L'ESTATE DELLA CHIACCHIERA di Pierluigi Battista

L'ESTATE DELLA CHIACCHIERA L'ESTATE DELLA CHIACCHIERA N EMMENO i fragori della guerra guerreggiata hanno messo fine all'interminabile estate della chiacchiera politica. Macerie di evanescenti dibattiti, detriti di polemiche inconcludenti e di questioni inopinatamente sollevate per poi essere immediatamente accantonate, attendono il rientro nel Palazzo della politica che mai come quest'anno si è attardata in feste e happening di partito, campagne estive verbose e vagamente minacciose, dove le profezie apocalittiche sul duro autunno che verrà si sono intrecciate al tono ilare e leggero della gita ideologico-dopolavoristica. L'estate della chiacchiera, appunto. O anche l'estate dell'annuncio clamoroso. Come l'annuncio della ker¬ messe secessionista sul Po: non si ricorda nella storia dell'Italia repubblicana un evento di piazza in grado di monopolizzare l'attenzione pubblica e dei media lungo un arco temporale di oltre un mese e mezzo. Come l'annuncio reiterato della rinascita del fatidico Centro, regolarmente smentito da sottili analisi del giorno dopo sull'impossibilità della rinascita del suddetto Centro a loro volte rettificate dalla prevedibile riscossa dei testardi teorici della rinascita del medesimo Centro. Come i tortuosi percorsi della folta compagnia di giro che con frenetico attivismo si sposta dalla Festa del Secolo d'Italia a quella Pierluigi Battista CONTINUA A PAG. 4 QUARTA COLONNA

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