I regni delle stelle e del Sole di Piero Bianucci

I regni delle stelle e del Sole I regni delle stelle e del Sole Iniziano i test del telescopio italiano LA vetta vulcanica dell'isola di La Palma sbuca nel cielo azzurro e limpidissimo da un mare di nuvole candide che nascondono, fino all'orizzonte, l'Oceano Atlantico. A 2400 metri di quota, in una località chiamata Roque de los Muchachos, luccicano al sole subtropicale decine di cupole grandi e piccole, che proteggono potenti telescopi e strumenti astronomici sofisticatissimi. Con le isole Hawaii, le Ande cilene e il deserto dell'Arizona, l'arcipelago delle Canarie è ormai uno dei pochi luoghi del pianeta che possano vantare un cielo eccezionalmente terso e buio, senza inquinamento prodotto da luci artificiali, e, fatto altrettanto importante, un'atmosfera con pochissima turbolenza. Queste caratteristiche ne hanno fatto un santuario dell'astronomia: La Palma soprattutto per l'osservazione del cielo notturno, la vicina isola di Tenerife per lo studio del Sole. Tra qualche settimana a Roque de los Muchachos inizieranno i test per mettere a punto «Galileo», il telescopio nazionale italiano da 3,5 metri a ottica attiva e adattativa ufficialmente inaugurato alla fine di giugno. E' uno strumento molto avanzato, che arricchisce un grande parco astronomico internazionale cresciuto rapidamente grazie all'ospitalità generosa e intelligente dell'Istituto di Astrofisica delle Canarie. Le infrastrutture messe a disposizione dalla Spagna in cambio del 20 per cento del tempo di osservazione sono ottime: una rete con una banda di 32 megabit per la trasmissione dei dati alla sede centrale dell'Istituto, servizi di telecomunicazioni, residence con 58 posti letto, sei appartamenti unifamiliari, eliporto, laboratori di meccanica e di elettronica. Tra gli strumenti installati nel corso degli Anni 80 spiccano il telescopio «Herschel» da 4,2 metri di apertura del Regno Unito (cui contribuiscono anche i Paesi Bassi), il Telescopio Nordico da 2,56 metri a ottica attiva realizzato da Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, il telescopio «Isaac Newton» da 2,5 metri del Regno Unito, il telescopio «Kapteyn» da un metro (Regno Unito, Paesi Bassi, Irlanda), il cerchio meridiano dell'Università di Copenaghen e il rifrattore solare da 50 centimetri dell'Accademia delle Scienze spagnola. Con il telescopio nazionale italiano, l'ultima acquisizione dell'Osservatorio di Roque de los Muchachos si chiama HEGRA, da High Energy Gamma Ray Array Experiment, frutto di una collaborazione tra astrofisici tedeschi e spagnoli ai quali si sono aggiunti recentemente le università italiane di Padova, Trieste, Pisa e Napoli e ricercatori brasiliani e statunitensi. I raggi gamma sono la forma di radiazione elettromagnetica a più alta energia (e quindi a più piccola lunghezza d'onda). Vengono emessi in seguito all'interazione tra i raggi cosmici e il gas interstellare e in fenomeni di estrema violenza in gran parte ancora misteriosi. Non esiste un telescopio che possa catturare e focalizzare i raggi gamma perché la loro lunghezza d'onda è molto più piccola della distanza tra gli atomi che formano uno specchio: sarebbe come voler raccogliere acqua con un colabrodo. Le tecniche usate per osservare i raggi gamma somigliano quindi a quelle usate dai fisici per le particelle subatomiche, e in genere i rivelatori di raggi gamma vengono messi a bordo di satelliti artificiali per evitare l'assorbimento da parte dell'atmosfera. Ad alta quota, però, ì raggi gamma più energetici possono essere rivelati sia direttamente sia attraverso gli sciami di particelle che producono interagendo con l'atmosfera. Un osservatorio per i raggi gamma ha un aspetto strano. Quello appena inaugurato a La Palma occupa una distesa di 44 mila metri quadrati digradanti da 2300 a 2100 metri ed è formato da diversi tipi di rivelatori messi dentro cassoni a forma di parallelepipedo; ogni tipo è adatto ai particolari livelli di energia della radiazione gamma che si intende osservare: ci sono 242 contatori proporzionali; 17 contatori Geiger, 52 rivelatori Cerenkov per le particelle subatomiche chiamate muoni (simili agli elettroni, ma 400 volte più massicce) e 5 specchi per rilevare la luce Cerenkov che i raggi gamma più potenti producono nella loro interazione con l'atmosfera. I dati raccolti integreranno quelli del sa- La Palma, isole Canarie: uno degli specchi multipli per osservare i raggi gamma tellite della Nasa GRÒ, Gamma Ray Observatory, intitolato al fisico Compton. Sempre a La Palma, originalissimo è lo strumento olandese DOT, Dutch Open Telescope, progettato per osservazioni sia del Sole sia delle stelle. Si presenta come una struttura alta 15 metri che ospita un obiettivo a specchio da 45 centimetri senza tubo: un tentativo di ridurre ulteriormente la turbolenza dell'aria. Le osservazioni solari di DOT (che può montare anche uno specchio da 70 centimetri) integreranno quelle fatte dalla navicella «Soho» dell'Esa. A Tenerife, all'Osservatorio del Teide, oltre al telescopio solare «Thémis» con ottica adattiva e sotto vuoto realizzato dalla Francia con la partecipazione italiana e alla strumentazione «Gong» per l'osservazione delle oscillazioni solari, a fine giugno sono stati inaugurati vari altri strumenti. Un telescopio da un metro di apertura dell'Agenzia spaziale europea servirà a seguire via laser le missioni dei satelliti «Spot IV» in orbita bassa e «Artemis» in orbita geostazionaria, nonché a tenere sotto controllo la «spazzatura» spaziale. Poco lontano, tre radiometri captano la radiazione fossile lasciata dal Big Bang, completando il lavoro del satellite americano «Cobe». Piero Bianucci

Persone citate: Artemis, Gamma Ray Observatory, Geiger, Herschel, High Energy Gamma Ray, Isaac Newton, Roque, Soho