I giudici contro la Torino-Savona

Ha fatto seicentocinquanta vittime in 36 anni. La denuncia di un senatore della Lega: è fuorilegge Ha fatto seicentocinquanta vittime in 36 anni. La denuncia di un senatore della Lega: è fuorilegge I giudici contro la Torino-Savona Scatta l'inchiesta sull'autostrada della morte CUNEO. C'è un «serial killer» che ha ucciso 650 volte. La tecnica è sempre la stessa, lo schianto, molto spesso uno scontro frontale. Centinaia di vittime in 36 anni, come un piccolo paese sterminato sui 125 chilometri di carreggiata che uniscono Torino a Savona. Ora, dopo che in agosto ci sono stati altri cinque «delitti», il procuratore di Mondovì (Cuneo) ha deciso di aprire un'inchiesta su quella che gli automobilisti chiamano «autostrada della morte». Il magistrato, Bernardo Di Mattei, ha ordinato agli agenti della polizia stradale dei distaccamenti di Cherasco e Carcare di scoprire se quell'autostrada è davvero fuorilegge. Tutto è cominciato da una denuncia del senatore della Lega Nord Luciano Lorenzi. Il parlamentare sostiene che, per il nuovo codice della strada, la Torino-Savona non è più in regola, ci vorrebbero due corsie per ogni senso di marcia, mentre una cinquantina dei 125 chilometri sono ancora a carreggiata unica, ovvero basta allargare troppo una curva per rischiare lo scontro frontale con un'auto o, peggio, con uno dei tanti camion che quotidianamente vanno da Torino al mare. Nella denuncia del parlamentare l'imputato non è però la società dell'«A6», ma lo Stato che non ha garantito i soldi per arrivare al raddoppio. La battaglia politica dura da decenni, come ricorda il deputato piemontese di Forza Italia Raffaele Costa, che ha cominciato a occuparsene nel 1964. Proprio negli stessi anni sul fronte ligure a portare avanti la polemica c'era il democristiano Giancarlo Ruffino che, nel '94, è rimasto vittima di uno scontro frontale sull'autostrada che voleva vedere raddoppiata. Il primo tratto di Torino-Savona risale al 1960 e si imboccava a Priero, in provincia di Cuneo. Cinque anni dopo le auto sono arrivate a Fossano e nel 1970 al capoluogo piemontese. Quasi tutta l'autostrada era nata a carreggiata unica e con l'aumentare della velocità delle vetture sono cresciuti i morti. Bastava un po' di pioggia o la nebbia per assistere a stragi, poi ci fu un temporaneo provvedimento di chiusura e arrivarono limiti da strada statale, o peggio, come i 70 all'ora di alcuni tratti sulle montagne tra Piemonte e Liguria. Negli Anni Ottanta si è cominciato davvero a parlare di raddoppio. Aumentava la doppia carreggiata e diminuivano le vittime, avvicinandosi sempre di più alla media nazionale. Oggi dei 125 chilometri da Torino a Savona ne restano 51 da raddoppiare, ma per una ventina non ci sono i soldi. L'ultima Finanziaria del governo Dini aveva stanziato i circa 700 miliardi che mancavano, ma la «manovrina» di Prodi ha cancellato la prima rata del finanziamento del raddoppio. E' nei tratti a carreggiata unica che si sono registrate le ultime vittime. Cinque solo ad agosto, il 19, madre e figlio sono morti nell'auto investita da un'«Opel Astra» che ha invaso la corsia dove viaggiavano. Il 5, a Mondovì, un'auto è sbandata, ha fatto un salto di corsia ed è fuggita. Un giovane di 27 anni si è spaventato, ha perso il controllo dell'auto ed è morto nello scontro con un'altra vettura. Il padre sta ancora cercando il colpevole, il nome non glielo darà la magistratura, ma il giudice che ha aperto l'inchiesta vuole capire chi ha permesso al serial killer di uccidere 650 volte. Luca Ferrua la to-sv allo specchio Morti: 650 dal 1 gennaio 1996: sette Lunghezza: 125 chilometri (51 chilometri sono a carreggiata unica; 74 chilometri raddoppiati; entro questo mese aprono i 4 chilometri tra Marene e Fossano. Nel '9712 chilometri di nuovo raddoppio tra Priero e Mondovì) da finanziare: il tratto Mondovì-Fossano di 15 chilometri e 3 chilometri a Millesimo Proprietà: la To-Sv è proprietà al 99 per cento di Società autostrade, l'1% è del Comune di Torino In 36 anni di esercizio, 650 persone hanno perso la vita lungo i 125 chilometri che uniscono Torino a Savona

Persone citate: Bernardo Di Mattei, Dini, Giancarlo Ruffino, Luca Ferrua, Luciano Lorenzi, Raffaele Costa