Roma alleato di serie B di Augusto Minzolini
Roma alleato di serie B Roma alleato di serie B «Non ci hanno informato dei raid» Di WASHINGTON OROMA RAMAI è sicuro. Il nostro governo e in particolare la Farnesina non è stata avvertita preventivamente da Washington delle azioni che l'aviazione e la marina Usa hanno lanciato nei giorni scorsi contro l'Iraq di Saddam Hussein. Il «gap» informativo si è verificato nel primo raid statunitense e si è ripetuto nel secondo, 24 ore dopo. Le notizie sono state fornite al nostro governo solo ad azione avvenuta, in contemporanea con i notiziari della Cnn. Tant'è vero che nei giorni scorsi il governo ha promosso iniziative diplomatiche e addiritura attivato un'operazione d'rìntelligence» per avere notizie più precise che, però, non hanno dato nessun frutto. Questo è il racconto di queste giornate di una fonte autorevole interna alla Farnesina. Insomma, il governo italiano è stato preso alla sprovvista e proprio per questo le prime posizioni di Romano Prodi e di Lamberto Dini sono sem- brate impacciate e imbarazzate. La carenza d'informazione ha provocato quell'atteggiamento altalenante che ha contraddistinto la posizione della Farnesina. Che le cose siano andate realmente così si era capito anche nei giorni scorsi leggendo in «controluce» i discorsi di membri di governo o di personaggi della maggioranza. Lo stesso Veltroni tre ore dopo il «raid» americano aveva dichiarato candidamente: «Stiamo cercando notizie». Poi c'erano state le risposte un po' fumose di Dini sull'argomento. Ed ancora, mentre il sottosegretario agli Esteri Serri per giorni si è rifugiato nel solito «non so se siamo stati informati o no», due esponenti dei comunisti unitari a lui vicini come Crucianelli e Pettinari hanno dichiarato pubblicamente che Roma non era stata avvertita. Senza contare che lo stesso Achille Occhetto ha riferito addirittura la tesi con cui oltre Oceano hanno motivato il trattamento diverso riser¬ vato al nostro Paese: «Dicono - ha spiegato l'ex-segretario del pds che gli altri Paesi lo hanno saputo perché avevano unità navali presenti in quella zona. Ad esempio, la Francia sarebbe stata informata per questo». Ora la «gola profonda» del ministero degli Esteri - autorevolissima - conferma tutto questo. E la questione che si apre non è di poco conto. In altre occasioni del genere il governo americano, sia pure con poco preavviso, aveva messo al corrente i governi italiani delle sue iniziative militari. Perché questa volta non è successo? Si tratta di una dimenticanza, di una carenza informativa o, invece, c'è un atteggiamento di diffidenza da parte deU'amministrazione Usa verso un governo e una maggioranza caratterizzati dalla presenza del pds, cioè di un partito postcomunista e che ha bisogno dell'appoggio indispensabile di Rifondazione? Le aperture fatte da Clinton a Prodi negli scorsi mesi sono reali, o il rapporto fiduciario tra i due governi si ferma quando si entra nella sfera militare? Sono tutti interrogativi che sono stati messi da parte, quasi rifiutati in questi mesi, ma ora vengono riproposti dalla vicenda irachena. I primi a saperlo sono proprio gli uomini della Farnesina. Tanto più che, al di là di un capitoletto nel programma dell'Uh vo, l'attuale maggioranza non è mai stata messa alla prova sulla politica estera. Ecco perché i prossimi dibattiti in Parlamento e in Consiglio dei ministri rivestono una certa importanza. Probabilmente dipenderà da quello che avverrà in quelle sedi se la diffidenza di Washington aumenterà o no. Augusto Minzolini Il ministro Lamberto Dini
Luoghi citati: Francia, Iraq, Roma, Usa, Washington
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