LA SALVEZZA «Ritorniamo alla polis greca»

LA SALVEZZA LA SALVEZZA «Ritorniamo alla polis greca» CMILANO APANNA predica ora la pace e la non-violenza. Ma prepotente, negli anni in I torno al '68, non lo era anche lei? «Tutto il contrario. D terrorismo è stato la negazione non riuscita del '68. Il movimento degli studenti è nato come una forma di resistenza alla violenza che veniva esercitata nelle università, nella società in generale. Noi non facevamo alcun tipo di azione sovversiva, agivamo alla luce del sole e pagavamo di persona». Lei ha continuato a fare politica per anni. E l'esercizio della politica non può essere prepotenza? «Bisogna distinguere: la politika è utilizzazione del potere a scopi privatistici, arricchimento, esercizio costante della menzogna, corruzione. Poi c'è la politica, in cui noi dobbiamo riappropriarci del pensiero greco, concepita come il tramite della convivenza e della comunità, come una costruzione, che si rinnova di continuo, deU'equilibrio di interessi fra tutti». Ma come mai i popoli solo raramente s; sono ribellati ai prepotenti? «Agisce un meccanismo di rimozione simile a quello che si mette in moto per le vittime di uno stupro. Parlarne vuol dire rivivere l'oltraggio, e quindi l'offeso cerca di rimuovere il ricordo. I "violentatori", dal canto loro, non hanno nessun interesse a rendere manifesto ciò che vogliono tenere nascosto, a sollevare il velo sotto cui viene mascherata la loro violenza». [m. s.)