Parigi dice no a Christopher

Parigi dice no a Christopher Parigi dice no a Christopher Non difenderà la nuova no-fly-zone E la Russia conferma il veto all'Onu PARIGI. Warren Christopher ha fallito la sua missione per convincere la Francia a sposare la linea Usa nei confronti dell'Iraq. Il segretario di Stato americano ha lasciato ieri sera il palazzo dell'Eliseo dopo un infruttuoso incontro di un'ora con il presidente Chirac. All'uscita, Christopher non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Ma hanno parlato, sia pure senza fare diretto riferimento al colloquio, le fonti francesi. Il ministero degli Esteri di Parigi ha infatti annunciato che «la Francia continuerà a partecipare alla sorveglianza nelle zone di interdizione aerea in Iraq, ma non nella zona unilateralmente estesa dagli Stati Uniti fino al 33° parallelo». Parigi non prenderà dunque parte a quelle missioni che i caccia americani, affiancati dai britannici, compiono nella zona di territorio iracheno ampliata da Clinton dal 32° al 33° parallelo. Intanto al Palazzo di vetro di New York la Russia ha minacciato di porre il veto a una risoluzione di condanna dell'aggressione di Baghdad nel Kurdistan, presentata dalla Gran Bretagna. «Se i britannici insisteranno nel metterla ai voti così com'è, otterranno un veto», ha tuonato da Mosca il vice ministro degli Esteri Vasily Sidorov. Grande alleata di Wa¬ shington al tempo della guerra del Golfo del 1991, la Russia, che è uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Orni, ha minacciato di far ricorso al privilegio del veto se il documento all'esame dei Quindici non conterrà un riferimento, sia pure velato, agli attacchi missilistici americani degli ultimi giorni. Protetto dall'anonimato, un diplomatico americano ha spiegato questo atteggiamento riconducendolo alle posizioni del ministro degli Esteri russo Evgheni Primakov, da sempre sostenitore dell'asse di amicizia Mosca-Baghdad. Come inviato speciale del Cremlino nel 1990, Primakov cercò, senza successo, di rovesciare l'appoggio dato agli Usa dall'allora ministro Shevardnadze dopo l'invasione irachena derKuwait. Il veto russo sulla risoluzione oggi all'esame del Consiglio potrebbe però rivelarsi inutile, dato che nelle ultime ore il documento è stato emendato per adottare un linguaggio che ne garantisca il passaggio, sia pure con alcune astensioni. Nella nuova bozza in discussione, la «condanna» dell'Iraq sarebbe sostituita dall'espressione di una «grande preoccupazione» del Consiglio per la mobilitazione di Baghdad nel Kurdistan. [Ansa]

Persone citate: Chirac, Clinton, Primakov, Shevardnadze, Vasily Sidorov, Warren Christopher