L'amata Dimitra erede universale di Papandreu
L'amata Dimitra erede universale di Papandreu IL RINVIO MEDICINA SBAGLIATA civiltà. Ci fu persino uno scontro armato, nel secolo scorso, intorno alla metà degli Anni Quaranta, durato meno di un mese ma accanito, fra i Cantoni più liberali e quelli conservatori e austriacanti del Soìiderbund, in un certo senso precorritori della Lega oggi concepita da Bossi: l'ultima e breve guerra combattuta dagli svizzeri, che consolidò definitivamente, per tutta la Confederazione, il progresso costituzionale dei Cantoni. Noi italiani siamo debitori alla Svizzera uscita vittoriosa da quel conflitto di un esempio al quale ispirarci nell'impegno imminente che ci attende per dare al nostro Paese, nelle forme più chiare e nette, un'impronta meno accentrata. Sempre sulla via di un continuo progresso e ammodernamento e ampliamento di confini, verso un federalismo europeo: che fu l'aspirazione del più moderno antifascismo e della migliore Resistenza. Proprio all'opposto di quel meschino rimpicciolirsi e rinchiudersi nel particolarismo egoistico propugnato da Bossi, che si direbbe ricalcato sul modello ottocentesco del Sonckrbund. E mi piace qui ricordare le pagine che Norberto Bobbio pubblicò, all'indomani della liberazione, sul federalismo europeo. Oggi, dunque, la direzione da prendere, per finalmente opporci all'invadenza ormai insopportabile del centralismo del nostro Stato, è soltanto quella di un coraggioso, moderno federalismo. Ma lo si vorrà veramente capire e farlo proprio? E soprattutto, realizzarlo? E' questa perdurante incertezza che, come dicevamo, non ci permette di essere troppo «sereni». Bisogna dunque agire, senza troppi indugi, o troppo ottimismo. Occorre muoversi; non limitarsi adire: «faremo», li male da combattere è presente; si snoda già, un giorno dopo l'altro, sotto i nostri occhi. Troppo pochi passi si sono fatti, nella giusta direzione. Non basta promettere futuri interventi nei riguardi di possibili comportamenti illegali che ancora non si sarebbe- ro verificati. C'è già in atto una responsabilità «politica» e «parlamentare», rispetto alla quale qualche decisa presa di posizione e qualche provvedimento mi pare si impongano. La cronaca di questi ultimi giorni ce ne fornisce esempi a bizzeffe. E altri, crediamo, verranno ostentati nelle prossime ore. E poi, come si fa a non rendersi conto della gravità di certi atteggiamenti, del danno immenso diretto o indiretto - che essi producono, se non teniamo conto di altri problemi non meno gravi, come la crescente disoccupazione, o l'impari lotta per ridurre il debito pubblico? Non vogliamo far dell'inutile catastrofismo; ma neanche rinviare tutto al futuro che inesorabile ci attende. Alessandro Galante Garrone Aperto il testamento L'amata Dimitra erede universale di Papandreu ATENE. Faranno discutere i testamenti del premier greco Andreas Papandreu, aperti ieri davanti a un giudice ad Atene: ha lasciato tutto alla terza moglie Dimitra, mentre ha ignorato completamente i suoi quattro figli. La villa di famiglia, l'archivio personale e tutti gli averi del leader socialista andranno alla adorata consorte, più giovane di lui di 36 anni, che nelle sue ultime volontà (messe nero su bianco prima nel 1990 e poi nel 1993) descrive come 1'«unico amore della mia vita». «A Dimitra devo la vita tre volte perché mi ha appoggiato sentimentalmente e moralmente, perché è stata attaccata dai miei nemici e da quegli amici che mi consideravano un ostacolo per le loro ambizioni», ha scritto Papandreu, deceduto il 23 giugno all'età di 77 armi. «Quando morirò prego tutti i miei amici di aiutarla», si legge tra le sue ultime volontà. [Agi]
Persone citate: Alessandro Galante Garrone, Andreas Papandreu, Bossi, Norberto Bobbio, Papandreu
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