Bossi fu marcia indietro su Scalfaro di F. M.

Il Polo accetta la smentita e rinuncia all'attacco. Il caso si è sgonfiato Il Polo accetta la smentita e rinuncia all'attacco. Il caso si è sgonfiato Bossi fu marcia indietro su Scalfaro «Il nostro accordo? Inventato dai giornali» ROMA. E adesso Bossi reinterpreta il suo libro e dice che è tutta una montatura. «Hanno montato in piedi chissà quale accordo. Io andai da Scalfaro per guardarlo dritto negli occhi, per capire se avrebbe retto all'urto che sarebbe venuto. Io sapevo quel che dovevo l'are. Ne venni via rassicurato, come uno convinto che la difesa delle istituzioni non avrebbe ceduto al primo colpo». «Era logico - ha aggiunto Bossi - che Berlusconi attaccasse con tutta la forza che aveva. Rappresentava una struttura molto forte». Bossi ha così proseguito: ((Appena caduto il governo Berlusconi, Scalfaro fu il primo che andai a vedere: andai a guardarlo dritto negli occhi per vedere se l'uomo teneva, visto che aveva vinto le elezioni uno che aveva alle spalle una struttura giornalistica e televisiva cosi forte. Mi pare che l'uomo abbia tenuto». Ma allora questo accordo esiste o no? «L'accordo lo avete inventato voi. Se aveste letto il libro...». Il Polo, dal canto suo, non ha alcuna intenzione di riprendere lo scontro, o presunto tale, con il Capo dello Stato: dopo le dichiarazioni a caldo di Berlusconi e di Fini venate di polemica ma nulla più ieri il centro-destra ha tirato il freno. Il presidente dei deputati di Forza Italia Beppe Pisanu dice: «Prendiamo atto della smentita, peraltro informale, del Quirinale». Che ieri ha diffuso un comunicato per spiegare: «Nessun accordo da parte del Quirinale. Il Presidente della Repubblica ha sempre seguito procedure di assoluta ortodossia costituzionale. E infatti il Parlamento votò la fiducia al governo Dini». E intanto Forza Italia prende le distanze dalla richiesta di impeachment del direttore del «Giornale» Vittorio Feltri. Dice Pisanu: «Si tratta di un'autorevole valutazione del dottor Feltri che è noto come uomo assolutamente indipendente e coerente fino in fondo con le cose che dice e che fa». Come dire: una cosa è Feltri e una cosa è Berlusconi. In altre parole: Forza Italia non riaprirà la battaglia campale contro Scalfaro. E anche An, dopo la sortita iniziale di Fini, non ha rincarato la dose. Unica voce quella di Gustavo Selva, antico nemico di Scalfaro che sul «Secolo d'Italia» scrive: «Se un domani l'Italia si dividesse, il suo patto segreto con Bossi porterebbe una grave responsabilità». E il caso sembra destinato a sgonfiarsi anche perché gli ex presidenti del Senato e della Camera affermano di nulla sapere. Dice Carlo Scognamiglio, rieletto nelle liste del Polo: «Non ho mai avuto sentore di un accordo tra Bossi e Scalfaro per evitare le elezioni anticipate: tra l'altro sarebbe stato del tutto inutile perché lo scioglimento delle Camere è possibile quando la maggioranza del Parlamento è favorevole e non quando 10 chiede la minoranza». E anche Irene Pivetti dice di non sapere nulla: «Non sono al corrente di nessun complotto, questa cosa l'ho appresa dai giornali: non ne so nulla, anche perché, come tutti ben sanno, mi sono astenuta da qualsiasi attività politica durante 11 mio periodo di presidenza». Più scontato l'appoggio che arriva a Scalfaro dall'attuale presidente del Senato Nicola Mancino: «Posso testimoniare che queste cose non sono avvenute. Il Capo dello Stato registra la volontà di una prevalenza parlamentare». [f. m.]

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