E' guerra su Coire trasferito di Gio. Bia.
Il procuratore di Roma dovrebbe andare al Dipartimento carcerario Il procuratore di Roma dovrebbe andare al Dipartimento carcerario ¥ guerra su Coire trasferito Taormina al giudice: devi rinunciare ROMA. I tempi si accorciano, le decisioni ufficiali non arrivano, i toni si infiammano: il «caso Coirò» tiene ancora banco. Ieri, come previsto, il ministro della Giustizia non ha proposto alla riunione del governo la nomina del procuratore di Roma alla direzione delle carceri italiane. Se non ci saranno marce indietro dell'ultim'ora, Flick chiederà la «messa fuori ruolo» di Michele Coirò direttamente al Csm, tra lunedì e martedì mattina. Cioè prima che l'organo di autogoverno dei giudici discuta e voti sul suo trasferimento d'ufficio per «incompatibilità funzionale». Per adesso l'orientamento del Guardasigilli rimane quello di chiamare Coirò alla guida del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, e resta ferma anche la disponibilità del magistrato ad accettare l'incarico che gli eviterebbe il «processo» davanti al Csm. Ma dal mondo politico e della giustizia arrivano reazioni contrastanti su questa via d'uscita. Ieri mattina ha cominciato il presidente dei senatori di An Giulio Maceratini, accusando il Csm di diventare un «pericolo per le istituzioni» quando esercita «talvolta» le sue funzioni. «Che senso ha - dice Maceratini - delegittimare un magistrato con clamorose iniziative disciplinari e poi consentire la sopravvivenza dello stesso in altri importantissimi incarichi?». L'europarlamentare di Forza Italia Alfonso Marra se la prende invece con Flick, che tenterebbe di risolvere la questione con «incredibili trasferimenti». L'avvocato Carlo Taormina si rivolge direttamente a Coirò, chiedendogli pubblicamente di rinunciare all'incarico governativo e di affrontare a viso aperto il «processo» davanti al Csm, accettando e poi facendo ricorso contro il quasi certo trasferimento d'ufficio. L'avvocato annuncia che denuncerà il Csm alla procura di Perugia per le sue deliberazioni sul caso Coirò, e aggiunge: «Credo che sia in atto un'operazione di epurazione politica che purtroppo, proprio nel momento in cui il Paese si avvale di un governo di sinistra, sta mietendo le sue vittime». Ma al Csm si dice che la partita sul procuratore di Roma è ancora «tutta da giocare», e che «non c'è nulla di scontato». Anche se la commissione ha chiesto il trasferimento di Coirò con una maggioranza di 4 a 2, il consigliere Pennasilico, Md, avverte: «Non è escluso che in seno al plenum, al di là degli schieramenti, si creino orientamenti trasversali favorevoli a Coirò». E Frasso, di Unicost: «la partita potrebbe essere decisa per uno o due voti». Molti preferirebbero arrivare comunque ad un chiarimento, senza l'intervento di Flick. «Evitare il giudizio del Csm - dice il "laico" di Forza Italia Viviani - potrebbe compromettere la professionalità di Coirò». [gio. bia.]
Persone citate: Alfonso Marra, Carlo Taormina, Flick, Giulio Maceratini, Maceratini, Pennasilico, Viviani
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