Anche a Monza rosso Ferrari

formula] Centomila in festa per l'impresa del Cavallino che trionfa nel G,P. d'Itali; Anche a Monza, rosso Ferrar Schumacher precede Alesi, Hakkinen conquista ilpodh MONZA DAL NOSTRO INVIATO I miracoli, come tali, per definizione, non si ripetono. Quindi non è un miracolo che la Ferrari, dopo il successo in Belgio, abbia fatto il bis nel Gran Premio d'Italia. E il modo in cui Michael Schumacher ha conquistato la sua 22a vittoria, la prima nel Paese della sua squadra, è la conferma dei reali progressi della Scuderia (cioè della marca automobilistica più famosa del mondo) e di un trionfo voluto, cercato e ottenuto. Diciotto secondi sulla Benetton di un commovente Jean Alesi, oltre un minuto sulla McLaren di Hakkinen, nulla di risicato. Il pilota tedesco ha anche infilato una serie di record sul giro. E davanti, ieri, non c'erano più le temutissime Williams, cancellate - se ci è permessa la battuta dalle gomme. Così sono le corse: ma a Monza chi sbaglia, paga. La trappola dei pneumatici messi nelle chicanes per evitare pericolosi tagli di traiettoria, ha giocato un ruolo importante. E' la prima volta che accade. Ma gli imprevisti non sono una novità in FI: negli anni passati una volta a Clermont Ferrand quasi tutti forarono perché era stato rifatto l'asfalto. Al Nùrburgring una volta il costruttore delle gomme sbagliò la produzione e dominarono i piccoli teams che avevano gomme vecchie. Così molti piloti hanno sbagliato. Gravemente. Hill e Villeneuve forse perché troppo sotto pressione. Coulthard tradito dalla foga così come Hakkinen che però si è rifatto con un grande inseguimento. Mentre Alesi è stato autore di una prova maiuscola, da pilota maturo ma anche coraggioso. Lui, Schumacher, ha fatto invece vedere ancora una volta di che pasta è fatto. Anche se non aveva bisogno di dimostrare nulla. Il talento, l'abilità tecnica, la freddezza, la capacità di calcolo, la tattica. Doti e caratteristiche che, messe tutte insieme, formano un campione vero. E la Ferrari. Al di là della vittoria, c'è un fatto ancora più importante: ha trovato l'affidabilità, per di più su una pista che mette alla frusta tutti gli organi meccanici. Se non sono arrivate tutte e due le vetture al traguardo (anche se in questo caso non esiste controprova) è solo perchè Irvine ieri ha commesso un errore. Non è detto che questo passo avanti sia sicuro e definitivo, per sempre. Ma è sicuramente un risultato. Doveva essere la sfida Hill-Villeneuve. L'hanno fatta sul pallottoliere. Fuori gara entrambi, il vantaggio è per l'inglese che rimane davanti in classifica con i 13 punti di prima e con solo due corse da disputare. Il giovane canadese promette battaglia, ma d'ora in poi se vorrà sperare, dovrà essere impeccabile e avere anche un po' di fortuna. «Per me è stato un buon affare - ha detto Damon dopo la gara - visto com'è finita». Era dal 1990, Mansell in Portogallo, Prost in Spagna (e il successo dell'inglese molto probabilmente portò via il Mondiale al francese), che Maranello non si aggiudicava una gara dietro l'altra. L'obiettivo massimo annunciato per la stagione ormai è stato centrato in pieno. Si parlava di 23 vittorie, siamo alla terza dopo Barcellona e Spa. E mancano due corse alla fine della stagione. In Portogallo fra due settimane e poi ancora più avanti a Suzuka, si potrebbe cercare il trampolino di lancio definitivo per il 1997. Da sempre in FI chi finisce bene un campionato solitamente inizia meglio quello successivo. Sarà importante per il presidente Montezemolo, per Jean Todt e tutti i suoi uomini, mantenere concentrazione e serenità. Per portare avanti tutti i piani del resto già stilati da tempo. Quegli stessi programmi che, presentati a Schumacher, lo hanno convinto a cor¬ rere per la Ferrari. Adesso il tedesco sa definitivamente di avere fatto la scelta giusta. E sarà lui l'elemento catalizzatore, il punto fermo da cui ripartire nuovamente per livelli ancora maggiori. E' chiaro che se non ci fossero gli ingegneri, i meccanici, la tecnologia vincente, anche la bravura del pilota non servirebbe a nulla. Ciò che sorprende tutti, lascia a bocca aperta, disorienta gli avversari, è specialmente la capacità che ha avuto Maranello di far esordire un motore completamente nuovo e renderlo vincente. Un 10 cilindri, su una strada mai praticata sinora, che in pochi mesi è arrivato a superare chi in questo campo opera da tanti anni. Non dimentichiamo che, dopo la ristrutturazione iniziata da Luca Montezemolo nel luglio del '93, quando mise Todt a capo della Gestione Sportiva, la Ferrari è ora la squadra più giovane e fresca di tutta la FI. Cristiano Chiavegato Villeneuve solo 7° e Hill sempre più vicino al titolo Alesi primo per metà gara, ma si arrende dopo la sosta ai box Irvine un altro ritiro: era terzo Dopo il trionfo di Spa il bis più esaltante sul circuito più amato PILLOLE A MONZA BIS 6 ANNI DOPO. La Ferrari non vinceva due Gran Premi consecutivi dal 1990: successi di Mansell in Portogallo (23 settembre) e Prost in Spagna (7 giorni dopo). MARANELLO IN FESTA. Per la terza volta quest'anno, campane a festa a Maranello. Il parroco, don Erio Belloi, ha ripetuto il rito. Ma i rintocchi quasi non si sentivano, con tutto il paese in strada a suonare clacson e sventolare bandiere. Al BOX NIPOTE DI AGNELLI. Non c'era l'Avvocato, ma Giovanni Agnelli aveva un personale «osservatore»: il nipote Lapo Elkann, 19 anni, studente ad Oxford. Dopo la corsa ha raggiunto in elicottero il nonno a Villar Perosa per festeggiare. Prima del via, Lapo ha però rischiato di non essere ammesso al paddock: colpa del suo pass magnetico che non voleva saperne di funzionare. MALORE, MUORE TIFOSO. Un ventenne, lyan Saraceni, di Solferino (Mantova) è morto ieri all'alba dopo aver trascorso la notte all'aperto con un gruppo di amici. Soffriva di cuore. LO STRISCIONE LEGHISTA. Tra i tanti cartelli inneggianti alla Ferrari, in tribuna anche uno striscione leghista: su un lenzuolo lungo 10 metri è comparsa la scritta, in inglese, «Benvenuti al primo Gran Premio della Padania». :::::;::::>-:.:::::,:;::::::;:-:-:::::>:::::: er definiuindi non rari, dopo ia fatto il alia. ael Schua sua 22a aese della erma dei Scuderia obilistica e di un ottenuto. Benetton Alesi, ol volta che ti non sonegli anni mont Ferno perché o. Al Nùrostruttore produziooli teams cchie. o sbagliaVilleneuve o pressiodalla foga e però si è inseguitato autoola, da pioraggioso. atto inveolta di che non aveva ulla. 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Da sempre in FI chi finisce bene un campionato solitamente inizia meglio quello successivo. Sarà importante per il presidente Montezemolo, per Jean Todt e tutti i suoi uomini, mantenere concentrazione e serenità. Per portare avanti tutti i piani del resto già stilati da tempo. Quegli stessi programmi che, presentati a Schumacher, lo hanno convinto a cor¬ rere per la Ferrari. Adesso il tedesco sa definitivamente di avere fatto la scelta giusta. E sarà lui l'elemento catalizzatore, il punto fermo da cui ripartire nuovamente per livelli ancora maggiori. E' chiaro che se non ci fossero gli ingegneri, i meccanici, la tecnologia vincente, anche la bravura del pilota non servirebbe a nulla. Ciò che sorprende tutti, lascia a bocca aperta, disorienta gli avversari, è specialmente la capacità che ha avuto Maranello di far esordire un motore completamente nuovo e renderlo vincente. Un 10 cilindri, su una strada mai praticata sinora, che in pochi mesi è arrivato a superare chi in questo campo opera da tanti anni. Non dimentichiamo che, dopo la ristrutturazione iniziata da Luca Montezemolo nel luglio del '93, quando mise Todt a capo della Gestione Sportiva, la Ferrari è ora la squadra più giovane e fresca di tutta la FI. Cristiano Chiavegato Sotto, il simpaticabbraccio tra Schumacheed Alesi, sempre amatdai fans del CavallinDopo il trionfo di Spa il bis più esaltante sul circuito più amatoLa coppa e pollice alzato: primo, indica Schumacher Villeneuve solo 7° e Hill sempre più vicino al titolo Alesi primo per metà gara, ma si arrende dopo la sosta ai box Irvine un altro ritiro: era terzo Giallo-gomme 1 TTlfl 11 fi II Hill le ha volute e Vhan messo ko MONZA. Un mucchio di vecchi pneumatici, valore zero lire, ha in qualche modo influito sul risultato del Gran Premio d'Italia e certamente avrà anche un peso determinante sull'assegnazione del titolo mondiale. Si tratta di gomme di recupero che la direzione di corsa aveva ammucchiato nei punti strategici delle chicanes per evitare che i piloti tagliassero pericolosamente le strettoie disegnate, dagli anni Settanta, nel circuito per ridurre la velocità. Nei giorni scorsi negli stessi punti del tracciato erano stati messi dei coni di segnalazione stradale. Ma i corridori li colpivano deliberatamente per passare più rapidi. Allora, dopo aver ascoltato Hill e Berger, i commissari sportivi avevano deciso di togliere i «birilli» e mettere i pneumatici, a pile di sei. La nuova soluzione aveva suscitato non poche polemiche, ma era stata accettata come l'unica adottabile in tempi brevi. Poi è successo quello che si è visto, [e. e] formula] - W La coppa e pollice alzato: primo, indica Schumacher Sotto, il simpatico abbraccio tra Schumacher ed Alesi, sempre amato dai fans del Cavallino