Tra storia e sogno, singolare esempio di committenza Qui rinasce Mecenate

Tra storia e sogno, singolare esempio di committenza Tra storia e sogno, singolare esempio di committenza Qui rinasce Mecenate Nella grande tradizione dei Borghese N-] MONSUMMANO TERME EL granaio della Fattoria Medicea di Montevettolini, passata poi in pro Iprietà fino a oggi dei principi Borghese, Paolina Borghese, donna-statua fra neoclassica e neomanierista alla Fùssli sulla cui coscia sventola il tricolore della Francia repubblicannapoleonica, si dondola in altalena fra gli alberi alla Courbet o alla Manet della Vil'a Pinciana. Questo quadro-antologia di storia dell'arte del capostipite dei «citazionisti», Carlo Maria Mariani, è la più emblematica delle 22 grandi tele che Alessandra Borghese ha commissionato a sei artisti, sotto l'insegna «T Borghese, una committenza nel 1996». L'esposizione dei dipinti è il fulcro di una serie di iniziative alla Fattoria fino al 15 settembre: butteri e falconerie, saltimbanchi e giocolieri; una tavola rotonda sul collezionismo e il mecenatismo pubblico e privato «verso il 2000», con Veltroni e Leonardo Mondadori, Bassolino e il sovrintendente alle gallerie di Napoli Spinosa, Siciliano e Carlo Caracciolo, Panza di Biumo e Giuliano Gori, Maurizio Calvesi. Calvesi, gran patron dell'iniziativa affiancato da Ludovico Pratesi, auspica in catalogo per il quadro di Mariani addirittura la gloria della Galleria Borghese. Paradossalmente, una proposta del genere risulta il ribaltamento speculare a 180° di «gesti» dada-surrealisti sul tipo dei baffi alla Gioconda, in coerenza con l'idea base di questa ormai quindicennale tendenza - tutto è rapido e rapidamente invecchia in questo «barnum» culturale di fine secolo - di contrapporre il regresso nel mito alla mitologia dell'arte sperimentale in costante progresso. Quest'aura fra paradosso e reazione ostentata, arte delle nuove corti in «terrazza» e nostalgie metafisiche, circola da una tappa all'altra di queste storie e fantasie di Papi e di napoleonidi e di governatori di Roma. Nel trittico fantastico, con tanto di predella, dolcemente colorato da Paola Gandolfi, in cui fra l'altro una Guendalina Borghese dell'800 levita nella sua nuda stanza con in mano il Sacro Cuore (dimostrando quanto abbia contato per questa pittura il modello di Fabrizio Clerici), una predella allegorizza l'avida mano dello Stato di Porta Pia che s'impadronisce della grande Galleria di famiglia. In risarcimento, un Frangia com- punto e spiritoso nel Passaggio del nome ci rappresenta un severo, hayeziano Camillo Borghese, in piedi dietro ad un colossale fonte battesimale in arancio psichedelico, che impone mano e nome sai capo di un putto quattrocentesco alla Giambellino che è il neonato Camillo Cavour. Ubaldo Bartolini si limita ad apporre titoli evocanti Villa Borghese ai suoi abituali paesaggi di morbide e zuccherose fantasie neoromantiche. In questo clima, è lecito il narcisismo della Visita al Museo Borghese di Aurelio Bulzatti nella quale compaiono i suoi compagni in quesLu viaggio mecenatesco, che assume dimensioni fra storia e sogno nei quadri di Di Stasio: un viaggio, con l'unica eccezione di Frangia, iniziato sotto la costante guida di Calvesi nel 1983 nelle nobili sale di Palazzo Trinci a Foligno. Marco Rosei Alessandra «erede» di Paolina: nuova corte di artisti sulle orme della sua celebre famiglia «Monumento alla gloria dell'arte» di Carlo Maria Mariani, una delle 22 opere commissionate da Alessandra Borghese (nella foto qui a sinistra)

Luoghi citati: Foligno, Francia, Monsummano Terme, Napoli, Roma