Il N.Y. Times «il terrorismo? peggio i fulmini» di Lui. Gra.

Il N.Y. Times Il N.Y. Times «Il terrorismo? Peggio i fulmini» WASHINGTON. Ne uccide più il terrorismo o i fulmini? I fulmini. Dati alla mano, in America è così. Nel Paese si è scatenato un febbrile dibattito su come parare le minacce degli aspiranti stragisti politici o religiosi ma fra gli esperti c'è chi cerca di riportare le cose alla loro vera dimensione. Così il New York Times segnala in un articolo, che potrebbe sembrare irriverente e invece vuol essere serissimo, che «fra il 1994 e il 1995 solo 16 americani sono morti per atti di terrorismo internazionale, mentre nel 1993 ne sono stati inceneriti dai fulmini 57». Se poi si allarga il conto al terrorismo interno {le 168 vittime della strage di Oklahoma City) o agli attentati all'estero (i 119 militari Usa che hanno perso la vita a Dhahran) o all'anno 1996 con la tragedia dei 230 a bordo del jumbo Twa, di attribuzione ancora incerta (incidente? bomba? missile? e di chi?) resta impressionente il confronto, ad esempio, coi 42 mila statunitensi che sono morti in incidenti stradali nel solo 1993, o i 31 mila che nello stesso anno hanno scelto il suicidio. Questi confronti numerici non sono oziosi. Il capo del Pentagono William Perry ha sottolineato che in Usa per la protezione anti-terrorismo si spendono ogni anno 5 miliardi di dollari pubblici, e probabilmente altrettanti ne escono da tasche private. E la bolletta della sicurezza sembra destinata ad accrescersi. «Che premio siamo disposti a pagare - si domanda Richard N. Haass, esperto della Brookings Institution citato dal New York Times - per stipulare una polizza di assicurazione contro il terrore? Che livello di rischio siamo disposti a tollerare? E sacrificando che cosa, in termini di denaro e restrizioni alla libertà?». Tema, quest'ultimo, delicatissimo in America: perché per avere più sicurezza non è necessario solo mettere metal-detector e telecamere ovunque, e assumere più poliziotti e guardie giurate; ma anche rendere più facili le intercettazioni telefoniche e aumentare i controlli sulle armi e sugli esplosivi, restringendo le libertà individuaU. Una cosa che gli americani, per antica tradizione, non tollerano proprio. Walter Z. Laqueur, un altro esperto noto anche in Italia, conclude che con esagerate reazioni in questo senso si potrebbe fare, per paradosso, il gioco dei terroristi, permettendo loro di influenzare indirettamente le nostre istituzioni; e ad ogni modo sarebbe una fatica di Sisifo perché «stiamo entrando nell'era del terrorismo senza scopo, di piccolissimi gruppi dediti solo a distruggere» e perciò praticamente ^afferrabili. [lui. gra.]

Persone citate: Haass, Walter Z. Laqueur, William Perry

Luoghi citati: America, Dhahran, Italia, Oklahoma City, Usa, Washington