«Chi gioca al Lotto salva un monumento» di Maria Grazia Bruzzone

«Il fine giustifica i meni» Veltroni e Vìsco: ricaveremo 200 miliardi, si parte nel '97. Si potranno seguire i lavori su Internet «Chi gioca al Lotto salva un monumento» Un 'altra estrazione al mercoledì per finanziare i restauri ROMA. Giocare al lotto? Soldi buttati, pensano coloro che non sono ancora stati catturati dalla crescente mania di sfidare la fortuna, di legare alla magia dei numeri la speranza di facili guadagni. Presto non lo si potrà più dire. Anzi. Lo Stato ha deciso infatti di istituire, accanto alla tradizionale estrazione del sabato, una nuova giocata extra il mercoledì, i cui incassi saranno usati per restaurare e conservare i beni culturali italiani. Insomma, gioca al lotto per salvare un palazzo, un'arena, una chiesa, un castello, un archivio in rovina. Così devono aver pensato i realisti ministri dei Beni Culturali Walter Veltroni e delle Finanze Vincenzo Visco, che hanno avuto l'idea e l'hanno raccontata ieri in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Niente di nuovissimo. «In Gran Bretagna, terra di giocatori e scommettitori, è da anni un'esperienza positiva e consolidata», mette le mani avanti Veltroni. E ricorda come investire nei Beni Culturali italiani sia una scelta strategica del governo, indicata nel programma dell'Ulivo. I tecnici hanno calcolato che il nuovo lotto-cultura dovrebbe portare nelle casse del ministero 200 miliardi ogni anno. Mille in cinque anni. Mica poco, considerando che il patrimonio di cui possono disporre i Beni Culturali è di 500 miliardi annui. Non solo. «In questo modo si configura un rapporto attivo fra il cittadino e la tutela dei beni culturali. Una sorta di "do ut des" garantito dalla trasparenza della destinazione dei fonda», spiega Veltroni. Non manca, ovviamente, il risvolto occupazionale. «Investire ogni anno 200 miliardi significa attivare 2500 posti di lavoro, per non parlare delle future ricadute, perché molti dei beni restaurati saranno occasione di visite, e di altro lavoro indotto», aggiunge Veltroni. Che conta di moltiplicare ancora fondi e occupati coinvolgendo i privati nelle opere di restauro e utilizzando i contributi dell'Unione Europea. Visco spiega altri aspetti tecnici. Racconta che di solito i ricavi del lotto vanno a finire nel gran calde¬ rone della finanza statale e che è la prima volta che se ne destina una parte a fini particolari: a questo scopo servirà una leggina, che farà parte della Finanziaria. Racconta, Visco, che in Gran Bretagna, dove la National Lottery incassa ogni anno 13.000 miliardi, il 28% viene usato non solo per la conservazione di beni, ma per attività e iniziative culturali. In piena trasparenza. I cittadini possono infatti con¬ trollare su Internet che cosa ha fatto lo Stato con quei soldi. Lo stesso si farà in Italia. I fondi serviranno a restaurare, recuperare, conservare non solo beni culturali ma archeologici, storici, archivisti- ci, sparsi su tutto il territorio nazionale. Beni dello Stato ma anche degli enti locali o della Chiesa, in base alla convenzione (prevista dal Concordato) che lo stesso Veltroni firmerà domani. Il ministero ha già selezionato i primi cinque progetti, dove i cantieri apriranno nei primi mesi del '97. L'Albergo dei Poveri di Napoli, palazzo settecentesco edificato da Carlo di Borbone come ricovero di vecchi e bambini, il cui sfacelo architettonico e umano ò stato descritto mirabilmente da Anna Maria Ortese nel suo primo libro II mare non bagna Napoli. Lo splendido castello secentesco di Venaria Reale, alle porte di Torino, adattato a residenza reale di campagna e sistemato da Filippo Juvarra, uno dei grandi architetti torinesi del "700. Ancora. Il castello normanno di Melfi, che si pensa di trasformare in museo per i reperti della Basilicata. L'ampliamento della Pinacoteca milanese di Brera, che dovrebbe diventare un «polo museale» con Palazzo Citterio, raro esempio di rococò mitteleuropeo. E il Palazzo della Ragione, carico di affreschi trecentpschi, che il Comune di Padova ha già cominciato a restaurare. E intanto Visco annuncia che il biglietto della Lotteria di Capodanno non avrà più effigiata la Raffaella Carrà di turno ma il quadro di un artista, tal Piruga, vmeitore di regolare concorso. Maria Grazia Bruzzone