« Una rete internazionale contro la corruzione» di Fabio Galvano

« Il sostituto Greco: no alle leggi che vogliono permettere la costituzione di fondi neri all'estero « Una rete internazionale contro la corruzione» Mani Pulite a Cambridge: i successi di 4 anni sono a rischio CAMBRIDGE DAL NOSTRO INVIATO Soltanto la collaborazione internazionale può fare argine alla corruzione; perchè senza quella, spiega il sostituto procuratore di Milano Francesco Greco, «finisce che le autorità giudiziarie si fermano ai confini mentre i capitali illeciti girano per il mondo con la velocità della luce». Da Tangentopoli a Cambridge, pensando al futuro: ospite, con il collega Carlo Nocerino, dell'annuale simposio universitario che il Jesus College dedica alla criminalità economica, puntando quest'anno i riflettori sul «nemico dentro» che è la corruzione. I successi di «Mani pulite», applauditi a Cambridge, sono evidenti: 3200 incriminazioni, 671 rinvìi a giudizio, 266 condanne (per ora). «Risultati eccezionali», dice il magistrato. Quattro anni che rischiano però di spegnersi, secondo Greco: «Per impedire che il fenomeno riprenda occorrono regole nuove». E non, come fa eco Nocerino, le «pericolosissime» leggi vagheggiate in Italia e altrove per decriminalizzare la costituzione di fondi neri all'estero se questi sono per il bene strategico della società e non per l'arricchimento personale di chi li crea. Quello che ci vuole, dice Greco, è «un nuovo sistema di controlli e normative preventivi»; in definitiva che «la trasparenza si affermi come modo di essere delle società di capitale». Il cardine di quella trasparenza, spiega il giudice Greco, si compone di tre elementi: la lotta contro i fondi neri delle società, che «in alcuni Paesi non sono neppure reato»; il collegamento internazionale fra le tematiche dei fondi neri e del riciclaggio di denaro; la rinuncia, da parte di certi Paesi, dell'attuale sistema d'opposizione alla richiesta di rogatoria, «incompatibile con le esigenze investigative» («Se avessimo saputo nel 1981 del Conto protezione di Craxi e Martelli - dice - la storia d'Italia sarebbe cambiata. Ma gli svizzeri hanno impiegato 13 anni per darci le informazioni»). Oggi ci sono 500 rogatorie per le quali i magistrati di Milano attendono risposte: da Hong Kong, Bahamas, Lussemburgo. «Come possiamo concludere le indagini se la parte economica non è risolta?» I fondi neri, ha detto Greco, non servono solo per la corruzione politica: «Servono anche a operazioni riservate, insider trading, acquisizioni occulte di società, sottrazione di utili ai soci. Tale sistema si regge solo con la collusione delle banche, che utilizzano i sistemi off-shore». Ecco un altro motivo per cui la collaborazione intemazionale è essenziale, «visto che le banche si prestano a quest'attività di riciclaggio». Solo quando ci sarà la necessaria trasparenza (e cita l'esempio Usa, dove è perseguibile anche chi corrompe cittadini di un altro Paese) sarà possibile chiudere il libro del passato. L'«allarmante» realtà, secondo il giudice Nocerino, è la «somiglianza fra il mondo delle tangenti e quello del denaro sporco di origine mafiosa». E per quanto riguarda il riutilizzo dei fondi neri esteri, egli aggiunge, «dobbiamo porci l'interrogativo se davvero l'impiego di fondi extracontabili, come si giustificano molti amministratori di società, può essere ritenuto funzionale, una questione non solo patrimoniale ma anche strategica». Lui ha già una risposta; e per questo si oppone alle richieste di amnistia o all'ipotesi del premier francese Juppé di ridefinire il reato di abuso di beni sociali per limitarlo ai soli casi di arricchimento personale. «Quello che occorre invece è l'omogeneizzazione internazionale delle discipline penali». Fabio Galvano

Persone citate: Carlo Nocerino, Craxi, Francesco Greco, Greco, Nocerino

Luoghi citati: Bahamas, Cambridge, Hong Kong, Italia, Lussemburgo, Milano