«Prodi l'Uem può aspettare» di Valeria Sacchi

I «CONSIGLI» «Prodi, l'Uem può aspettare» «Prima risolvete i vostri problemi» I «CONSIGLI» CERNOBBIO DAL NOSTRO INVIATO «Se l'Italia non potrà entrare nell'Unione Europea, la sua assenza provocherà una crisi in Europa che si estenderà alla Francia la quale, per difendere il franco, sarà costretta ad alzare i tassi». Provocatore come sempre, Rudiger Dornbusch, professore al Mit, consulente di governi e buon conoscitore dell'Italia, oltre a confermare lo scetticismo di sempre per l'Europa, ha l'aria di credere che l'Italia all'appuntamento con la moneta comune non riuscirà ad arrivare. Lo spiega a Villa d'Este, dove partecipa ai lavori del convegno sugli «scenari di oggi e domani per le strategie aziendali» dello Studio Ambrosetti. E aggiunge: «L'Italia ha bisogno di cinque anni di sforzi per risanare i suoi conti. Ma non deve farsene un problema, se non riesce ad entrare subito, deve dimenticarsi della Bundesbank e, in genere, delle banche centrali». Ma l'Unione si farà? «Sì, con la Germania e una Fran¬ cia malconcia. Perché per arrivare in ordine la Francia dovrebbe svalutare del 20% la sua moneta, cosa che né Chirac né Juppé avranno la grinta per fare. Ma vorrei anche aggiungere che, in questa corsa ad entrare, nessuno si ferma a chiedersi cosa mai accadrà quando sarà dentro all'Unione. Se l'Italia si illude che entrare nell'Unione equivalga ad avere tassi di interesse tedeschi, tanto varrebbe convertire subito il debito pubblico in marchi. Scherzo. Il vostro aggiustamento deve andare avanti indipendentemente da Maastricht, deve concentrarsi sui tassi e sul deficit di bilancio». Durerà l'Unione? «Durerà perché Francia e Germania hano già politiche convergenti. L'Unione non è una cosa per principianti, come Inghilterra e Italia, è un impegno serio per persone serie». Esiste un rapporto tra Unione Monetaria e problemi dell'occupazione? «L'alto tasso di disoccupazione in Europa ha due cause: la politica delle banche centrali in pe- renne lotta contro una inflazione che non c'è più, e i sussidi alla disoccupazione che, spesso, fanno della disoccupazione il posto di lavoro più ambito...». Lei quindi è contro la politica delle banche centrali europee? «Sono contro il mito dell'inflazione zero. Nessuno ha ancora dimostrato i suoi benefici. La Fed sostiene che bisogna essere equidistanti sia dall'inflazione zero sia dalla deflazione, e riten¬ go che sia questa la posizione corretta. La Bundesbank potrebbe benissimo ridurre i tassi di due punti, ma non lo farà. In Europa c'è una crisi di crescita economica, un ribasso dei tassi tedeschi alleggerirebbe la crisi...». Lei sembra pessimista sull'Italia. «No, ma penso che abbiate di fronte delle incognite: la finanziaria, un'economia debole e un budget 1997 che sarà, probabilmente, deludente. L'Italia ha una scimmia sulla spalla, che è il debito pubblico, e un problema sul fonte politico, perché è più facile vincere le elezioni che governare. Ma ha un grosso vantaggio, la vitalità e la competitività del sistema industriale privato. In certo senso l'Italia si è imposta troppi compiti in vista della moneta unica». E allora? «Se non riuscirà ad entrare, il pericolo è che posponga il risanamento. Allora sarà peggio. Il consiglio è: dimenticate la Bundesbank». Valeria Sacchi Rudiger Dornbusch

Persone citate: Ambrosetti, Chirac, Rudiger Dornbusch