Un'onda nera semina il terrore fra i turisti

Gaeta, 15 ustionati da una «bomba» chimica fuoruscita dopo un incidente da un'autocisterna Gaeta, 15 ustionati da una «bomba» chimica fuoruscita dopo un incidente da un'autocisterna Un'onda nera semina il terrore fra i turisti Investita la zona di un residence Due delle vittime sono gravissime GAETA DAL NOSTRO INVIATO «Quando ho visto arrivare quei sei, tutti imbrattati di nero, ho pensato che fosse uno scherzo». Forse perché era seduto, tranquillamente, al bar di fronte al mare. Forse perché stava chiacchierando con alcuni ospiti, nell'aria un po' umida della notte di fine estate. O forse perché la mente ha meccanismi strani di difesa davanti a una scena paurosa. Fatto sta che Vincenzo Zottola, gestore del residence Aeneas Landing, complesso di bungalows sulla roccia in uno dei tanti punti suggestivi della costiera di Gaeta, non ha realizzato «per la prima manciata di secondi» quello che stava accadendo. Poi le invocazioni di aiuto di quella gente, il pianto dei due bambini, ma soprattutto il terrore nei loro occhi l'ha fatto scattare dalla sedia. «Brucia, brucia! Aiuto! Si è rovesciato un camion... ci ha presi in pieno!». Zottola e gli altri hanno afferrato le tovaglie dai tavoli vicini e hanno tentato di ripulire quei poveri corpi ricoperti di fanghiglia nera. Era l'una e mezzo della notte tra domenica e lunedì quando il silenzio è stato lacerato dalle sirene delle ambulanze e dei vigili del fuoco. Una cascata nera, uscita da un'autocisterna che si era ribaltata sulla strada soprastante meglio nota come via Fiacca - ha investito in pieno la villetta della famiglia Valerio che si trova pochi metri sopra i bungalows 101, 102 e 103 del residence: una miscela di acido solforico e residui organici si è riversata su due persone che stavano guardando in tv, sul terrazzo, la partita Argentina-Paraguay, mentre gli altri componenti la famiglia sono dovuti fuggire di casa per le terribili esalazioni. Fuggi fuggi anche dalla discoteca dell'«Aeneas». Quindici, in tutto, i ricoverati, tenuti qualche tempo in osservazione per problemi respiratori. Dopo qualche ora, all'ospedale di Gaeta erano rimasti in sei. Due in rianimazione: Francesca Valerio, 40 anni, e il figlio Giorgio di 8. Hanno ustioni di primo e secondo grado in tutto il corpo. Meno gravi le condizioni di Roberto Di Zenzo, Crispino Valerio, Carla Ruffini, tutti di 43 anni, e di Oliviero Valerio, 4 anni e mezzo. Nella stessa corsia è stato ricoverato anche l'autista dell'autocisterna, Gabriele Di Fusco, che se l'è cavata con la frattura di una clavicola. Nel pomeriggio di ieri i feriti sono stati trasportati a Roma e le loro condizioni sono stazionarie. Il carico che Di Fusco trasportava, 22 mila litri, proveniva da Napoli ed era destinato all'impianto di smaltimento di Serravalle Scrivia (Alessandria). L'autista ha tamponato un altro camion che tentava di sorpassare e l'autocisterna si è ribaltata, aprendosi come una scatoletta di latta. In serata, sulla spiaggia di fronte ai bungalows dell'«Aeneas» i soccorritori stavano ancora lavorando per arginare il torrente nero. Ed erano ancora tutti lì: i vigili del fuoco, con le vanghe in mano, le mascherine sulla bocca e cartoni di latte da bere per contrastare le esalazioni; i marinai della Capitaneria di porto di Gaeta; il sindaco. Quest'ultimo, Silvio D'Amante, era in piedi dalla notte precedente, come gli altri del resto. «Questa storia non finisce qui assicura con tono deciso -. La statale Fiacca è pericolosissima, soprattutto nel periodo estivo, e AFFETTI CONTESI SCATANIA CIOPERO della fame. Le sta tentando proprio tutte, Angelo Di Fini, per riavere la custodia della figlia naturale di 14 anni, Alessandra. La ragazza, dopo una vita passata con i genitori adottivi a Pietra Ligure, in provincia di Savona, ha deciso di voler ritornare con il suo vero padre, sfidando un'ordinanza del tribunale per i minori di Genova secondo la quale, invece, dovrebbe rientrare a casa dei genitori adottivi. Ieri mattina, il signor Angelo che ha altri cinque figli, ha deciso di cominciare uno sciopero della fame per indurre il presidente del Tribunale per i minori di Genova ad accogliere il ricorso presentato nel quale si chiede la revoca del provvedimento che assegna la ragazza ai genitori adottivi. Per dare più peso alla sua protesta Angelo Di Fini si è incatenato al balcone di casa, un appartamento al primo piano di un condominio nella zona Sud di Catania. «A questo punto sarebbe troppo pretendere la revoca del provvedimento ma, almeno - dice Di Fini - vorrei che il presidente si facesse sentire, bisogna vietarla al traffico pesante. Soprattutto quando questi mezzi viaggiano su lunghi percorsi: c'è l'Autostrada del Sole, prendano quella. Intendo portare il problema sul tavolo dell'assessore regionale ai Trasporti del Lazio, l'onorevole Michele Meta». Mentre parla, le nuvole fino a poco prima minacciose mantengono la loro «promessa»: è un nubifragio quello che si abbatte su uomini, case, abeti marittimi. E anche sulla trincea che i vigili del fuoco hanno costruito a difesa del mare, utilizzando sabbia e calce. Tutti hanno gli occhi puntati verso la roccia soprastante, su quello che ormai è un rigagnolo nero. Poi qualcuno azzarda: «Si è rappreso, la pioggia scivola via! Ce l'abbiamo fatta!». Sfiniti, ma soddisfatti, il comandante dei vigili, Riccardo D'Atino, e il comandante della capitaneria di porto, Agostino Izzo, guardano i loro ragazzi che han¬ no fatto un buon lavoro. Ora quella melma verrà caricata in bidoni e temporaneamente parcheggiata in un deposito Agip di Gaeta. Il mare è salvo. «Molti turisti se ne sono andati», commenta Vincenzo Zottola e garantisce che chiederà i danni. «Ma questo - avverte il sindaco - è un campanello d'allarme che non possiamo ignorare».