Il ministro dei Lavori Pubblici su «Oggi» critica la proposta Nordio per superare Tangentopoli «E' immorale un'amnistia a pagamento»

Il ministro dei Lavori Pubblici su «Oggi» critica la proposta Nordio per superare Tangentopoli Il ministro dei Lavori Pubblici su «Oggi» critica la proposta Nordio per superare Tangentopoli «E' immorale un'amnistia a pagamento» Di Pietro: i processi si devono fare fino infondo ROMA. La proposta Nordio per uscire da Tangentopoli - soldi in cambio di amnistia - che pure era piaciuta a molti industriali, non va giù a Di Pietro. Si sapeva della contrarietà di Flick e del pool di Milano. Ma anche il ministro dei Lavori Pubblici, nella sua consueta rubrica su Oggi, spara a zero. Significativo fin dal titolo: «Non si compra la libertà coi soldi delle mazzette». Di Pietro impugna la sua consueta scimitarra giornalistica: «Trovo immorale che i corrotti se la cavino solo versando allo Stato denaro che hanno rubato. I processi si devono fare. E fino in fondo». Entra anche nella questione tecnica: «In caso di società a partecipazione diffusa, perché mai i piccoli azionisti, dopo essere stati defraudati da manager corrotti e da taluni soci di maggioranza, debbono ora anche "pagare" a costoro l'amnistia? Una beffa bella e buona. Per quanto mi risulta, il capo del govero Prodi e il ministro della Giustizia Flick non hanno alcuna intenzione di trovare scorciatoie diverse da quelle processuali». Insomma, Di Pietro lancia sulle ipotesi di amnistia una pietra tombale. Se qualcuno pensava a un Tonino favorevole, dopo averlo visto parlottare a lungo con Nordio nei saloni di Cernobbio, si sbagliava. Niente da fare. Affondata la proposta di amnistia, si riparte invece per i percorsi più sicuri, ma dai tempi lunghi, delle rifor¬ me strutturali. Proprio domani mattina il ministro Flick partecipa alla piccola cerimonia d'insediamento di una commissione di studio - reiterata negli anni da ogni ministro - sulla riforma del codice penale. Presiede il professor Giovanni Conso, ex presidente della Consulta e suo predecessore nella carica di Guardasigilli. E' qui, tra i codici e le pandette, in un consesso di avvocati, giuristi e cattedratici, che si elabora la vera uscita da Tangento¬ poli. Ma guai a chiamarla così. La parola d'ordine è un'altra: studiare i riti alternativi, a partire dal patteggiamento. Niente di specifico per corrotti e corruttori. Spiega il professor Guido Neppi Modona, che partecipa ai lavori della commissione: «Dobbiamo deflazionare le aule di giustizia, altrimenti il codice non funziona. In America arrivano al dibattimento una minima parte dei processi. Da noi ci va l'80 per cento». La via maestra rimane il cosid- detto «patteggiamento allargato». Un processo rapido e a porte chiuse. Dice ancora Neppi Modona: «In fondo, era la proposta iniziale di Conso. Ma lo disse già, in altre forme, Gherardo Colombo nel luglio del 1992. Poi lo riprese Di Pietro a Cernobbio nel '94, e poi Borrelli e D'Ambrosio. Ci sono leggere sfumature, perché sa, tanti giuristi, tante soluzioni. Ma l'impianto di fondo è quello: patteggiamento allargato sino forse a tre anni e mezzo, condanna, so¬ spensione della pena, risarcimento dei danni, e poi misure interdittive dai pubblici incarichi». Più o meno quanto scrive un altro illustre giurista della commissione, Vittorio Grevi: «Predi¬ sporre modelli processuali semplificati che, facendo leva sulle ammissioni dell'imputato, e riconoscendogli adeguate graduazioni di pena, consentano comunque di raggiungere entro tempi brevi l'accertamento dei fatti e delle responsabilità». Ecco, i «tempi brevi». Racconta Giuliano Pisapia, presidente della commissione Giustizia della Camera e finora unico autore (assieme a Luigi Manconi) di una proposta di legge: «Chi dice di fare tutti i processi, dice una cosa irrealizzabile. Al processo per le tangenti della metropolitana milanese c'erano 120 imputati. Hanno patteggiato tutti meno 7. Nonostante questo, il processo è durato un anno. Se non si amplia il patteggiamento le aule si bloccheranno». Ma non si toma a parlare solo dell'ex decreto Conso. Si fa vivo anche Alfredo Biondi, alno Guardasigilli naufragato sull'uscita da Tangentopoli: «Ora che tutti hanno scoperto il patteggiamento allargato, anche la procura di Milano, e anzi scoprono di averlo sempre voluto., ripresento il mio vecchio disegno di legge». Francesco Grignetti «Per quanto ne so né Prodi né Flick hanno intenzione di trovare scorciatoie diverse da quelle dei tribunali» «Per quanto ne so né Prodi né Flick hanno intenzione trovare scorciatoie diverse da quelle dei tribunali» li ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro torna sul tema della soluzione giudiziaria di Tangentopoli li ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro torna sul tema della soluzione giudiziaria di Tangentopoli

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