Autore e lettore, finali a confronto

Autore e lettore, finali a confronto Autore e lettore, finali a confronto trovò aggredito e immobilizzato da due o tre avversari. Nello stesso istante, un secondo drappello di ragazzi sbucò dal folto degli alberi, proprio là dove il corvo aveva spiccato il volo, e prese gli attaccanti alle spalle. In un attimo le file degli assalitori si sban- Alessandro Barbero Lo scrittore ha vinto l'ultimo premio Strega con «Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo» edito da Mondadori darono. Alcuni cercarono inutilmente di arrendersi, alzando le mani; vennero spinti a faccia in giù nella neve, fra strilli e risate. Uno, che cercava di scappare, venne inseguito da dieci braccia protese e acchiappato per il codino e per le falde del tabarro. Il ragazzino pallido rispose a voce altissima, con quell'accento italiano che i compagni continuavano a trovare ridicolo RESI fra due fuochi, gli attaccanti subirono una rapida, e non incruenta disfatta: almeno uno dei prigionieri perdeva sangue dal naso, e la neve intorno a lui si colorava di moccio rosso. Quelli che riuscirono a scappare si dispersero fra gli alberi del parco o arrancarono verso il cortile, fradici di neve e senza fiato per la corsa. Il ragazzo che aveva diretto la manovra degli assediati si era tolto il tricorno, e si ravviava i capelli neri e appiccicosi di sudore, con un sorriso soddisfatto sul volto pallido. I compagni gli si fecero intorno acclamandolo; il ragazzo era piccolo di statura, e perfino meschino all'aspetto, con quel colorito malaticcio che non s'era ravvivato neppure nell'eccitazione del trionfo, ma accettava i complimenti con tranquilla alterigia. Un prete intabarrato di nero si apriva la via nella neve, zoppicando intorno ai ragazzi che ritornavano accaldati e felici verso il cortile della scuola. Veniva a chiamare il ragazzo pallido in parlatorio, per qualche comunicazione che doveva essergli fatta. Evidentemente aveva fretta; non voleva far at¬ tendere chi l'aveva mandato. Quando fu giunto abbastanza vicino da poter chiamare senza mettere a rischio la sua dignità, agitò in aria il bastone e gridò: - Monsieur de Buonaparte! Monsieur de Buonaparte! Quando udì che lo chiamavano, il ragazzino pallido rispose a voce altissima, con quell'accento italiano che i compagni, nonostante tutto, continuavano a trovare ridicolo; sventolò il cappello per farsi riconoscere, e partì dì corsa verso il prete. Alessandro Barbero Va bene. Professore, ma ciò non toglie che tal Barbero sia incomprensibile ed inoltre l'opera che ci vuol far recitare sia incompleta... TOOOOOP! Ma ragazzi, cosa combinate! Non potete continuare così... un po' d'impegno... metteteci un po' di grinta mentre lanciate 'ste palle!!! L'avete letto, no, il racconto di Barbero? Ebbene, vi sembra che sia molle così come voi lo state interpretando?». «Ma Professore, non siamo mica attori professionisti! Eppoi la neve incomincia a scarseggiare... e non abbiamo più cubetti a disposizione..., come faremo poi? L'ha detto lei che la scuola non ha avuto quest'anno il finanziamento...». «Come faremo senza cubetti? Semplice, proveremo la scena senza la neve artificiale... che a dire il vero non mi ha mai convinto fino in fondo... 'sti cubetti che si sciolgono... Su!, pelandroni, che ricominciamo le prove...». «Ma Professore, siamo stanchi... e inoltre, ad essere sinceri, non ci piace nemmeno la parte da recitare...». «Cosa dite? Il testo è di uno dei più grandi scrittori del XX secolo, un maestro della narrativa dell'epoca...». «Prof, a noi sembra superato. Cosa ci importa di uno che duecento anni fa scriveva di una battaglia a palle di neve... e poi, tra le altre cose, chissà cosa sarà mai questa "neve"!». «Chiedi cosa sia la neve? Ma non la studi la storia? Cent'anni fa, attorno al 2110, un grande fenomeno ancora incomprensibile distrusse i cosiddetti "agenti atmosferici", tra i quali la neve, minuscoli cristalli di ghiaccio che cadevano sul pianeta a fiocchi e che ora potete vedere riprodotti chimicamente in cubetti». «Va bene, Professore, ma ciò non toglie che tal Barbero sia incomprensibile ed inoltre l'opera che ci vuol far recitare sia incompleta...». «Ma proprio qui sta la sua grandezza! Quel ritaglio di giornale, l'antica edizione de "La Stampa" di Torino, è stato uno dei più grandi ritrovamenti cyber-archeologici del nostro secolo ed ha rivelato l'esistenza di questa opera incompleta sfuggita ai biografi dell'epoca». «Sarà, ma a noi pare che una fine debba pur averla, 'sto racconto!». «Beh, se volete così tanto conoscerne la fine, vi accontento subito: per compito mi scriverete la vostra continuazione del racconto e la intitolerete "Il gioco di Napoleone"». Paola Negro Dal 13 al 18 gennaio '97

Persone citate: Alessandro Barbero, Barbero, Buonaparte, Paola Negro, Semplice

Luoghi citati: Torino