«L'invasione leghista? Passerà, come l'acqua»

«L'invasione leghista? Passerà, come l'acqua» «L'invasione leghista? Passerà, come l'acqua» SAN ZENONE PO IENTE di più italico di questa tavolata che fa pigro il pomeriggio sotto il pergolato di uva grassa e nera, a San Zenone, paese del Grande Fiume - di zanzare, nebbia e umidità dove Gianni Brera, narratore di acque dolci e fondali amari, sorseggiò il latte neonatale e poi (per sempre) la Bonarda e la Barbera. Nessuno che brindi o stappi, ora che l'uomo di Gemonio («E' che il Bossi avrà bevuto anche lui per sognarsi la secessiun») annuncia la navigata leghista, qui sullo scolatoio della Padania, traversato dai sei ponti di Bassa pavese. Niente di più italico, perché l'antico ristorante padano dove si friggevano le rane padane per il padano Brera, è diventato pizzeria e a reggerla è un ragazzo di costiera amalfitana, Franco, che fa il limoncello «con gli agrumi di Terronia» e la pizza croccante come neanche a Napoli. E qui intorno c'è la gente del paese a raccontarti la sua storia, dai tempi grami dell'infanzia («Quando il paese faceva 630 abitanti e c'erano i barcaioli e si potevano ancora mangiare i persici e le scardole senza sentirci il petrolio») ai sospiri di oggi, dicendoti: «Che passerà anche questa, l'invasione dei leghisti, come fa l'acqua tra gli argini». Eccoci dunque, in anticipo sul calendario bossiano, a perlustrare paesaggi e voci, timori, risate, fatalismi su un evento prima di tutto spettacolare, mediatico, che per curiosa concomitanza di destini, dagli schermi serali dei tg, finirà per diventare vero proprio qui, il prossimo venerdì 13, tra i campanili di mattoni rossi di San Zenone, Spessa, Portalbera, Arena Po, Pieve Porto Morone. Paesi di dialetto cantante, affacciati sull'acqua del fiume e circondati, sui tre lati, dai cento mari di granturco. E bisogna lasciarsi alle spalle il rombante traffico di Pavia, ingentilito dal soleggiato Ticino, per raggiungere il silenzio dei sabbioni del Po. Su in città (la Lega scesa in due anni dal 20 al 14 per cento, addio giunta, addio sindaco, nuovo governo ulivista) l'evento è più concreto, più solido, più reale: c'è il prefetto Renato Profili che ha chiesto un supplemento di vigilanza per i tre giorni, 600 poliziotti foresti, non perché tema rivoluzioni, ma perché alcune migliaia di cittadini (i leghisti dicono: 40 mila) saranno sui 56 chilometri di argini pavesi, sui ponti, e centinaia d'altri nell'acqua infida del fiu- me. E si scambiano (su in città) leziosità politicanti, il rude Giancarlo Malvestito («Vedrete che roba!») organizzatore leghista dei pullman, delle autocolonne, delle camicie verdi e dei 21 seggi dove verrà votata «l'Autodeterminazione della Padania», e l'ex ministro de Virginio Rognoni che alla «Provincia Pavese» dice: «Non temo il 15 settembre, ma il dopo, quando i leghisti si accorgeranno del nullismo politico di quella giornata. Come reagiranno?». Allora eccoci a bere il caffè tra i giocatori di carte della Pro Loco di Spessa, un metro o poco più dalla corrente, dove la signora Teresa dice che ha paura e che «se fosse per me chiuderei il ristorante da venerdì a domenica». E invece? «Invece mi hanno prenotato 300 pasti quelli della Lega, e verrano qui a posteggiarsi almeno 20 pullman». Così si capisce che non è vera paura, ma diffidenza per la confusione, disincanto. «Io la Lega l'ho anche votata nel '92 per protestare contro le parole dei politici... Ma poi ho visto che i leghisti esagerano, straparlano anche loro, e allora?». La strada da Spessa a San Zenone è un braccio d'asfalto e due curve di polvere. All'una e mezzo del pomeriggio ha tutte le persiane chiuse: c'è solamente il sole fuori casa e qualche ragazzino che pedala in contromano. Don Antonio, il giovane prete di San Bartolomeo, riposa, e bisognerà ripassare. Invece sotto il pergolato di Franco, il pizzaiolo, tre bimbe di sessantanni sono lì a prendersi l'ombra. «Attesa? Ma no - dice Luisella Magnani - leggiamo che accadrà questa cosa... Ma solo perché Bossi è un furbo e voi giornali gli date retta..,». E il pizzaiolo: «Se va in Bassa Italia gli sparano al signor Bossi. Non è che piangerei, ma se resta vivo meglio: così fa tribolare i politici». E la signora Antonietta: «Lui parla contro le tasse per dare nell'occhio, ma l'italiano non è più stupido come una volta». Ma se la secessione fa sorridere, se la rivoluzione padana è poco più di refolo sbiadito, il tono e gli umori delle chiacchiere che qui si ascoltano sono più contigui alla Lega di quanto credano chi le pronuncia. Così Peppino, professore di matematica in transito con pupo, si ferma e fa: «Una riforma federalista la devono fare per forza, anche se sghignazzo quando sento di confini e doppia moneta. Cos'è, i piacentini sull'altra sponda sarebbero stranieri?». E la sua amica: «La Lega fa spettacolo, d'accordo, ma se io penso che giù in Calabria ci sono 17 mila forestali...». E il signor Brambilla, pensionato: «Scusi, ma lei lo sa che per mettere in piedi un'aziendina da 20 milioni di capitale sociale, ci vogliono 27 documenti? Lo sa che se va a chiedere un certificato alla Camera di Commercio ti rispondono che non sono in grado perché hanno l'archivio intasato? Coi computer di oggi!». E perciò anche qui, sotto il sole che schiaccia, il torrentello bossiano scava la sua nicchia. «Verranno in 3 mila qui a San Zenone. Tre mila sono attesi a Spessa. E 5 mila a Arena Po - dicono sotto la pergola -. Verranno da Milano, da Vigevano e magari anche dalle valli bergamasche...». E voi? «Io non so se andrò a vedere», prova a dire la Luisella. Ma gli altri scandiscono tanti sì e tanti no: «Io andrò per curiosità». «Io magari... Tanto qui non succede mai niente». «Che male c'è a farci un salto?». «No, io starò a casa mia, anzi andrò in città, a Stradella, per il mercato». All'uscita del paese, proprio appena saltato l'Olona, c'è il cancelletto coi crisantemi. La terza lapide è nera, ci sono la croce, la Madonna, il lumino e Gianni Brera che fuma la pipa. Più nulla assomiglia ai tempi suoi: son morti tutti i barcaioli e i pescatori. E per lasciare il passo al catamarano di Bossi, sono scomparse anche le anatre maggenghe. Pino Corrias Tra la gente di San Zenone Po il paese natale di Gianni Brera «Il senatur ormai straparla» Ma c'è chi lamenta «Per mettere su un'aziendina ci vogliono 27 documenti» Nfe I KB :$^^K Sul Po siamo tutu autorizzali a spendere fantasie» (ìianni Brera Sopra il Po vicino a Pavia alla confluenza con il Ticino A destra una cascina nel Pavese Qui a destra Gianni Brera il giornalista di S. Zenone Po morto in un incidente nel dicembre di quattro anni fa