La vittoria di una ragazza grassa, la sconfitta del liceo classico

La vittoria di una ragazza grassa, la sconfitta del liceo classico AL GIORNALE La vittoria di una ragazza grassa, la sconfitta del liceo classico Così mi sono liberata di un'ossessione Sono un'ex ragazza grassa e leggere la storia della giovane di Lanzo suicida mi ha fatto rivivere la sofferenza passata. L'ossessione per il mio fisico, al di fuori dei canoni di bellezza propinati dalla pubblicità e dai mass-media, mi ha portato a una vita ossessionata dalle diete, dalla bilancia, dal centimetro, dallo specchio. Mi ha fatto sentire inadeguata in ogni situazione sociale e la maschera di allegria nascondeva la convinzione che nessuno potesse capire la mia sofferenza. In tanti anni ho sperimentato tutte le possibilità di dimagrire che mi venivano offerte: dal dietologo alle pillole, dal beverone sostitutivo del pasto al digiuno terapeutico. L'unico risultato che ottenevo era l'aumento sempre maggiore di peso appena ricominciavo a mangiare, anche perché a quel punto il mio corpo era una voragine che tonnellate di cibo non riuscivano a riempire. La delusione era sempre più forte, il disprezzo di me stessa per non essere capace di frenarmi davanti ad un dolce, e il senso di fallimento, mi portavano a una depressione che combattevo con altro cibo... Il circolo vizioso si chiudeva ed io ne rimanevo intrappolata. Sentirmi dire, poi, che bastava un po' di buona volontà, aumentava la mia disistima e peggiorava la situa ■ zione. Ora frequento un gruppo di auto-aiuto che mi ha fatto capire che la mia è una malattia, che la volontà può servire a poco se non vado a ricercare le motivazioni del mio mangiare compulsivo. Soprattutto ho capito di non essere sola e posso confrontarmi e parlare dei miei problemi con persone che hanno provato la stessa sofferenza che ho provato io, e ne sono uscite. Ho capito che io sono qualcosa di più di un corpo (grasso o magro che sia) e che la vita merita di essere vissuta sempre. Ho imparato ad accettarmi e ho smesso di fare diete, ho iniziato a mangiare sedendomi a tavola con gli altri (prima saltavo i pasti per poi svuotare il frigorifero di nascosto) e sono dima¬ grita in un modo sano, arrivando ad un peso giusto per me, quello che avevo sempre ricercato freneticamente senza mai riuscire a conservarlo per più di dieci giorni. Tutto questo me lo ha dato il programma di O.A. e per questo voglio portare un messaggio di speranza a tutte quelle persone che soffrono come ho sofferto io. I gruppi autogestiti di O.A. lavorano con il programma degli Alcolisti Anonimi e come gli alcolisti si recuperano dall'alcol noi riusciamo a recuperarci dal mangiare compulsivo, avendo capito che lo stimolo tra questi due problemi è molto simile, e troviamo la capacità di uscire da questa prigione che è l'ossessione al cibo e al proprio corpo. Io non so se il gesto di Cinzia sia stato motivato dall'essere grassa, come è stato frettolosamente dichiarato dai giornali, ma so la disperazione che c'è dietro questa malattia, la depressione che ne può derivare, i pensieri distruttivi che nascono nella propria mente. I medici parleranno genericamente di depressione, ma chi ha provato sa che c'è anche dell'altro. Gianna, O.A. Cas. Post. 63 Calenzano (FI) Quando andammo a pugnalare la Francia Ho quasi 70 anni ed ho, purtroppo, prima subito, e dopo imparato molto della storia del mio Paese. Visto che i Presidenti delle due vicine Repubbliche della ex Jugoslavia dovrebbero inchinarsi sulle foibe, sarebbe anche giusto che il nostro Presidente andasse a inchinarsi sui morti che i nostri guerrafondai hanno causato con la pugnalata alla sclùena alla Francia, sui morti che i gas asfissianti hanno provocato in Abissinia, sui morti che le nostre carognate precedenti avevano causato in Libia, in Grecia, in Albania, in Spagna, ecc. ecc. La storia, quella vera, bisogna insegnarla come si deve, non come si vorrebbe che fosse. Amedeo Bertolin Montreux (CH) Paradisi perduti lungo l'autostrada Da qualche tempo viaggiando in autostrada, mi sono messo a osservare le aree di parcheggio libere; cose che si vedono per anni ma che solo a un certo momento ti suggeriscono un pensiero. Spazi a volte anche notevoli ma di uno squallore mortificante: nessun servizio igienico, né cabine telefoniche, né riparo per la pioggia, né piante per un po' di fresco nell'estate, raramente qualche panchina e bidoni della pattumiera. Nelle nazioni confinanti situazioni ben diverse. Il costo di utilizzo delle nostre autostrade è altissimo. Il mantenere, riordinare, pulire, queste aree è senz'altro ampiamente coperto e darebbe lavoro a decine di persone. Non credo che i tecnici non abbiano preso in considerazione queste cose, penso piuttosto che sia prevalso il caldo «invito» a fermarsi solo agli Autogrill. Ivano Bellodi, Arona (No) La patria del pietismo E' veramente la nostra cara Italia, la patria del pietismo? Quanti personaggi più o meno noti si sono susseguiti in questo ultimo ventennio nelle cronache italiane? Viene liberato, perché malato di cancro, l'ex colonello delle SS Kappler, in prigione anche per il massacro degli 1820 abitanti di Marzabotto. Il governo italiano stipula un accordo (unico in Europa) che permette ai musulmani di interrompere il lavoro anche 5 volte al giorno senza incorrere in nessuna penalità. Si libera il tifoso che uccise un suo rivale di squadra a Genova perché appartiene a una famiglia cosiddetta perbene. Si vuole liberare gli ex ufficiali tedeschi Priebke e Hass per un'infinità di motivi non degni per questi criminali. E si parla di Craxi che scappò in Tunisia con 4 capi d'accusa sulle spalle, perché malato dicono di diabete vuole rientrare come libero cittadino per farsi curare. Ma perché il governo italiano, che copia da anni gli Stati Uniti, non decide di copiare anche la parte che riguarda certi elementi che approfittando di ciò che sancisce il codice civile, penale vanno a beneficiare addirittura delle libertà anche se sono pericolosi delinquenti? Ricordiamoci della terrorista italiana Maraldini in prigione negli Stati Uniti da un po' di tempo malata di cancro: molte organizzazioni umanitarie italiane hanno chiesto l'estradizione in Italia, però il governo americano non ha accettato perché, dice, se noi vi diamo la Maraldini condannata a 42 anni di carcere dopo l'arrivo in Italia voi la liberate perché avete leggi che hanno molto di pietismo. Gabriele Mulas, Cagliari Le fontane assediate Saint-Julien Montdenis, grazioso paesino dell'Alta Savoia. La piazzetta, linda e ben tenuta, ospita un fontanino da cui sgorga, limpida, l'acqua di montagna. Mi avvicino per bere: due quindicenni che mi hanno sentito parlare in italiano mi salutano e poi mi dicono: «Madame, noi siamo stati a Venezia, Firenze e Roma: sono città molto interessanti, ma come mai da voi la gente mette le bottiglie di plastica vuote nelle fontane o le lascia a terra in giro?». Con un certo imbarazzo ho abbassato lo sguardo notando, così, che la piccola fontana era abbelhta da splendidi gerani (messi dalla «Municipalité» = Comune) che lì nessuno si sognerebbe di saccheggiare o deturpare. Marina Dellorbo, Pinerolo (To) Addio Democrito passiamo a Covatta Bene dice l'on. Berlinguer: abbasso il liceo classico: eliminarlo! Che gusto c'è, insomma, a leggere i classici? Che ti frega se Democrito (457 a. C.) ha detto: «Spesso il vivere a lungo non è un lungo vivere ma un lungo morire». O «la dolorosa constatazione» ecc. ecc. che fa Seneca. Ma veniamo ai giorni nostri: Carlo Sgorlon «manifestazioni squaUide di un'epoca di decadenza e di fragorosa discesa morale». O. K. Kraus: «Il diavolo è un ottimista se pensa di poter peggiorare gli uomini». Confermato, del resto dai Sacri Testi: «Maledetto sia l'uomo che confida nell'uomo». (Ecclesiaste). E il sommo Padre Dante? Anche se parecchi secoli fa aveva previsto ciò che illustri scienziati confermano oggi: «Essere Marte, come la Terra, popolato da milioni di vermi: «O superbi Cristian, miseri lassi / che de la vista della mente infermi, / fidanza avete ne' retrosi passi, / non v'accorgete voi che noi siam vermi...?». Molto meglio e meno impegnativo leggere i capolavori di Covatta, o Porci con le ali o Diario dell'assenza. Io, giunto ormai al capolinea, continuerò a passare le mie ultime ore con i classici, che il liceo c. tanti (troppi) anni fa mi ha fatto conoscere ed amare. dott. Emilio Porzio Fiume Veneto (Pn)