Priebke rimane in carcere

Dai giudici sì all'arresto, ma si dichiarano incompetenti sulla richiesta di estradizione Dai giudici sì all'arresto, ma si dichiarano incompetenti sulla richiesta di estradizione Priebke rimane in carcere La Cassazione: decida la Corte Costituzionale ROMA. Il caso Erich Priebke diventa sempre più intricato. La corte di Cassazione, chiamata ieri a giudicare la legittimità dell'arresto di agosto, quello scattato immediatamente dopo la sentenza del tribunale militare - e quindi implicitamente a dare un giudizio sull'operato del ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Maria Flick - ha rinviato tutti gli atti alla Corte Costituzionale. Implicitamente hanno formalizzato l'arresto. Ma a proposito della legge sulle estradizioni i giudici di Cassazione si sono imbattuti in un paio di articoli che li lasciano in sospetto. E così slitta la decisione finale. «Intanto Erich Priebke resta in carcere. Una decisione che non mi soddisfa», dice Velio Di Rezze, uno dei difensori. «Non posso non riconoscere - sostiene invece Carlo Taormina - la plausibilità di questa scelta, anche se la Cassazione avrebbe potuto decidere. Quello che è grave è che abbia dato per superato un problema ancora aperto quale la mancanza dei presupposti dell'arresto provvisorio». I legali potrebbero adesso chiedere la libertà provvisoria per Priebke. Ma non lo faranno perché vogliono arrivare alla decisione della Consulta con l'imputato in carcere. Nelle stesse ore, però, anche la Procura di Roma si è occupata di questo famoso arresto. Il Guardasigilli era stato denunciato da Priebke e dai suoi legali per abuso d'ufficio. Come atto dovuto, Flick è stato iscritto al registro degli indagati. Ma girando le carte allo speciale tribunale dei ministri, il procuratore aggiunto Vittorio De Cesare ha già presentato il suo parere a favore dell'archiviazione. «Questa è una procedura illegittima», tuona di nuovo Taormina. In Cassazione se ne parlerà tra qualche mese. Quando la Consulta, cioè, avrà stabilito se le estradizioni - Priebke si trova a Regina Coeli perché la Germania lo reclama - sono in regola con la nostra Costituzione. In pratica, però, lo scenario potrebbe cambiare a metà ottobre, quando la Cassazione verrà chiamata a pronunciarsi su un altro aspetto dell'affaire: la ricusazione dei giudici Quistelli e Rocchi. Se mai accettassero questo ricorso, i giudici di Cassazione cancellerebbero la sentenza di primo grado. Tutto inutile, insomma, il lavoro degli avvocati Carlo Taormina e Velio Di Rezze di fronte ai giudici di Cassazio¬ ne. Si erano impegnati a fondo per far dichiarare illegittimo l'arresto di agosto. Taormina aveva anche trovato U colpo ad effetto: c'era un errore nella traduzione dal tedesco all'italiano fatta dal ministero dell'Interno. La procura di Dortmund, a differenza di quanto era apparso in un primo tempo, chiedeva di processare Priebke per lo stesso esatto reato di cui ha risposto in Italia. Di qui, una serie di dotte considerazioni che portavano a una sola conclusione: «Nessuna estradizione», diceva il professore di diritto, legale di Craxi, deputato eletto in Forza Italia e oggi indipendente. E fa eco Di Rezze: «Hanno violato le norme italiane e internazionali. Cercano di contrabbandare dei banali fax, con richiesta di informazioni, per una domanda di arresto». Dall'altra parte, Giovanni Gazzara, avvocato generale dello Stato, si era battuto perché l'arresto fosse considerato perfettamente in regola. Non solo. Dice Gazzara: «Ho fatto presenti alla corte gli elementi indicati dall'ambasciata tedesca e riscontrati dall'Interpol italiana Esiste un concreto pericolo di fuga. Priebke, a giudizio dell'ambasciata tedesca, gode di una rete di protezione internazionale», [f. g.] Accanto: il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick, firmò l'ordine di arresto di Priebke subito dopo la sentenza

Luoghi citati: Dortmund, Germania, Italia, Roma, Taormina