la Ciglio mette in cassa di R. Cri.

la Ciglio mette in cassa la Ciglio mette in cassa A casa i dodici operai della linea sequestrata REGGIO EMILIA. Alla Giglio la linea che produce il mascarpone rimane sotto sequestro a tempo indeterminato. Il lotto con scadenza 3 ottobre (23.500 confezioni) - ha confermato l'amministratore delegato Luigi Adorni - è stato venduto in tutta Italia e non solo al Sud. Il prodotto è stato ritirato ormai in tutto il Paese attraverso la rete dei 92 concessionari e con l'uso di 350 mezzi. Per dodici lavoratori lunedì scatterà la cassa integrazione se nel frattempo non verrà ripresa la produzione. Adorni sostiene che «le prime rilevazioni sul ciclo produttivo (e non solo del mascarpone) condotte da un nucleo di ispettori dell'Istituto superiore della Sanità non hanno evidenziato irregolarità. Attendiamo con fiducia l'esito dell'ispezione e siamo a disposizione per gli approfondimenti. Il danno complessivo è enorme: le nostre vendite in Italia, non solo di mascarpone, sono in calo e i veri effetti si vedranno tra qualche giorno». La produzione di mascarpone Giglio era di 70 quintali al giorno per un monte vendite di 3,5 miliardi l'anno, su 435 di fatturato. Insieme al parmigiano reggiano è l'unico prodotto esportato in Usa, Svezia, Austria, Russia e Spagna. Ora è tutto bloccato. Adorni esclude il sabotaggio: «L'azienda non ha mai ricevuto minacce né al Sud, né altrove». Non ha dubbi nemmeno sulla catena del freddo tra lo stabilimento e il punto vendita: «E' tutto sotto controllo, una confezione del lotto incriminato lo abbiamo mangiato anche in famiglia, senza alcun problema». Il mascarpone Giglio ha durata 60 giorni e la confezione non è sotto vuoto. Lo stabilimento oltre al bollo Cee ha il «pass» come fornitore delle forze armate americane, fa sapere Adorni ai giornalisti. E c'è anche un risvolto finanziario del caso botulismo. A seguito delle notizie diffusesi la Parmalat precisa che nessun prodotto - e nessuna persona in qualità di rappresentante della Parmalat - sono stati coinvolti nella vicenda. Parmalat precisa che ha il solo controllo finanziario della Giglio e che la società di Reggio Emilia ha una propria autonoma attività produttiva, gestionale e commerciale. L'azienda parmigiana ricorda infine che non risulta si sia mai verificato nei prodotti lattiero-caseari, a livello mondiale, un caso di intossicazione da botulino. Ma nonostante le precisazioni i valori del gruppo alimentare di Parma presenti sul listino azionario, quelli della capogruppo Parmalat Finanziaria, hanno sofferto in modo sensibile della vicenda botulismo da mascarpone. In due giorni la perdita è stata di poco superiore al 6 per cento: e solo ieri sono passati di mano 11,7 milioni di titoli contro una media a 30 giorni di 4,5 milioni. Le Parmalat sono tra le «blue chips» di Piazza Affari, fanno parte del paniere dell'indice Mib 30 e di recente avevano vissuto un momento di grazia, con discreti rialzi, [r. cri.]

Persone citate: Adorni, Giglio, Luigi Adorni

Luoghi citati: Austria, Italia, Parma, Reggio Emilia, Russia, Spagna, Svezia, Usa