Stuprata a cento anni

Stuprata a cento anni Stuprata a cento anni Francia: l'anziana è morta per le botte L'ORRORE SENZA LIMITI PARIGI ORIRE a cent'anni, di stupro, di violenza, di follia. E' toccato ad Emma, un'arzilla e simpatica vecchietta di Saint-Lattier, un paesino dell'Isère, nel Sud-Est della Francia. Era la mascotte del villaggio, il 3 luglio l'avevano festeggiata in piazza per lo storico compleanno, le avevano anche regalato una poltrona. La polizia l'ha ritrovata, quella poltrona di cui andava fiera, travolta con l'antico mobilio dalla furia di un uomo impazzito e marcito dall'alcol a soli 27 anni. L'assassino, Pascal Delvoy, è ormai un rudere, ha lampi di lucidità, ma trenta birre al giorno più una bottiglia di «pastis» lo hanno ridotto male. «Era simpatica, gentile», ha ripetuto ai gendarmi che lo interrogavano. Ma non è riuscito a ricostruire cosa sia successo venerdì scorso nella sua mente annebbiata, quand'è salito dal pianterreno che Emma gli affittava fino alle camere del primo piano ed ha abusato sessualmente di una donna di cento anni, l'ha martoriata di ferite, di calci, pugni, fino ad ucciderla. Poi è uscito, è stato rintracciato dalla polizia che lo voleva ascoltare come testimone di quello che sembrava un omicidio a scopo di rapina, e ha dato appuntamento al commissariato. Ma non ci è andato, ha vagato nel Nord della Francia, è andato al grande mercato delle pulci annuale di Lille, nel Nord della Francia. Poi ha richiamato i parenti, che lo hanno consigliato di costituirsi. Finalmente, mentre i periti stavano mettendo a fuoco l'incredibile stupro su una centenaria, è comparso l'omicida violentatore. Nessuno ci voleva credere, nel paese s'è sparsa un'ondata di scoramento. Emma ha visto con i suoi occhi, prima di morire, l'orribile supplizio dell'uomo-animale che approfitta di lei. Senza parole il sindaco del villaggio, che ha seguito in prima persona il dramma, scoprendo il cadavere della sua più anziana cittadina. Lo avevano chiamato perché Emma, sole o pioggia, non sentiva ragioni e al mattino apriva la porta di casa e usciva, sorridendo a tutti, che la coccolavano e la curavano come l'essere più prezioso del villaggio. E invece, quella mattina non è uscita. Al pianterre¬ no non c'era traccia del ragazzo, un po' strano, spiantato, un disoccupato che viveva grazie al sussidio statale e che da quattro mesi aveva ottenuto da Emma in affitto il pianterreno della casa. Le stanze di Emma sembravano travolte da un magano, tutto era in disordine, i cassetti aperti, i piccoli e antichi oggetti sparpagliati sul pavimen¬ to. Lei era riversa, massacrata, ormai cadavere. «Il movente di questo delitto, o piuttosto la sua spiegazione - ha detto il procuratore della Repubblica Jean-Frangois Lorans - è senza dubbio da ricercare nello stato dell'omicida, impregnato di alcol, e nella sua personalità». Pascal Delvoy ha un avvocato, che ha subito dichiarato che il suo cliente «ha già avuto gravi problemi psichici e che è stato ricoverato tre o quattro volte. Beve in media 24 birre al giorno e un litro di pastis». Quello che gli inquirenti si sono trovati davanti non è un rapmatore. Non sa neppure cosa ha fatto. «Ha riconosciuto i fatti con grande lealtà, ma ha dei buchi di memoria dice l'avvocato -. Dice che gli dispiace, il suo accesso di estrema violenza è inesplicabile anche per lui, non lo capisce. Ripete soltanto che era una vecchietta gentile». Tullio Giannotti Al centro della pagina la casa di Marc Dutroux, dove sono stati trovati i cadaveri di altre due giovani violentate e uccise dal mostro belga

Persone citate: Lorans, Marc Dutroux, Pascal Delvoy, Tullio Giannotti

Luoghi citati: Francia, Parigi