La parola d'ordine «Non sottovalutatelo»

La parola d'ordine «Non sottovalutatelo» La parola d'ordine «Non sottovalutatelo» IMPRENDITORI E CARROCCIO LCERNOBBIO A Padania? Non m'interessa. Faccio l'industriale, io». Stringe i denti Guido Barilla quando si parla di Lega e di secessione. Di cose da dire lui, leader dell'industria alimentare italiana, ne ha tante. Ma, si chiede, non si Unisce così con il fare il gioco di Bossi? E' la stessa tesi di Marco Tronchetti Provera che continua a ripetere che «un fenomeno come questo si autoalimenta a mano a mano che se ne parla. Meglio tacere, perciò...». Eppure, proprio oggi il senatur dovrebbe parlare ad industriali, politici e banchieri... «Già, qui sentiremo cose pazzesche - aggiunge Barilla domattina...». «Facile demonizzare il problema, caro Guido - ribatte Marina Salamon - perché tu stai in Emilia. Prova a lavorare a Treviso, con il quaranta per cento di voti leghisti». «Ma io - corregge il tiro Barilla - non sono disinteressato. Sono terrorizzato. Sì, certe cose mi terrorizzano. Mi viene voglia di chiudermi dentro i confini della fabbrica. Chiaro?». «Chiaro - incalza la Salainon -. Io ho sempre sottovalutato il fenomeno Lega, ma una profuga bosniaca mi ha messo in guardia: da noi, mi diceva, tutto è cominciato così. Eppoi che elemento quel Bossi... Mai conosciuto, l'ho incontrato due volte, una in aeroporto, poi leggo che, secondo lui, io e la Mareegaglia potremmo lavorare bene con la Lega...». E lei, Emma Mareegaglia, leader dei giovani imprenditori, sorride divertita alla prospettiva. «Di una cosa sono sicura: Bossi non è affatto un matto, semmai è un grande comunicatore. Basti vedere come ha lanciato la Padania... Quella dei 15 mi sembra più una scampagnata fuori porta che una mossa insuirezionale. Però, sia chiaro, si tratta di una scampagnata politica cui occorre dare una risposta politica. Guai a sottovalutarlo». E' passato, del resto, il tempo delle battute, e dei sorrisi di circostanza. Il fenomeno Lega non fa ridere proprio più nessuno tra i Vip riuniti a Cernobbio. Tre anni fa il professor Miglio varcava la soglia del seminario come grande esperto de! movimento. Adesso Bossi rischia di diventare il vero polo di attrazione del seminario di inizio autunno. Si rafforza la preoccupazione per il movimento secessionista, anche se non tutti, per la verità, sembrano poi cosi ostili al Carroccio. Ecco, ad esempio, Franco Miroglio, colosso del tessile, un'esperienza in Parlamento con Forza Italia. Come andrà la manifestazione? ■(Per me la giornata riesce. Vede, io credo che la gente abbia una gran voglia di far sentire la propria voce, di gridare che le cose così non vanno proprio». E la via della secessione sembra la più appropriata? «Quello no, ma a chi dovrebbe dar retta la gente? A D'Alema che assomiglia sempre più ad Andreotti? Almeno Bossi parla di cose concrete». «Eh sì - sospira Paolo Clerici, armatore, a capo di Coe-Clerici - l'idea della secessione mi suscita sgomento, ma capisco le ragioni della protesta. Abbiamo bisogno urgente di uno Stato più leggero, di riforme che diano spazio alle autonomie locali». «Ben venga lo Stato leggero - aggiunge il leader della Confindustria Giorgio Fossa - ma lo spauracchio della secessione è un'altra cosa. Non è facile prevedere l'esito della manifestazione. Difficile stabilire quanti risponderanno all'appello. Eppoi quanti saranno i curiosi e quanti i simpatizzanti?». Ma il Nord la vuole o no? «Lo lasci dire a me che sono di Varese: gli elettori della Lega non sono secessionisti. Tutt'altro. Ma l'agenda delle riforme da fare è davvero lunga...». «L'unica via - incalza Ernesto Gismondi, industriale a capo di Artemide, piccolo impero dell'illuminazione - sarebbe di pompar via l'acqua al fiume della prolesta. Ma per far questo occorrerebbe una volontà e una strategia riformatrice vera Ecco, se guardo alla situazione, resto sgomento...». L'analisi, insomma, si ripete un po' in tutti i commenti: la via della secessione è sbagliata ma i problemi ci sono. E guai a prenderli sottogamba. Ma, che accadrà il giorno 15? Per Giulio Malgara, presidente .i utenti pubblicitari, «l'operazione Padania è stata perfetta sul piano delle strategie di comunicazione. Impossibile far di meglio. Ma non si può mai dire come il pubblico reagirà al nuovo prodotto. La mia sensazione? Un successo inferiore alle previsioni di Bossi...». E come la vede Steno Mareegaglia, industriale leader di Mantova, la capitale del Nord? «Per me si divertano pure, è un po' come il festival dell'Unità, no? Si riuniscono, ascoltano un comizio, un po' di musica, fanno festa... Milioni di persone? Mi sembra un po' la favola degli aerei di Mussolini. Erano sempre i soliti duecento che giravano dietro al Duce. E lo stesso mi sembra che valga per i leghisti...». E le multinazionali? Come vedono all'estero la prospettiva della secessione in Italia? Umberto Di Capua, Abb, è lapidario. «Non credo che ci siano possibilità di successo». Attilio Lentati, milanese, amministratore della Ras (gruppo Allianz), confessa invece che «in tanti anni nessuno mi ha mai chiesto dalla Germania qualcosa sulla Lega, la Padania o la secessione. Chissà, forse la prossima settimana». E oggi Lentati potrà, probabilmente, sentir Bossi in diretta per la prima volta. Come il pm veneziano Umberto Nordio... «Ma della Lega non posso parlare. Sa, domenica prossima, quando ci sarà la manifestazione, sarò il magistrato di turno a Venezia...». Ugo Bertone Salamon: pensate alla Bosnia Barilla: sono terrorizzato Miroglio: è un uomo concreto Salamon: pensate alla Bosnia Barilla: sono terrorizzato Miroglio: è un uomo concreto lto a sinistra ma reegaglia estra rina Salamon a sinistra do Barilla A sinistra Umberto Bossi qui sotto Franco Miroglio■i In alto a sinistra Emma Mareegaglia a destra Marina Salamon Qui a sinistra Guido Barilla A sinistra Umberto Bossi qui sotto Franco Miroglio

Luoghi citati: Cernobbio, Emilia, Germania, Italia, Mantova, Treviso, Varese, Venezia