Nessun architetto degno di «ampliare» il Prado di Gian Antonio Orighi
Nessun architetto degno di «ampliare» il Prado La giuria boccia tutti i 550 concorrenti, da Aulenti a Ghery Nessun architetto degno di «ampliare» il Prado EMADRID ORPRESA, proteste, dichiarazioni al vetriolo: la decisione della giuria internazionale (13 membri, tra cui l'architetto Francesco Venezia, presieduti dal ministro dell'Educazione e Cultura Esperanza Aguirre) che ha clamorosamente deciso, venerdì sera, di bocciare tutti e dieci i progetti architettonici finalisti del concorso internazionale, convocato nel '94, sull'ampliamento del madrileno Museo del Prado, non potrebbe essere stata più polemica. Persino El Mundo, il quotidiano che appoggia a spada tratta il governo di centrodestra del premier Aznar, ha espresso in un editoriale beffardo - titolato II Prado non trova chi lo amplii -, ciò che tutti, in Spagna e dall'estero, si chiedono: «Possibile che nessuno dei cinquecento architetti che hanno presentato progetti sia stato capace di ri¬ solvere le difficoltà richieste dal concorso?». Al concorso internazionale hanno risposto tutti i più importanti architetti del mondo: 550 atelier di ben 55 Paesi. I nomi dei concorrenti erano segreti ma El Mundo ne ha svelato i più conosciuti: Gae Aulenti, autrice della rimodellazione del Museo D'Orsay; Pei, l'inventore della piramide del Louvre; Renzo Piano del Pompidou e Frank Ghery, del Guggenheim. Il top dell'architettura mondiale, integrato dallo spagnolo Rafael Moneo, vincitore del Pritzker '96 (il Nobel dell'architettura), padre dello straordinario museo madrileno Thyssen-Bornemisza. Il responso della giuria è stato duramente stigmatizzato dal presidente degli architetti di Madrid Luis del Rey: «E' stata una decisione inaudita, una truffa collettiva». Gian Antonio Orighi
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