«Patteggiamento unica strada»

» I PIANI DEI GIUDICI DI MILANO » «Patteggiamento unica strada La proposta del «pool» allo studio di Conso AMILANO NTONIO Di Pietro ministro usa le stesse parole di Antonio Di Pietro magistrato del pool». E' questo il primo commento del sostituto Gherardo Colombo alla notizia che su «Oggi» Di Pietro ha liquidato la proposta di un'amnistia a pagamento lanciata a Cernobbio dal pm di Venezia, Carlo Nordio come «immorale» e «tecnicamente inconsistente». A Cernobbio Di Pietro aveva detto di voler leggere ciò che aveva detto Nordio prima di fare commenti: poche ore ed è arrivato il verdetto. Exit l'amnistia condizionata, tanto più che il ministro dei Lavori pubblici ha anche chiarito che per uscire da Tangentopoli né il presidente Prodi, né il ministro della Giustizia Flick hanno «alcuna intenzione di trovare scorciatoie diverse da quelle processuali». A palazzo di Giustizia di Milano, del resto, la clamorosa uscita di Nordio era stata accolta con assoluta indifferenza. «Nordio, chi?», aveva ironizzato con la «Stampa» il pm Francesco Greco: una battuta circolata, di stanza in stanza, in Procura. E solo il procuratore aggiunto, Gerardo D'Ambrosio, era subito uscito allo scoperto per ribadire l'opposizione del pool a soluzioni politiche oltretutto discriminanti, tra reati e reati, indagati eccellenti e no. Poi, silenzio. E non certo solo perché tra il pool di Mani pulite e il pm veneziano i rapporti sono pessimi dall'epoca delle intercettazioni su Craxi ma, soprattutto, perché a Milano si è ormai convinti che l'uscita da Tangentopoli si deve costruire su ben altre basi che la semplice restituzione dei «profitti di regime». Il fatto è che nel quarto autunno di Mani pulite, dopo tanti progetti, tante parole e tavole rotonde il pool non ha più voglia di perdere tempoin altre sterili discussioni. Intanto, i processi e le inchieste vanno avanti. Ilda Boccassini, Margherita Taddei, Pier Camillo Davigo e Colombo hanno agende fittissime. Qualche esempio: il 18 settembre, ricomincia il processo per le tangenti alla Guardia di Finanza, che ha tra gli imputati Silvio Berlusconi, giovedì 19 settembre è il turno della vicenda dell'ospedale di Lecco (tangenti versate, secondo l'accusa, dalla Cogefar-Impresit); il 9 ottobre udienza del processo Publitalia per le false fatture. E ancora. Processo agli stilisti; processo per la vicenda Ali Iberian, con ancora Berlusconi tra i rinviati a giudizio. Senza contare la risposta attesa per fine mese alle rogatorie inviate in Svizzera sul caso Squillante-Previti e l'inchiesta su Gemina. Processi, nuove indagini, processi. Un ciclo continuo e inarrestabile. I primi a rendersene conto sono gli stessi magistrati di Mani pulite. I reati di cui si occupano - corruzione, concussione, falso in bilancio non sono episodi accidentali, né i protagonisti di Tangentopoli sono isolati deviami. Non a caso, l'implacabile Davigo li ha definiti dei «serial killer». E, se a quattro anni e mezzo dall'inizio di Mani pulite, si è scoperta solo la punta di un iceberg (in Procura ne sono certi) e gran parte della vecchia classe politica è cambiata è vero anche, come ricorda Davigo, che il mondo della burocrazia è stato finora solo sfiorato dalle indagini. E poi arriverà l'ora delle banche... Insomma, una storia infinita, che si trascina nell'illusione che una simile emergenza si possa risolvere un bel giorno con un bel colpo di bacchetta magica. Si chiami prescrizione, condono, amnistia condizionata, e così via. Così, in silenzio, nei mesi estivi, il pool ha rafforzato o stretto alcuni accordi strategici. Con Di Pietro il dialogo non si è mai, in realtà, interrotto. Tutto il vecchio gruppo di magistrati si è riunito lo scorso luglio a casa di Colombo per festeggiare i suoi 50 anni, e Di Pietro non è mancato; abituali poi le sue visite a Davigo (l'ultima a poche ore dal suo discorso al festival dell'Unità di Modena). Una sera, alla Maddalena, in Sardegna, si sono ritrovati a parlare di questi temi anche il pm Greco e Guido Rossi, ex presidente della Consob. Non a caso poi Rossi, ha subito liquidato l'uscita di Nordio. E, a Courmayeur, hanno parlato a lungo il ministro Flick e il procuratore capo, Francesco Saverio Borrelli. Risultato: mentre gli altri andavano avanti in ordine sparso, bastava saper leggere le parole di Flick, dei magistrati e di Rossi per intuire un filo rosso. Ognimo, per carità, secondo il suo ruolo, senza pericolose invasioni di campo. Ripercorriamo la scaletta delle dichiarazioni. Borrelli, a fine agosto, spiega che da Tangentopoli si può uscire, Mani pulite non deve finire; e in un'intervista alla «Stampa» dichiara che il ministro ha cambiato idea sull'amnistia e boccia il condono sul falso in bilancio. A Cernobbio Flick conferma e annuncia che si devono fare i processi c che una commissione presieduta dall'ex ministro Giovaiuii Conso sta studiando come ampliare l'istituto del patteggiamento, naturalmente pur tutti i reati, non solo per le tangenti. E' in sostanza la prima proposta di Colombo, che risale al luglio '92. Borrelli lo sottolinea: «Vedo che adesso se ne parla molto - dice -. Noi lo abbiamo proposto tanto tempo fa». Di Pietro sgombra il campo con la dichiarazione su «Oggi», da altre fuorvianti proposte. E sulla linea - confessione, restituzione del maltolto, nessun carcere ma sanzioni alternative - è prevista nelle prossime settimane una nuova uscita dello stosso Colombo. Tribuna scelta: il mensile «MicroMega», dove di certo Colombo non userà più il termine condono, ma lancerà anche una nuova sigla. Resta però il problema centrale, quello che Francesco Greco sottolinea sempre: non si può chiudere col passato se prima non si indicheranno nuove regole rigidissime per il futuro. Per esempio, sui controlli o su come far emergere i fondi neri nei bilanci, una volta per tutte. Greco ha letto con grande interesse le reazioni degli investitori inglesi al crack Olivetti, poche ore dopo, ieri, è partito per la Gran Bretagna, per ima conferenza sulla corruzione al prestigioso Jesus College di Cambridge. Anche il professor Rossi e altri esperti di diritto societario studiano la questione. Primo appuntamento pubblico della coppia Greco-Rossi: lunedì 16 settembre alla Bocconi di Milano. Un appuntamento da non perdere, per chi ha a cuore l'uscita da Tangentopoli. Chiara Berìa di Argentine Intanto le inchieste vanno avanti «Ma l'emergenza non si risolve e i pm hanno agende fittissime con colpi di bacchetta magica»