E morto Ruggero Mastroianni

24 Il fratello di Marcello colpito ieri da infarto, era il più grande nel montare i film E' morto Ruggero Mastroianni Amato da Fellini, ora lavorava a «La tregua» ROMA. E' morto di infarto, a 67 anni, Ruggero Mastroianni, uno dei più importanti montatori del cinema italiano, fratello minore di Marcello e collaboratore di autori come Federico Fellini, Luchino Visconti, Elio Petri. In questi giorni Mastroianni stava portando a termine il lavoro di montaggio del nuovo film di Francesco Rosi «La tregua». L'infarto lo ha raggiunto durante una breve vacanza a Torvajanica, sul litorale a pochi chilometri dalla capitale. Aveva accanto la moglio Lola e le due figlie Francesca e Federica. Marcello, invece, era lontano, in una località sperduta del Portogallo dove è impegnato nelle riprese del nuovo film di Manoel De Oliveira. Nato a Torino, Ruggero Mastroianni aveva vissuto in pieno la grande stagione del cinema italiano, firmando molti dei capolavori di Fellini (tra questi «Otto e mezzo» e «Amarcord») e di Luchino Visconti. A Francesco Rosi lo legava una lunga amicizia e tra i tanti episodi che testimoniano la sua fama di genio del mestiere ce n'è uno che riguarda proprio «Salvatore Giuliano»: si dice che Ruggero Mastroianni l'abbia montato in sole 72 ore. «Era un uomo di grande bontà e di poche parole - ricorda Rosi da Cinecittà, dove adesso è costretto a portare a termine da solo il lavoro iniziato con l'amico scomparso -; sotto l'apparenza burbera nascondeva un'eccezionale finezza d'animo. Parlava poco, ma quello che diceva ci faceva sempre ridere e riflettere. Come montatore, oltre a essere bravissimo e rapidissimo, era un sicuro punto di riferimento per la prima verifica del girato». Francesco Rosi si trova a dover fronteggiare, a brevissima distanza di tempo e sempre nel¬ l'arco della lavorazione della «Tregua», un secondo, gravissimo lutto: «Il film - dice - ha perso prima il suo direttore della fotografia, Pasqualino De Santis, e ora il suo montatore. Sono due persone che rimangono nel mio cuore e lasciano un grande vuoto». Anche Marco Ferreri ricorda Ruggero Mastroianni con affetto e stima grandissimi: «Era uno dei più grandi montatori del mondo, è morto il genio del mon¬ taggio. Un uomo di rara sensibilità, dotato di una personalità affettuosa e un po' segreta». Il regista Gigi Magni ha la voce rotta dal pianto e rimanda ad altro momento il ricordo del compagno di lavoro scomparso, della sua passione, della bravura che gli permetteva di montare senza problemi film girati in lingue che non conosceva assolutamente. Profondamente legato al fratello Marcello, Ruggero Mastroianni aveva conservato in¬ tatti negli anni modestia, fiuto professionale e senso dell'umorismo. Nell'ambiente del cinema erano famose le sue battute in romanesco, spesso entrate a far parte del gergo dei «cinematografari» romani. A chi gli proponeva film particolarmente ostici, lui rispondeva con frasi del genere: «Se lo fai vedere al Tiburtino, te schiodano le sedie». Un modo schietto per ricordare a registi un po' troppo intellettuali le giuste esigenze del pubblico. In¬ sieme con Marcello, Ruggero si era divertito un mondo a lavorare in «Scipione detto anche l'Africano», regia di Magni. Marcello faceva Scipione e Ruggero era il fratello, detto «l'asiatico»; entrambi accusati di peculato da Catone il Censore interpretato da Vittorio Gassman. Pare che dopo aver visto il film la madre dei fratelli Mastroianni avesse decretato che il più bravo a recitare era proprio lui, Ruggero. [s. n.] Ruggero Mastroianni grande montatore aveva anche recitato a fianco del fratello Marcello nel film di Luigi Magni «Scipione detto anche l'Africano»

Luoghi citati: Portogallo, Roma, Torino