VOGLIA DI TRASGRESSIONE
SETTEMBRE MUSICA SETTEMBRE MUSICA VOGLIA DI TRASGRESSIONE I confini tra le culture si dilatano e si smarriscono cellenza dei suoi collaboratori (Bob Wilson e Peter Greenaway anzitutto), nella disinvoltura con cui la musica di consumo più decontestualizzata si specchia nel jazz, nel rock, nei frammenti di una decomposta classicità. Un frullato denso e gustoso, al primo sorso. Lo berremo fino in fondo. Come abbiamo assaggiato il cocktail d'esordio dei Bang-on-a-Can, il gruppo americano al debutto italiano che, anche sulla scia delle scelte interpretative del Kronos Quartet, ha proposto a New York un modo più coinvolgente e teatrale di eseguire i contemporanei. In città, manifestazioni come Musica Novanta e la Pellerina hanno già arato il terreno per questa edizione di Settembre Musica, ed è prevedibile l'entusiasmo per il ritorno, la sera del 14, del «rock ferroviario» dei Tamburi del Bronx, che in realtà vivono in Francia, a Nevers, il loro devastante incubo americano. Ci sarà altrettanta passione per la serata (venerdì 13) dedicata ad Edgard Varese, solitario, utopico titano del Novecento, le cui musiche saranno accompagnate dalla sperimentazione visiva realizzata da Bill Viola per «Déserts»? Susciterà più consensi l'arrochita, disincantata canaglieria di Paolo Conte e delle sue malinconiche vicende sentimentali, o il dolore senza rimedio di Orfeo che ha perduto Euridice, nella «Favola in musica» di Claudio Monteverdi, atto di nascita dell'avventura lunga quattro secoli del teatro musicale, affiancata da «Ou bien le débarquement désastreux», aspro concerto scenico del tedesco Heiner Goebbels che si avvale della voce arcaica di un cantastorie senegalese? I confini delle culture si dilatano e smarriscono. Settembre Musica 1996 sta al gioco, contempla la vastità di questi orizzonti fino a stordirsi. Decide di parlare il linguaggio della confusione, si interroga, di fronte al piattume divistico di tanti festival estivi, sul proprio destino. Con un unico rischio, certo calcolato, ma non per questo meno evidente: perdere ogni specificità. Sandro Cappelletto TANTO BACH E POI HAYDN E MENDELSSOHN Ciaikovskij e Turina: ecco un'accoppiata piuttosto inedita ma proprio per questo stimolante, per il pomeriggio di sabato 7 (ore 17) in Conservatorio. E' una delle tante idee originali di Settembre Musica, che impegnerà il Quartetto Borciani (Fulvio Luciani, Elena Ponzoni, Roberto Terenzi, Claudia Ravetto) nell'op. 30 del Maestro russo e il Trio Debussy (Antonio Valentino, Piergiorgio Rosso, Francesca Gosio) nelle op. 76 e 91 di quello spagnolo. La grande musica classica, nonostante le frequenti e benefiche ventate di repertori per così dire «extra», costituisce sempre il piatto principale e più succoso di questo festival torinese. Così domenica 8 alle 21, nell'Auditorium del Lingotto, si presenta la prestigiosa Orchestra del Settecento diretta da Frans Brùggen con un programma impostato su tre sommi autori: Haydn con la «Ouverture in sol maggiore per l'Isola Disabitata», Beethoven con il bellissimo «Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 61» (solista Thomas Zehetmair) e Rameau con la suite di «Les Fètes d'Hébé». Tra i compositori più rappresentati di questa diciannovesima edizione di Settembre Musica c'è Bach. Sarà possibile ascoltarne alcune tra le più importanti opere per tre giorni di fila. In alto i Bang- ori a-CariAll Slam protagonisti del concerto di venerdì al Piccolo Regio Qui a fianco sir Nevi Ile Marriner che lunedi alle 21 al Lingotto guiderà l'Acadeinyof St. Martin-in the Field."
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