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New York capitale del revival del ballo in smoking e abito da sera New York capitale del revival del ballo in smoking e abito da sera Vecchio tango, che passione ROBERT Duvall aspetta che si faccia notte, si mette il vestito scuro e porta Sharon in pista. Va pazzo per il tango e va pazzo per la moglie, il che per lui è quasi la stessa cosa dato che la moglie è insegnante di ballo. Di giorno invece scrive la sceneggiatura del film che consacrerà la sua carriera e che non può che intitolarsi «Tango». Duvall è pronto a scommettere che sarà un successo. Non c'è bisogno di essere Ph D per accorgersi che gli americani sono presi dalla frenesia del ballo vecchio stile: ballano il tango, il fox trot, il twist, il charleston, la samba, il rock'n'roll, il valzer, il boogie woogie, lo shake. New York è la capitale del revival dei passi in smoking e abito da sera. Sembrano tornati i tempi sciccosi del St. Regis, del Carlyle, del Plaza. Se di «Cotton Club» ce n'è stato uno solo, aprono tanti locali che vorrebbero resuscitare l'atmosfera da elegantoni Anni 20 e Anni 30.1 ventenni si sbarazzano delle scarpe da ginnastica e delle t-shirts e si vestono classici per un giro in pista. «Signorina, gradisce questo ballo?». Allora «Let's dance», come cantava David Bowie. Torna l'era uccisa dal johntravoltismo e i maschi di moda seducono con un tango caliente come Al Pacino in «Profumo di donna». Dicono che funzioni. Quest'anno 15 mila americani si sono iscritti all'«Associazione dancers dilettanti». Le balere di lusso fanno soldi e i concorsi di rock'n'roll sono tra i programmi più seguiti. Hollywood ha fiutato il fenomeno, e non solo Duvall. Si annunciano drammi sdolcinati come «Let it be me», che racconta di una coppia ossessionata da un trofeo di ballo, e «Tropicana», incentrato su un gruppo di ballerini dell'Avana. Per gli appassionati tanta foga è un'immersione nell'innocenza perduta, il contrario di «Dirty Dancing». E se l'America dei buoni sentimenti ripartisse da un tango? Gabriele Beccaria