia verde di Paesa- na ed i vicini lo fulminano con lo sguardo. «Ecco l'acqua del Dio Po sillaba intanto Umberto, gran sacerdote in maglione - immanente a tutte le cose, ai fiori, agli alberi, ai fanciulli della nostra pianura...». «E' fatta, siamo liberi - esulta la camicia verde di Racconigi - abbiamo trovato il nostro Graal. Che giornata...». Eh sì, non capita tutti i giorni una scena del genere: centinaia di giornalisti da mezzo mondo (9 spagnoli, 5 della Bbc, tanti gli svizzeri e i francesi) radunati alla sorgente del Po a registrar la liturgia del leader del Carroccio, a inquadrar fin dal mattino la lapide con Alberto da . Giussano (opera di Lorenzo Monge di Costigliole Saluzzo) fissata con il cemento sulla pietra. Le telecamere ad inseguire l'ampolla che corre verso la pianura grazie a due tedofori che sembran scappati da un film di Fellini mentre cala la sera sul pianoro: Nando, 72 primavere, e Beppe, 74, una gran maglietta bianca con su stampato «I love Padania». E il pubblico soprattutto; pochi curiosi, poco folclore, nessuna bancarella da sagra paesana; altro che festa, come voleva la Pivetti, questa è truppa scelta, un'avanguardia tesa, decisa, pronta a seguire alla lettera le immagini e le sfide del leader. Certo, ci sono le camicie verdi, ma anche gli altri hanno l'aria di esser arrivati a un punto importante, di aver scalato la loro montagna sacra. Con ogni mezzo. C'è, ad esempio, chi ci è arrivato in bici. Alessandro Aiosa Bosio, che arriva poco prima del leader da Luserna San Giovanni dopo tre ore di pedalata in salita. Sulla maglia reca la scritta: «1° giro ciclistico della Padania». «Prodi - grida con il fiato che gli resta in gola - qui si pedala sul serio». Poi lascia la bicicletta, riempie la borraccia e improvvisa il suo comizio. «Mia mamma è piemontese, mio papà, e ci tengo a dirlo, è siciliano». Anche con lui, però, le camicie verdi sono inflessibili: «circolare, circolare» ripete un berretto blu alla John Wayne. «Stanotte - confida - ho dormito qui». Qui al rifugio? «Macché rifugio. Qui, proprio qui, davanti al Po». E perché? «Ho ordini precisi: alla stampa non rivelo i nostri segreti. Siamo qui per garantire la sicurezza. In silenzio». «Era importante - commenta però il parlamentare Mario Barrai, almeno lui autorizzato a parlare scongiurar sul nascere gli incidenti. E' stato facile per la collaborazione della polizia. I punti caldi so¬ no Torino e Cremona...». Già, questa è una festa di piemontesi della montagna, anche se un tizio in braghe corte arriva da Parma. «Sono architetto - si presenta - leghista dall'89, prima ero radicale. Se voglio la secessione? Ne voglio due: una da Roma e l'altra con la rinascita di Parma e Piacenza. I nostri guai sono cominciati quando ci siamo allargati a Guastalla...». Sulla montagna, intanto, spuntano i falò. Chi sono? Ma gli indiani I DIRITTI DEI CITTADINI PADANI 1] Ogni cittadino padano ha il diritto alla libertà, all'educazione, al lavoro, alla salvaguardia della vita privata e ad una giusta informazione. 2] cittadini padani non possono essere costretti a servire nessuno, neppure i propri connazionali. Poiché una ordinata milizia è necessaria alla sicurezza di ogni libero Stato, essi partecipano alla difesa nazionale attraverso la volontaria adesione alla Guardia Nazionale Padana. 3] La famiglia è la prima e vitale cellula della società. I cittadini padani hanno diritto a fondare una famiglia, a vivere secondo le loro secolari tradizioni e a darsi istituzioni e regole che corrispondono ai valori in cui credono. 4] Essi hanno il diritto di autogovernarsi, di scegliere nel loro seno e di controllare le persone alle quali affidare il compito di gestire gli interessi comuni, in primo luogo gli insegnanti, i magistrati e le forze dell'ordine. Tutti i dipendenti pubblici, inoltre, verranno assunti con contratto a termine di diritto privato. 5] Hanno il diritto di rifiutare ogni onere economico e giuridico che venga loro addossato senza il loro esplicito consenso. Hanno altresì il diritto di determinare la quantità delle risorse finanziarie necessarie a gestire i pubblici servizi di cui abbisognano 6] I cittadini padani considerano la loro comunità aperta verso tutti gli altri uomini e donne. 7] I cittadini padani riconoscono il dovere di aiutare quanti, senza loro colpa, non riescono a raggiungere un livello di vita eguale al loro. Ma questi aiuti devono essere esclusivamente incentivi a produrre ed a creare altre risorse. 8] I diritti e le libertà delle Stirpi che compongono la Nazione Padana saranno tutelati dalle istituzioni, così che l'identità di queste Etnie, Comunità Naturali e Popoli possa conservarsi e svilupparsi senza incontrare ostacoli diversi dal reciproco rispetto e dalla necessità di favorire scelte e decisioni comuni. 9J Le istituzioni della Repubblica Federale Padana saranno basate sulla inviolabilità dei diritti e delle libertà individuali. 10] La Repubblica Federale Padana riconosce ai Comuni ed ai loro Governi liberamente eletti l'incomprimibile diritto di disporre senza vincoli delle loro risorse. Cani «leghisti» e stendardi del Carroccio a Pian del Re Nella pagina a fianco il corteo delle camicie verdi Pagliarini: è come una bella fiaba che si avvera

Persone citate: Alessandro Aiosa Bosio, Baudino, Fellini, John Wayne, Lorenzo Monge, Mario Barrai, Murano, Nonino, Pagliarini, Pivetti