«licenza di copiare all'esame» «Il Consiglio di stato assolvere uno studente di salerno»

«licenza di copiare all'esame» Preso in flagrante durante la prova di maturità, era stato sospeso dal ministero «licenza di copiare all'esame» 77 Consiglio di Stato assolve uno studente di Salerno ROMA. Ragazzi, tranquillizzatevi: anche se verrete colti in flagrante a copiare durante la prova, d'esame della maturità (con l'inevitabile annullamento della prova e l'esclusione da tutte le altre), alla fine potrete passarla liscia, perché vi considereranno responsabili di un peccato solo «veniale». L'assoluzione dell'alunno che copiava nel corso di una prova scritta dell'esame di maturità è stata sancita dai giudici del Consiglio di Stato, che, invece, ha bocciato una volta per tutte le tesi del ministero della Pubblica Istruzione. E per migliaia di alunni colti in flagrante è la fine di un incubo. Cam- biano i tempi, quindi, e si allenta la morsa degli implacabili controllori che sfilavano arcigni tra i banchi. Era successo che un alunno di un liceo scientifico di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, era stato trovato in possesso di «un foglietto sul quale era riportato lo svolgimento parziale» di uno dei quesiti in cui si articolava la prova d'esame. Come conseguenza di questa «flagranza» di reato scolastico, la commissione esaminatrice aveva annullato la prova scritta di matematica, una decisione che comportava l'esclusione del candidato dalle ulteriori prove, «per accertato tentativo di plagio». Già in primo grado, peraltro, il tribunale amministrativo regionale della Campania aveva dato torto al ministero sulla base della considerazione che l'alunno non aveva perpetrato una vera e propria frode in quanto scoperto a copiare prima di consegnare la prova. Secondo il Tar, perché ci sia frode «si deve determinare un effetto sulla prova di esame, in modo da indurre, in concreto, una valutazione positiva che non sarebbe stata, altrimenti, possibile». Di diverso avviso era però il ministero, secondo cui l'alunno era comunque responsabile di «un'azione finalizzata a fargli conseguire un vantaggio e a trarre in inganno la commissione». E infatti - secondo il ministero - si doveva tener conto delle norme di legge che ricollegano l'annullamento della prova «sia alla consumazione che al tentativo della frode». •Ma il supremo organo della giustizia amministrativa non ha condiviso la posizione del dicastero, considerato anche che l'alunno era stato sorpreso a copiare solo al quarto quesito della prova (dopo aver risposto in maniera sufficiente ai primi tre). Inoltre - secondo il Consiglio di Stato - la frode è da escludere perché «non si è in presenza di reato di cui la commissione esaminatrice si sia avveduta correggendo l'elaborato, ma invece di un semplice tentativo svelato al suo inizio». Insomma, è licenza di copiare. Le reazioni non mancano. La sentenza del Consiglio di Stato potrebbe dare l'impressione, sbagliata, che d'ora in poi si possa farla franca copiando agli esami ma questo non è vero perchè la scuola si basa su criteri pedagogici e didattici e non su norme giuridico-processuali. Questo, in estrema sintesi, il commento del presidente dell'Anp (Asdociazione dei capi d'istituto), Giorgio Rembado, il quale peraltro sottolinea che bisognerà valutare gli esatti termini della motivazione della sentenza. «Questo genere di sentenze, in ogni caso - ha detto Rembado - innesca un rischio fortissimo: che vengano compromesse le corrette valutazioni degli allievi o dei candidati agli esami, rispetto alle regole pedagogico-didattiche proprie degli operatori scolastici. Sono sentenze, infatti, che intervengono in un campo di attività estraneo, dal punto di vista sostanziale, a quello del puro e semplice diritto», [r. cri.] Copiare in aula da oggi è meno grave

Persone citate: Giorgio Rembado, Ragazzi, Rembado

Luoghi citati: Campania, Nocera Inferiore, Roma, Salerno