Nel poker del Milan Passo è solo Weah

1 Nonostante il successo molto vistoso, i rossoneri restano a lungo in balìa del Verona Nel poker del Milan Passo è solo Weah Strepitoso gol del liberiano MILANO. C'è troppo nel risultato che lancia il Milan e schiaccia il Verona, troppo poco gioco, troppo cinismo d'autore, troppi gol di scarto, anche se uno, quello di George Weah, il terzo, assolutamente strepitoso, da area ad area, ottanta metri di corsa, di slalom, di spallate, un colpo all'acceleratore, un altro al freno, un altro ancora all'acceleratore, sino alla stoccata fatale. Lo dedichiamo ai fissati degli schemi (ci pensate che cosa gli avrebbe gridato dietro Sacchi, che cosa gli avrebbe urlato Zeman?), agli scienziati dei gol provati in allenamento, sotto vetro. Ma c'è anche la partita, il racconto della quale sollecita toni più soft, meno aulici. In vantaggio ci va il Verona, Verona che al 19' della ripresa è ancora sull'I-1, e al 43' sul 2-1. Il Milan gioca un primo tempo di assoluto squallore, non un guizzo, non uno slancio all'altezza del blasone e dei suoi solisti. Sbaglia, Tabarez, ad affrettare il recupero di Panucci, vittima, non a caso, del tremendismo di Orlandini. Ma sbagliano ancora di più Rossi e Costacurta, ed è una frittata, la loro, che spalanca la porta a De Vitis. Non è questione di modulo. Non c'entra quel Baggio un po' più indietro rispetto a Weah e Simone, quel Desailly sradicato dal cuore del centrocampo e defilato un po' più a sinistra. Il problema è l'approccio globale: basta far girare la palla, al Verona, per far girare a vuoto gli imbolsiti avversari. Cagni è un tecnico in gamba. Dispone barriere robuste ma, almeno per un'ora, elastiche, reattive. Fattori libero. Baroni su Weah, Caverzan su Simone, Paganin sul Codino, Bacci e Binotto a destra, là dove si sporgono, ogni tanto, Maldini e Desailly, Corini nel settore di Albertini, Colucci e Orlandini a sinistra, contro Boban e Panucci. Più De Vitis, unica punta, in balia di Galli e Costacurta. Si muovono poco e male, i campioni d'Italia. E sprigionano un pressing flebile, mieloso. Il Verona no, il Verona ostruisce e riparte, taglia i rifornimenti a Baggio, occupa il centro del ring, e ricava da Orlandini brecce sontuose, una palla gol pulita e il cross dell'1-0. Il Milan si rende pericoloso esclusivamente sui calci piazzati (Baggio, Boban) e nelle mischie (Weah). Poca roba, però. Sono i singoli a cambiarlo, Boban, Simone, Weah, e gli errori puerili di un rivale che si scopre improvvisamente in riserva (Orlandini, soprattutto). Il pareggio è frutto di una vibrante percussione di Boban, con girata implacabile di Simone. Il sorpasso scaturisce da una leggerezza di Baroni, palla corta, Weah sguinzaglia Simone, contropiede purissimo, e destro nell'angolino. Cagni richiama Orlandini e De Vitis, fra i più provati e contusi, dentro Reinaldo e Maniero. Il Milan, adesso, giochicchia. E' cresciuto Albertini, le squadre si allungano. Il Verona preme, ma ormai ha i riflessi confusi e il serbatoio bucherellato. Manetti rimpiazza Binotto, esausto. Eranio avvicenda Simone, toccato a una caviglia. Il 2-1 sarebbe specchio fedele della contesa, ma ecco Weah illuminarsi di potenza, di prodigio. Nasce, tutto, da un calcio d'angolo a favore del Verona. La pantera ne doma la traiettoria nei pressi di Rossi e scatena tutti i suoi cavalli. Il brusio di San Siro monta a ogni metro mangiato, a ogni veronese scardinato (almeno tre, l'ultimo è Corini). Splendido. Il Verona crolla. Boban e R. Baggio lo graziano ma poi, agli sgoccioli degli sgoccioli, il Codino, fin lì ombroso e platonico, non può proprio esimersi, su servizio di Eranio, dallo scartare Gregori e insaccare. Il risultato va preso con le pinze. Non fotografa l'intreccio della sfida: fissa la realtà, e la differenza, dei valori. Orfana di Baresi, la difesa di Tabarez palesa un atteggiamento tutt'altro che impeccabile. Baggio, lui, si spende con una parsimonia irritante: e questo, in assenza di cadenze folli e agguati premeditati (primo fallo subito, al 39'). Resta il 4-1, un macigno che passa sopra a verità già scritte, ma a distanze (ieri, almeno) non così lunari. Roberto Beccantini MILAN (4-3-1-2) ROSSI S. 5 PANUCCI 5 GALLIF. 5 COSTACURTA 5 MALDINI 5.5 BOBAN 7 (45' s.t. AMBROSINI) s.v. ALBERTINI 6.5 DESAILLY 6 BAGGIO R. 6 WEAH 8 SIMONE 7 (38' s.t. ERANIO) s.v. All.: TABAREZ 6 4 VERONA (5-4-1) GREGORI 6 BACCI 5.5 CAVERZAN 6 FATTORI 6 BARONI 5.5 PAGAN IN A. 6 BINOTTO 6 (36' s.t. MANETTI) s.v. CORINI 6 COLUCCI 6 ORLANDINI 6 (29' s.t. REINALDO) s.v. DEVITIS 6.5 (29' s.t. MANIERO) s.v. All.: CAGNI 6 1 Arbitro: RODOMONTI 7 Reti: p.t.: 25' De Vitìs, s.l.: 4' Simone, 20' Simone, 43' Weah, 47' Baggio R.. Ammoniti: Binotto. Maldini, Orlandini, Colucci, Weah. Spettatori: paganti 9.406, incasso 312.463.000, abbonati 44.722, quota abbonati 1.281.565.442. IH i

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