Congiura contro Lebed»
Congiura contro Lebed» Congiura contro Lebed» Retroscena d'una delega mancata MOSCA ICONO che la glasnost è ritornata a Mosca. In occasione della solenne dichiarazione di Boris Eltsin: mi faccio operare al cuore. Finalmente la verità! L'ha detto anche lui. Solo che praticamente resta ancora tutto da dire. Non si sa quale malattia, quale operazione, quale medico, dove, quando. E fino a ieri non si sapeva neppure se per Boris Eltsin sarebbe stata necessaria un'anestesia parziale o totale. Ora sappiamo che totale non sarà. Infatti la valigetta nera col bottone nucleare resterà ai piedi del letto operatorio e di delega effettiva dei poteri a qualcuno nemmeno parlarne. Così non resta che tornare a invitare a cena qualche gola profonda, qualche analista di quelli che hanno accesso alle segrete - e deserte stanze dell'appartamento presidenziale. Proprio come ai tempi sovietici. E gli spifferi bizantini soffiano come il solito uragano su Santo Domingo. «La questione - dice il commensale di turno - è che la campagna elettorale con Lebed al suo posto non si può fare». Che c'entra la campagna elettorale? «Ma come, non hai capito che siamo già in campagna elettorale? L'operazione è grave, non è mica un by-pass! Che Eltsin torni non è sicuro. Se torna, non si sa come...... E allora? ((Allora Cernomyrdin e Ciu- bais hanno ancora un mese o due per risolvere il problema Lebed. Poi potrebbe essere tardi». Che vuol dire risolvere il problema? «Toglierlo di mezzo. Cioè fare in modo che non si possa candidare. Perché se si candida sono guai. Quello vince. 0, meglio, io si può fare perdere, ma se per Eltsin hanno dovuto spendere due miliardi di dollari e prometterne altri dieci agli elettori, per fare perdere Lebed dovrebbero spendere il doppio». E come impedire che si candidi? «Questo è il punto. Cacciarlo dall'attuale incarico: allontanarlo dal Cremlino non e sufficiente. Potrebbe perfino essere disastroso. Tutti samio cos'è il Cremlino oggi. Ne farebbero un eroe, la classica vittima. Quello clie serve per trionfare alle elezioni. No, ci vuole altro». Cosa? «Stai attento alle mosse di Eltsin e di Ciubais. Il decreto di El¬ tsin per delegare temporaneamente i poteri non veirà mai. Verrà creata una situazione ambigua, in cui Lebed avrà sempre piii problemi per muoversi. Sia per la Cecenia, sia per il coordinamento dei "ministeri delia Forza". Cercheranno di farlo inciampare e poi di metterlo sotto accusa». Già, ma come? «Non mancherà l'occasione, per esempio in Cecenia. Si creerà un dualismo di poteri. Cernomyrdin potrà vantare il diritto di consultazione con i "ministeri della Forza" che Eltsin gli ha regalato. Lebed non ha nessuna investitura. O rimane immobile - e sarà accusato di incapacità o di collusione con qualche criminale - oppure interviene dando ordini a quei ministeri, e sarà accusato di tentato golpe. E' quello che si dice una situazione senza via d'uscita. Clio può finire in un arresto per alto tradimento. Come con Rutskoi: un candidato potenziale in galera». Guardo il mio interlocutore con sincero stupore. Non sta scherzando, dice sul serio. «Se credi che queste cose siano mie fantasie, ti sbagli. Discussioni come questa si sono svolte a livelli piuttosto alti». Sorride. Poi aggiunge. «Ti ricordi quando dissi che Eltsin avrebbe vinto le elezioni? Era gennaio e il suo rating era del 6%. Io sapevo...». Giulietta Chiesa «Se Eltsin morisse e si tornasse a votare il generale vincerebbe Prima bisogna toglierlo di mezzo»
Luoghi citati: Cecenia, Mosca, Santo Domingo
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