«Pacifico una sentenza basata su congetture»

«Pacifico, una sentenza basata su congetture» Il professionista arrestato in primavera per i 29 milioni in franchi svizzeri ricevuti dagli eredi Rovelli «Pacifico, una sentenza basata su congetture» Duro attacco della Corte di cassazione ai giudici di Milano INCHIESTA IMI SCONTRO TRA GIUDICI SROMA OLO «mere congetture» e non «elementi certi». Così la corte di Cassazione valuta le accuse su cui i giudici di Milano decisero nella primavera scorsa l'arresto dell'avvocato romano Attilio Pacifico per corruzione in atti giudiziari nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria sulla vicenda Imi-Sir. Al centro dell'indagine, la cospicua somma di danaro (quasi 29 milioni in franchi svizzeri) che Pacifico, per ragioni ancora non spiegate, ricevette dagli eredi dell'imprenditore Nino Rovelli. «Il punto di lorza dell'impianto accusatorio - scrivono i giudici della Cassazione - risulta incentrato nelle dichiarazioni degli eredi Rovelli, confortate dalla documentazione bancaria acquisita circa le somme di danaro date a Pacifico. Ma il collegamento tra le ingentissime somme e le vicende relative alla causa Imi-Rovelli appartiene all'area delle mere congetture». La Cassazione ha così accolto il ricorso presentato dai difensori di Pacifico, Franco Patanè e Alfredo Quattrocchi, annullando la decisione del tribunale di Milano di non revocare l'ordine di custodia cautelare emesso contro Pacifico. A questo punto, dopo la decisione della Cassazione, i giudici del riesame di Milano dovranno riprendere in considerazione le questioni sollevate da Patanè e Quattrocchi e respinte con un'ordinanza del 3 giugno scorso. Contro la decisione di non accogliere la richiesta di nullità dell'ordine di custodia cautelare, la difesa di Pacifico aveva presentato alla Cassazione quattro motivi di opposizione, denunciando, tra l'altro «anche la violazione delle norme sulla competenza territoriale». In proposito, l'avvocato Franco Patanè sottolinea come «la Corte suprema abbia voluto ricordare ai giudici di merito che esiste il divieto di ritenere indizi di colpevolezza le mere congetture, per evitare l'uso distorto del libero convincimento, così come ha fatto il tribunale di Milano che ha eluso l'obbligo costituzionale di motivare seriamente, secondo i canoni processuali, il provvedimento restrittivo della libertà personale dell'avvocato Attilio Pacifico». «La corte di Cassazione - ha commentato ancora Patanè - ha censurato la metodologia seguita dai giudici di Milano, che hanno voluto dare valenza di fatti storici ad opinioni derivate dal sospetto di illiceità arbitrariamente vaganti nel processo civile Imi-Rovelli». E' la rivincita dell'avvocato Pacifico, visto che - come sottolinea il suo difensore - «il supremo collegio di legittimità ha posto in luce l'anormale posizione processuale». Ma è una mezza vittoria dal momento che «per l'esistenza di inesplicabili ed assurdi cavilli procedurali, rimane in carcere, dove è da molti mesi», critica Patanè. Arresti domiciliari invece per un altro personaggio dell'inchiesta Imi-Rovelli, l'avvocato Giovanni Acampora. La decisione è stata presa ieri dal gip del tribunale di Milano. Lo ha reso noto, a Perugia, l'avvocato Fabio Dean, che difende Acampora insieme all'avvocato Guido Viola. Acampora venne arrestato il 17 maggio scorso, per concorso in corruzione con altri indagati. E' accusato di aver percepito 13 miliardi di lire per aver contribuito ad aggiustare la causa civile tra la società Sir di Rovelli e l'Imi. L'avvocato ha sempre respinto gli addebiti, sostenendo che il denaro ricevuto dagli eredi di Nino Rovelli era «solo il lecito compenso per le sue prestazioni professionali. Acampora è coinvolto anche nell'inchiesta sul presunto aggiustamento di un processo a carico del costruttore Renato Annellini. [st. e] Ma il legale resta in carcere Domiciliari invece per Giovanni Acampora L'avvocato romano Attilio Pacifico

Luoghi citati: Milano, Perugia