«Due mali attaccano il Papa»

«Due mali attaccano il Papa» FIATO SOSPESO IN VATICANO Wojtyla deve fare i conti con l'indebolimento delle difese immunitarie e un'alterazione dei fasci nervosi «Due mali attaccano il Papa» / medici: deve limitare gli impegni CITTA' DEL VATICANO. Giovanni Paolo II non sta bone, come si è visto in maniera evidente negli ultimi mesi, ma il suo stato clinico più che da un singolo problema appare creato da una convergenza di diversi fattori. Non ò stato mai detto a livello ufficiale, ma vengono compiuti regolarmente, Ggni quattro mesi, prelievi e analisi per controllare se non vi siano nuove manifestazioni tumorali, dopo l'operazione al colon. E finora i risultati sarebbero negativi. Anche se in Vaticano c'è chi suppone un tumore, l'ipotesi, smentita fra l'altro ufficialmente, non pare attuale. I fattori principali all'origine dei malesseri, e dello stato di apparente spossatezza del Papa dovrebbero essere due. 11 primo è una forma di «immunodepressione», o «immunocompromesso», nata al tempo dell'attentato, e aggravata poi dagli altri interventi chirurgici. Vale a dire: le difese naturali del Papa sono più basse di quelle medie. Il secondo è una alterazione dei fasci nervosi: se non è Parkinson, pare qualche cosa di molto simile. Il Parkinson in quanto tale è stato smentito ufficialmente, dal Vaticano, ma il termine usato nei giorni scorsi di «alterazione del fascio oxtrapiramidale» è un nomo elegante per accennare a una malattia nervosa che non tocca in nulla le capacità cerebrali, ma provoca il tremito al braccio sinistro, e nel tempo porta a minori capacità di coordinazione e di espressione. La salute del Papa, specialmente quando comincia a declinare, resta uno dei massimi tabù. Molti fattori potenti concorrono a questo: la tradizione, lentissima a mutare; la volontà del Pontefice stesso; la volontà dei suoi collaboratori più stretti, per ragioni ovvie di devozione e di politica ecclesiale; e in ultimo, coloro che possono parlarne con cognizione diretta, cioè i medici interessati, sono vincolati dal segreto professionale, rafforzato da motivazioni religiose. Lo stato di salute del Pontefice riguarda il governo della Chiesa in tutto il mondo, e questo contribuisce a rendere il tema delicatissimo. Giovanni Paolo II non sta bene. «Da Natale in poi, molti di coloro che sono stati in udienza privata - ci ha detto una persona addentro alla vita della Curia - sono usciti con l'impressione di vedere un uomo sotto farmaci, prostrato». L'ipotesi che Giovanni Paolo Il prenda farmaci - a parte gli an¬ tibiotici «a largo spettro» di cui si è parlato nei giorni scorsi - è stata smentita, e lo sarà ancora, da parte delle fonti ufficiali. Ma indiscrezioni di ottima fonte affermano invece che in passato, e probabilmente anche adesso, gli vengono prescritti medicinali per aumentare le sue difese naturali, e per ridurre il tremito; si parla di sostanze «dopaminosimili». Questo spiegherebbe il rossore strano, innaturale, che appare sul volto del Pontefice, in particolare di mattina. L'attentato del 1981 è alla base dell' «inumino compromesso». Giovanni Paolo II ebbe bisogno di trasfusioni di sangue in quantità massiccia, rischiava di morire dissanguato; e un abbassamento permanente dei livelli immunitari è un rischio classico. E' probabile che le operazioni successive - quella al colon, e quella al femore - abbiano accentuato il fenomeno. Di conseguenza, ci spiega Aldo Morrone, specialista in questo campo all'Ospedale S. Gallicano di Roma, «batteri che in un soggetto normale non hanno un effetto patogeno, in una persona di quell'età, con tutto ciò che ha subito, e con la vita - che chiamiamo da stress - che conduce, diventano patogeni». Questo spiega l'infittirsi, negli ultimi dieci mesi, di lievi infezioni e febbri. Quindi non sarebbe tanto un batterio non identificato a provocare i malesseri ricorrenti, ma più verosimilmente dei battoli che a causa delle sue condizioni gene rali diventano aggressivi. 11 Papa appare stanco e sofferente. E questo è in rapporto con il tipo di vita che conduce, e il ritmo di lavoro che si autoimpone, probabilmente eccessivo. «E' sottoposto a un lavoro a cui non dovrebbe essere sottoposto. Le smorfie di dolore - dice Morrone sono probabilmente dovute a una sofferenza reale, causata dalla stanchezza, dallo sforzo di impedire il tremito del braccio». La soluzione possibile sarebbe una diminuzione del carico di impegni, ma a quanto pare è il Pontefice a opporsi a questa ipotesi, anche se il numero degli appuntamenti, nel corso dei viaggi, è stato ridotto. Ma in Vaticano no. «Sembra che abbia fatto voto di non morire nel suo letto - ci dice un monsignore - nella sua stanza in Vaticano, con le finestre aperte sulla piazza, e la gente fuori che piega. Sembra che si dica: vorrei morire in viaggio, o lavorando». Marco Tosatti Ogni quattro mesi il Pontefice viene sottoposto a esami per controllare che non vi siano nuove forme tumorali: finora l'esito è negativo m NATALE 1995. Il Papa sta impartendo la benedizione Urbi et Orbi quando, visibilmente sofferente, deve rinunciare FEBBRAIO 1996. Giallo su un malore in Guatemala. E a Caracas, complice il caldo, appare sofferente alla messa più importante. MARZO 1996. Salta, per due settimane di seguito, l'Udienza generale nell'aula Nervi, in Vaticano. Febbre intestinale.

Persone citate: Aldo Morrone, Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Marco Tosatti, Morrone, Parkinson, Wojtyla

Luoghi citati: Caracas, Citta' Del Vaticano, Guatemala, Roma