« Non sono l'orco dei bimbi«Brusca: non ho ucciso il piccolo Di Matteo» di A. R.
« Palermo: il superboss accuserebbe Bagarella dell'omicidio « Non sono Forco dei bimbi Brusca: non ho ucciso il piccolo Di Matteo PALERMO. Giovanni Brusca avrebbe scaricato su Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, l'infamia dell'uccisione di Giuseppe Di Matteo, il figlioletto del pentito Santo Di Matteo, tenuto in ostaggio nel tentativo fallito di far ritrattare il padre. A questo punto, però, per fare combaciare tutti i pezzi del mosaico occorrerà mettere a confronto le tante cose dette da vari pentiti come Tony Caldaruso, Giuseppe Monticciolo, Enzo Chiodo. Questo importante capitolo del «giallo Brusca» sarà argomento centrale nel nuovo interrogatorio al quale nel carcere romano di Rebibbia il boss sarà sottoposto domani, sempre nel più assoluto segreto. Intanto» una perizia calligrafica inchioda il figlio maggiore di Totò Riina, Giovanni, 20 anni, recentemente arrestato per associazione mafiosa. Secondo la perizia, vi è «un alto grado di certezza» che sia stato proprio il ragazzo a scrivere un biglietto sequestrato dalla polizia subito dopo la cattura di Brusca, in una villa sul mare ad Agrigento. «Caro Salvo» cominciava il messaggio ed è accertato da tempo che Brusca, quand'era latitante, si faceva chiamare Salvatore D'Anna. Salvo è il diminutivo di Salvatore. Il giovane gli chiedeva un incontro con Matteo (quasi certamente il boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro). Finora Giovanni Riina (il biglietto è firmato Gianni) aveva sostenuto di non avere mai conosciuto Giovanni Brusca e di essere andato si qualche volta a San Giuseppe Jato da Corleone, ma unicamente per fare aggiustare il trattore che utilizza nel suo podere. Nel biglietto si legge, tra l'altro: «Vedi se puoi darmi un appuntamento con te e Matteo... Per Luca tutto a posto... Tanti saluti per te e tuo fratello». Firmato: «Gianni». Il biglietto proverebbe, secondo l'accusa, gli stretti contatti tra il figlio di Riina, Giovanni Brusca e altri mafiosi latitanti. [a. r.]
Luoghi citati: Agrigento, Corleone, Palermo, San Giuseppe Jato
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