«L'Italia farà la sua parte» di Abraham Yehoshua

«L'Italia farà la sua parte» «L'Italia farà la sua parte» Dirti in Arabia Saudita: nel Golfo un ruolo politico di primo piano RIAD. L'Italia intende svolgere nel Medio Oriente e nel Golfo Persico il ruolo che le è riconosciuto per il peso che ha nell'Unione europea e tra le grandi nazioni industrializzate. Lo ha detto ieri il ministro degli Esteri Lamberto Dini ai governanti sauditi che sollecitavano «consultazioni politiche permanenti a livello di governo e di ministri» con Roma. Dini, alla sua prima visita ufficiale nella regione del Golfo, è stato accolto con particolare attenzione. Il principe ereditario Abdallah lo ha trattenuto a colloquio, al palazzo reale, per oltre un'ora. E i colloqui con i ministri degli Esteri, al-Feisal, e dell'Economia e delle Finanze, al-Assaf, sono stati particolarmente ampi. Inoltre è stato firmato l'accordo bilaterale per la promozione e la protezione degli investimenti in Arabia Saudita. Dini, in una conferenza stampa, ha definito i suoi colloqui «molto importanti e costruttivi», sia riguardo al processo di pace israelo-palestinese («Concordiamo sulla neces- sita di rilanciare il dialogo al più presto possibile, per evitare conseguenze che potrebbero essere molto negative»), sia sugli sviluppi dell'intervento armato iracheno nel territorio curdo nel Nord dell'Iraq. Il ministro degli Esteri italiano ha sottolineato che la situazione nella regione è stata esaminata con riferimento «a tutti gli aspetti della sicurezza». Dini ha informato gli interlocutori sauditi della riunione dei Quindici di sabato e domenica scorsa a Tralee, in Irlanda. E ha aggiunto che l'Unione europea ha mostrato in quella occasione la propria compattezza, anche se vi sono state divergenze sull'intervento aereo Usa, derivate dalla diversa interpretazione data dalla base legale sulla quale esso è stato compiuto. Dini ha osservato con soddisfazione che si è trattato di «un episodio» senza seguito e a una domanda sulla presenza di truppe irachene nel Kurdistan, ha replicato che «al momento prove non ci sono». Dini, che ha lodato la «saggezza» dei governanti sauditi, ha affermato che solo l'unità della coalizione che si formò durante la guerra del Golfo ò garanzia di sicurezza nella regione. «Non ci sono alternative a questa coalizione»; e del resto, ha aggiunto, questa stabilità «è nell'interesse di tutti». Dini ha dedicato ampia parte dei suoi colloqui anche alle relazioni economico-commerciali bilaterali. Anche se, ha precisato, «non sono venuto qui per sostenere questo o quel progetto», ma per riprendere con l'Arabia Saudita «un dialogo di cooperazione» a cominciare dal livello politico, «che va rafforzato». La firma dell'accordo per la promozione e la protezione degli investimenti, ha aggiunto Dini, sarà seguita dal rafforzamento della commissione mista italosaudita, per farne uno strumento più efficace nel momento in cui l'Arabia Saudita, la cui economia è ora in buona ripresa dopo due anni di crisi, potrebbe essere per molte imprese italiane uno sbocco importante. [Ansa] Il primo ministro israeliano Benyamin NetanyahLi è stato acclamato dal Congresso americano Ovazioni che hanno lasciato perplesso lo scrittore Abraham Yehoshua

Persone citate: Abdallah, Dini, Lamberto Dini