«Una bugia su Pennino, ma c'era un motivo»

«Una bugia su Pennino, ma c'era un motivo» Don Masino: mentii a Falcone «Una bugia su Pennino, ma c'era un motivo» IL CONFRONTO IN TRIBUNALE E CCO i passi salienti dell'interrogatorio di Buscetta. Avvocato Coppi: Signor Buscetta, quando è stato estradato in Italia? Buscetta: Nel 1984. C: Le risulta che nel 1984 Andreotti faceva parte del governo? fcNo. C: Sa che Andreotti si interessò per farla estradare? LtNo. C: Ha ricevuto aiuti economici dal governo italiano? B.: I primi aiuti mi sono arrivati nel 1992. Nel 1988 ho ricevuto 200 milioni, devoluti ai miei familiari. C: Lei oggi ha un'occupazione? B.: No. Il sostentamento mi viene dallo Stato italiano. C: E sono soldi sufficienti per pagarsi le crociere in estate? B.: No. Ho guadagnato dei soldi con qualche libro. (...) C: Ricorda di aver detto al giudice Falcone, nel 1984, di essere affetto da tubercolosi renale attiva? No, io ho sempre dichiarato di fingere quella malattia. C: No, lei dichiarò «ero affetto...». B.: Avrò detto così. C: Quindi lei ha mentito al giudice Falcone? B.: No, io a Falcone gliel'ho spiegato che fingevo... Si sarà dimenticato... Dissi così perché la mia cartella clinica diceva così. C: Guardi che il giudice Falcone l'ho conosciuto anch'io, e se lei diceva una cosa lui verbalizzava quella. Dal verbale non risulta che lei disse a Falcone che non era vero, quindi ha mentito. Falcone le chiese di Gioacchino Pennino senior? B.: Dissi che non era mafioso. C: Anche in questo caso ha mentito... B.: Ma c'era una ragione. C: Questo non mi interessa. (...) t: Da Badalamenti lei seppe chi voleva far morire il generale Dalla Chiesa? BuNo. C: Tanto per andare per le spicce, le risulta che Andreotti diede l'ordine di far ammazzare Dalla Chiesa? B.: Per l'amor di Dio, no. (...) C: Lima le ha mai parlato del suo coinvolgimento diretto con Andreotti per gli affari riguardanti Cosa Nostra B.: No, Lima non mi ha mai fatto nessun accenno ad Andreotti. C: Come ha appreso che il referente nazionale di Lima per Cosa Nostra era il senatore Andreotti? B.: Data e circostanze non le ricordo. I fatti erano a conoscenza di tutti. C: Tutti? Se io andavo a Palermo e chiedevo in giro chi era il referente nazionale dell'onorevole Lima mi rispondevano Andreotti? B.: Io credo di sì. Avvocato, io sono stato quattro anni e mezzo nel carcere dell'Ucciardone. L'ingresso degli uomini d'onore era continuo, e queste cose le sapevano tutti. C: E non ne sa indicare una, di queste persone? B.: Non una, io le dico tutte. (...) C:Che cosa le diceva Falcone quando lei non voleva parlare dei rapporti tra mafia e politica? B.: Lui chiedeva, ma io non ne volevo parlare. C: Di Andreotti non disse nulla a Falcone, nemmeno in via riservata? BrfNo. C: Nonostante il suo rapporto confidenziale col giudice Falcone? B.: Ma era una confidenza da imputato a giudice istruttore... (...) C: Lei sa di rapporti diretti tra i cugini Salvo e il senatore Andreotti? B.: No, so che i Salvo potevano andare da Andreotti... t: I fatti! B^ Di fatti conosco solo la visita che mi ha raccontato Badalamenti, con Salvo, nello studio del senatore Andreotti. Li Dove e quando Bontade le parlò del delitto Pecorelli? B.: Fu a Palermo; quando non lo ricordo. Io non sapevo nemmeno che Pecorelli era stato ucciso. Chiesi a Bontade chi fosse, e lui mi disse qualcosa. Non è facile ricordare tutto. Disse: l'abbiamo fatto noi perché ce l'hanno chiesto. C: Lei non diede importanza a una notizia che in qualche modo riguardava Andreotti? B.: No, a quell'epoca avevamo altri problemi... Comunque il movente erano sempre cose che potevano uscire con Andreotti. C: Bontade le disse che l'omicidio fu chiesto direttamente da Andreotti? Bj No, ha sempre parlato di interesse di Andreotti. (...) C: Badalamenti le disse chi aveva commissionato il delitto Pecorelli? B.: No. C: Sulla base di quali fatti lei afferma che l'omicidio fu fatto nell'interesse di Andreotti? Bj Per la circostanza che Andreotti era intimo amico dei Salvo... C: E che era l'unico amico dei Sal¬ vo? B.: Non ho detto questo... C: Dunque l'interesse del senatore Andreotti è una sua deduzione? 3.: Sì. C:Ha chiesto qualcosa a Badalamenti a chiarimento di quell'omicidio? B4N0. (...) C: Bontade le ha mai detto di aver fatto dei favori ad Andreotti? 3.: No. C: Sa qualcosa del contenuto dei documenti in possesso di Pecorelli che potevano danneggiare il senatore Andreotti? B^No. Cr Le risulta che Dalla Chiesa abbia consegnato dei documenti a Pecorelli? B^No. C: Per quello che lei sa, l'omicidio Pecorelli l'ha organizzato direttamente Badalamenti? B.: No. Quando Badalamenti mi disse dell'omicidio u ficimu noautri, cioè 'lo facemmo noi', non si riferiva a Cosa Nostra, ma a lui e Bontade. Badalamenti non lo poteva organizzare come Cosa Nostra, ma può dire "noi" riferendosi a Bontade, il quale invece lo poteva fare attraverso i suoi uomini. Il pm: «Gli si può credere o no, ma è falso sostenere che sia teleguidato» «L'interesse del senatore nell'omicidio è una mia deduzione» A destra, il senatore Giulio Andreotti A sinistra, l'interrogatorio di Buscetta

Luoghi citati: Falcone, Italia, Lima, Palermo