In polemica con il pool si dimette anche Anedda, presidente del tribunale Roma azzerati i vertici giudiziari di Francesco Grignetti

In polemica con il pool si din nette anche Anedda, presidente del tribunale In polemica con il pool si din nette anche Anedda, presidente del tribunale Roma, azzerati i vertici giudiziari EFlick chiede il trasferimento di Coirò ROMA. Il ministro di Grazia e Giustizia ha rotto gli indugi e ha presentato ieri al Csm la richiesta di collocare fuori ruolo Michele Coirò, procuratore uscente di Roma, «per destinarlo alla direzione generale del dipartimento amministrazione penitenziaria». E' ufficiale, dunque. Coirò è già stato sostituito nelle funzioni dal procuratore aggiunto Giuseppe Volpali. Oggi il Csm affronterà la questione. Ma l'uscita di Coirò dai ranghi della magistratura non sarà un passaggio indolore. E il ciclone di Mani pulite non cessa di scuotere gli uffici giudiziari di Roma. Il presidente del tribunale, Virginio Anedda, ha chiesto il collocamento a riposo anticipato a partire dal 30 settembre. Dopo Squillante (ufficio Gip) e Coirò (Procura), con Anedda (Tribunale) si decapita anche la terza carica di rango. «Sono consapevole che da qualcuno il mio gesto potrà essere frainteso - ha esordito Anedda, nello spiegare la sua decisione - ma ormai ho raggiunto i 46 anni di servizio, sono stanco e me ne vado. Dopo tanti anni, sento 0 desiderio di riflettere su me stesso, sulla mia famiglia e sulla nipotina». Ma è stanco di che cosa, il presidente Anedda? «Sono stanco di tutto». C'entra forse l'ispezione ministeriale, richiesta dal Csm, che sta per partire? «Certo non mi fa piacere. Ma direi che mi lascia indifferente». Allora è colpa del clima di sospetto che avvolge gli uffici giudiziari romani? Anedda si inalbera. «Si tratta di vicende spiacevoli che, se accertate nella loro rilevanza, dovranno essere sanzionate. Ma io respingo qualsiasi tentativo di generalizzazione. Gli uffici non sono così infetti come si crede. Con me lavorano 250 magistrati che fanno il loro dovere con abnegazione e in silenzio. Io personalmente ho sem¬ pre adottato la linea del rise rbo assoluto, che ritengo sia un o degli aspetti fondamentali di uri magistrato». Insomma, l'anziano ma giistrato getta la toga con disprezzo. Gon chi se la prende, quando resp inge generalizzazioni e protagon temi, se non con il Pool milanese? Tanto più che Anedda spende an ccira una parola in difesa di Coirò: « Lo stimo e gli auguro ogni bene. L o ritengo all'altezza del compito eh e gli sarà assegnato, così come lo er a quando ricopriva la carica di capo della Procura di Roma. E sul ci.clone milanese che ha sconvolgo Roma: «Personalmente non mi considero un esperto di dietrologia.. Non so perché si è arrivati a qu està situazione. Io ho fatto semprf ; e soltanto il magistrato. Non ho m ai frequen¬ tato i salotti buoni né gli ambienti poltici. Purtroppo tutte le cose cambiano. E' cambiata anche la magistratura». Vanno lette complessivamente, dunque, le mosse di Anedda e di Coirò. E già si moltiplicano le interpretazioni degli avvocati. Giulio Maceratini, capogruppo dei senatori di An, critica il Csm «protagonista di lotta tra fazioni» di magistrati: «Con Anedda - dice - se ne va uno specchiato galantuomo e restano aperti i più gravi interrogativi sul perché sia stata sferrata questa offensiva di rito ambrosiano contro la magistratura romana». Ancora più pepato il commento di Oreste Flammini Minuto: «Roma era l'ultima sede dove la forma aveva ancora un suo significato. Evidentemente è in atto un'o¬ perazione che tende a normalizzare gli uffici giudiziari». Quale normalizzazione? «Di chi vuole il processo non come accertamento delle responsabilità individuah, ma come strumento di difesa sociale. A seconda di chi prenderà il posto di Coirò, sapremo se la Capitale deve diventare un nuovo Porto delle nebbie, nel senso del giustizialismo sfrenato». Carlo Taormina, altro avvocato di spicco, è pungente: «Stiamo assistendo a un patteggiamento tra potere esecutivo e magistratura che costituisce un pregiudizio gravissimo per l'autonomia e l'indipendenza dell'intero ordine giudiziario». E Tiziana Parenti: «C'è il rischio di un conflitto tra poteri». Francesco Grignetti L'ex procuratore Michele Coirò

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