Esodo curdo verso l'Iran, ma il raìss e Barzani proclamano: amnistia, autonomia e elezioni

Esodo curdo verso l'Iran, ma il raìss e Barzani proclamano: amnistia, autonomia e elezioni Esodo curdo verso l'Iran, ma il raìss e Barzani proclamano: amnistia, autonomia e elezioni Trecentomila in fuga da Saddam Baghdad ripara i radar e annuncia: fuoco sui jet Usa NEW YORK. In fuga dalla guerra, un'immensa schiera di civili curdi si dirige verso le montagne e le frontiere con l'Iran. L'esodo dal Kurdistan iracheno di civili e miliziani dello sconfitto movimento di Talabani ha assunto dimensioni enormi: secondo gli osservatori dell'Onu nell'area, almeno 300 mila persone hanno abbandonato Sulaymaniyah conquistata quasi senza combattimenti dalle milizie del partito democratico curdo (pdk, alleato di Saddam). Per i profughi non c'è alcuna certezza. L'Iran dall'altra notte ha chiuso formalmente le frontiere, ma 170 mila profughi, secondo fonti locali dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), le avevano già varcate. A Sulaymaniyah il pdk contesta i dati Onu sui profughi: molti abitanti si sarebbero semplicemente spostati nei dintorni in attesa della fine dei combattimenti per ritornare in città. In effetti, secondo la Croce Rossa internazionale 50 mila degli sfollati si sarebbero già messi in marcia dal confine con l'Iran per rientrare a casa. Ieri gli iracheni hanno dichiarato di aver sparato tre missili terra-aria verso aerei americani o inglesi che pattugliavano la no-flyzone nella parte meridionale del Paese. E' la quarta volta in cinque giorni che Saddam fa sapere così all'opinione pubblica interna di avere il controllo dei cieli del suo Paese. Le fonti occidentali non confermano ma il Pentagono ha fatto sapere che gli iracheni avrebbero già riparato, dotandole di nuovi radar, «tre o quattro postazioni di missili Sam» colpite dall'Us Air Force nei giorni scorsi. Il capo di stato maggiore americano John Shalikashvili aveva dichiarato domenica che ogni tentativo di riparare gli impianti bombardati avrebbe provocato la reazione di Washington. A Baghdad si prospetta intanto una soluzione politica per il Kurdistan iracheno che contemple¬ rebbe un'ampia autonomia, un'amnistia generale per gli ex ribelli (proclamata ieri da Saddam) e libere elezioni. L'accordo sull'autonomia, secondo un gruppo d'opposizione curda, dovrebbe essere raggiunto entro domani fra Saddam e il leader del pdk Massud Barzani. Un rappresentante a Damasco della fazione perdente di Talabani denuncia l'intesa come un cedimento di Barzani. L'amnistia decisa da Saddam è stata annunciata dalla televisione di Stato dal ministro degli Esteri iracheno Mohammed Said al-Sahaf. E' stato anche abolito l'embargo di Baghdad che colpiva il Kurdistan iracheno. Quanto a Barzani, entrato ieri trionfalmente a Sulaymaniyah conquistata, ha annunciato libere elezioni e ha invitato tutti i membri della unione patriottica del Kurdistan (puk), incluso il loro leader Talabani, a tornare senza temere ritorsioni. «Se Talabam" ritorna - ha detto - il suo partito potrà continuare a funzionare come forza politica, e partecipare alla elezioni, ma non potrà conservare le sue milizie». Intanto viene confermato che è finita nel sangue l'operazione che la Cia aveva organizzato contro Saddam facendo base nel Kurdistan. Un centinaio di dissidenti iracheni, al soldo degli americani, sono stati scoperti e massacrati dalle forze del regime in Iraq il 26 giugno, mesi prima dell'intervento militare nel Nord. Altri duecento collaboratori della Cia sono esposti alle rappresaglie dei curdi alleati di Saddam, e il governo americano ha ribadito ieri, ufficiosamente, che non può fare nulla per loro. Da fonti convergenti emergono i retroscena dell'opera¬ zione. Per destabilizzare il regime di Saddam la Cia aveva distribuito miliardi a due fazioni chiamate «Accordo nazionale iracheno» e «Congresso nazionale iracheno». La prima, che operava a Baghdad con l'aiuto di esuli in Giordania, è stata sterminata. La seconda aveva la propria roccaforte a Irbil, conquistata la settimana scorsa dalle truppe di Saddam. [Agi-Ap-AdnKronos-Ansa] Confermato lo sterminio della quinta colonna americana nel Kurdistan le avevano già varcate. A Sulaymaniyah il pdk contesta i dati Onu sui profughi: molti abitanti si sarebbero semplicemente spostati nei dintorni in attesa della fine dei combattimenti per ritornare in città. In effetti, secondo la Croce Rossa internazionale della quinta colonna americana nel Kurdistan razione che la Cia aveva organizzato contro Saddam facendo base nel Kurdistan. Un centinaio di dissidenti

Persone citate: Barzani, John Shalikashvili, Massud Barzani, Mohammed Said, Saddam Baghdad, Talabani