Tragedia in via Baveno: toccherà all'autopsia stabilire se si tratta di omicidio o disgrazia Muore appena nata arrestati i genitori di Ezio Mascarino

Tragedia in via Baveno: toccherà all'autopsia stabilire se si tratta di omicidio o disgrazia Tragedia in via Baveno: toccherà all'autopsia stabilire se si tratta di omicidio o disgrazia Muore appena nata, arrestati i genitori II corpo ritrovato nella lavatrice La mamma è una ragazza di 22 anni. Quando l'hanno ricoverata in ospedale, domenica pomeriggio, aveva appena avuto una forte emorragia. E' così che la polizia ha scoperto tutto. Un'ora prima quella donna minuta aveva partorito una bimba, una neonata di più di tre chili. Morta pochi istanti dopo aver visto la luce, e poi avvolta in un sacchetto di plastica, e nascosta nel cestello della lavatrice, in un alloggio di camera e cucina di via Baveno 18. Adesso, la mamma e il papà di quella creatura sono in stato d'arresto. La loro storia, per il sostituto procuratore Eugenia Ghi, è la storia di un infanticidio. Per quella bimba, in casa, c'era già un corredino. Chissà se davvero è morta per un incidente, come ha raccontato la mamma, o se è stata uccisa, come sospetta il pm Ghi. Chissà se è vero quanto ha detto il padre della neonata, che ha giurato di non essersi mai accorto della gravidanza della sua compagna, e di essere uscito a comprare le sigarette mentre la sua donna partoriva di nascosto, da sola. Lei è Giorgia Grassia, figlia di un archivista della questura e un'impiegata all'Inps. Lui è Dino Bevilacqua, 24 anni: alle spalle un matrimonio fallito e una denuncia, a maggio, in un'indagine su false associazioni benefiche. La storia di Giorgia e Dino (che sono difesi dagli avvocati Geo Dal Fiume e Roberto Do Sensi) comincia un paio di anni fa, con un amore contrastato. I genitori di lei si oppongono più che possono al sentimento che li lega. Sanno che lui ha già altri figli, che non ha un lavoro. Dopo mille scenate, nel marzo del '95, Giorgia e Dino scappano insieme. Ma quando la ragazza, poco dopo, confessa al padre Claudio di essere rimasta incinta, succede il finimondo. «I genitori - ha spiegato ieri mattina Dino Bevilacqua al pm Ghi - l'hanno costretta ad abortire. Era già al quinto mese: l'hanno portata a Londra, perché in Italia non si poteva più». Una brutta storia: Giorgia entra in una tale crisi depressiva che mamma e papà finiscono con l'accettare Dino. Lo aiutano persino, diranno al magistrato, a trovare lavoro in una cooperativa di via Catania, dov'è impiegata anche la ragazza. Secondo Dino, domenica, «Giorgia stava male sin dalla mattina. Ma io non sapevo che fosse incinta. Diceva di soffrire di stomaco, le ho creduto. Nel pomeriggio, ho visto la tivù: la Ferrari, a Monza. Subito dopo sono uscito a comprare le sigarette. Quando sono tornato, dopo un quarto d'ora, la casa era piena di sangue». Una scena tremenda: «C'era sangue nell'ingresso, in cucinino, sulle tapparelle, sulle pareti. Lei era stravolta. L'ho accompagnata al Martini: i medici mi hanno detto che doveva avere partorito. Nel frattempo, i genitori di lei ci hanno cercati sul telefonino, e si sono precipitati in ospedale». E poi: «Sono corso a casa con mio suocero. Abbiamo trovato la bimba, l'abbiamo portata al pronto soccorso. In casa c'era anche il coltello che Giorgia ha usalo per il cordone ombelicale». A Dino, il pm ha creduto fino a un certo punto. Possibile che non sapesse nulla della gravidanza? Possibile che Giorgia abbia partorito tanto in fretta, e proprio quando lui è uscito? Nel pomeriggio, il pm ha a lungo interrogato i genitori di Giorgia. Lei, in ospedale, avrebbe detto: «Della bimba, nessuno sapeva niente. Ma io non l'ho uccisa: la volevo a ogni costo. Ho partorito in piedi, ho sentito un vagito. La piccola mi è caduta, ha battuto la testa. Non respirava più. Allora non ho capito più niente, l'ho nascosta». Ieri sera Claudio Grassia è uscito dagli uffici della procura sconvolto. Piangeva. Per tutto il pomerig¬ gio, al magistrato, ha ripetuto: «A Giorgia abbiamo domandato tante volte se fosse incinta. L'avevamo rassicurata: ormai avevamo accettato Dino, non doveva più aver paura. Alla bimba, avremmo voluto bene. Ma lei negava, ostinata». E ha aggiunto: «Credo che Giorgia abbia detto la verità. Perchè avrebbe portato avanti la gravidanza, se avesse voluto uccidere quella creatura?» Giorgia sarà interrogata stamane dal magistrato, che ha affidato a Roberto Testi l'autopsia sul corpicino. I difensori De Sensi e Dal Fiume dicono che per loro «è una vicenda ancora in parte da chiarire. Ma, al di là dei contorni penali, è una storia tragica. Che muove una grande tenerezza, un'immensa pietà umana». Giovanna Favro Ezio Mascarino A sinistra, Dino Bevilacqua viene condotto davanti al magistrato. A fianco il pm Eugenia Ghi, che coordina le indagini. Sopra, l'ingresso dell'appartamento di via Baveno dove si è consumata la tragedia

Luoghi citati: Italia, Londra, Monza